Difendere la connettività nel Mediterraneo significa difendere gli interessi italiani e l’economia del Paese: “I nostri interessi strategici devono essere difesi anche lontano dalle nostre frontiere”, spiega Dreosto commentando il voto parlamentare a favore di Aspides
“I nostri interessi strategici devono essere difesi anche lontano dalle nostre frontiere”, dichiara a Formiche.net Marco Dreosto, vicepresidente della Commissione Esteri e Difesa del Senato, a caldo, appena concluso il voto su Aspides, operazione a trazione europea per cui il Parlamento ha autorizzato la partecipazione italiana a protezione difensiva delle rotte commerciali del Mar Rosso. “Missioni come queste vanno nella direzione della difesa dei nostri interessi nazionali, della nostra economia e della centralità dei nostri Porti che non possono essere marginalizzati. Difesa degli interessi nazionali che ricordo è il compito per il quale gli italiani ci hanno dato fiducia alle ultime elezioni”.
Che non votare l’autorizzazione alla missione Aspides sarebbe stato “miope”, lo aveva anticipato su queste colonne Federica Onori, membro della Commissione Esteri della Camera (recentemente passata in quota Azione dal M5S, forse anche per evitare certe miopie). E infatti il voto è arrivato, favorevole, da entrambe le camere e senza miopie.
Ma attenzione non solo al Mar Rosso, aggiunge Dreosto a proposito della necessità di guardare lontano e in modo ampio: “È necessario pensare in generale alla protezione delle rotte commerciali e delle infrastrutture critiche che passano per tutto il Mediterraneo, come i gasdotti fondamentali per l’approvvigionamento energetico di tutta Europa, infrastrutture elettriche, e cavi internet sottomarini. L’invito al governo, anche se so che vi sono attenzioni in questo senso, e a non focalizzarsi solo su Mar Rosso, ma cercare di usare il grandangolo e rafforzare i pattugliamenti e la protezione anche delle infrastrutture mediterranee, le quali possono essere oggetto di attacchi convenzionali o ibridi, come cyber attacchi ad esempio, da parte di attori ostili, statuali e non, pensati anche per destabilizzare l’Italia e l’Europa”.
La tempistica del voto è eccezionale: sabato scorso la Marina Italiana è tornata a sparare, con il cacciatorpediniere Caio Duilio che (in una dimostrazione di tecnica, capacità e sangue freddo) ha abbattuto un drone lanciato con ogni probabilità dagli Houthi — la milizia yemenita che, attraverso armi fornite dall’Iran, sta destabilizzando l’Indo Mediterraneo. La nave ospita già a bordo l’ammiraglio Stefano Costantino, che sarà Force Commander dell’intera missione. La quale si andrà a posizione in un contesto in cui è saltata da mesi la sicurezza delle rotte lungo cui scorre la connettività navale Europa-Asia. E ieri, in mezzo alle dozzine di attacchi contro i mercantili occidentali che solcano quelle acque, colpiti ufficialmente perché riconducibili a Paesi alleati di Israele, dicono gli Houthi, ci è finito un cargo riconducibile all’Italia (sebbene battente bandiera liberiana).
CentCom, il comando regionale statunitense che quotidianamente tiene un diario di bordo sul Mar Rosso, ha infatti comunicato poche ore fa che il 4 marzo, tra le 15:50 e le 16:15 (ora di Sanaa), gli Houthi hanno sparato due missili balistici antinave dallo Yemen nel Golfo di Aden contro il M/V Sky II, una nave portacontainer di proprietà della MSC. La Mediterranean Shipping Company, MSC, è una società italiana controllata dalla famiglia Aponte, con quartier generale a Ginevra, ma sede operativa a Piano di Sorrento, ed è tra le principali compagnie nel settore del trasporto marittimo globale. Uno dei missili ha colpito la Sky II causando danni apparentemente minori, con i report iniziali che indicano che la nave non ha richiesto assistenza e ha continuato sulla sua rotta – non sono stati nemmeno segnalati feriti a bordo.
Nelle stesse ore, c’è stato un altro tentativo di attacco con un missile caduto in mare, mentre aerei statunitensi hanno lanciato un altro dei bombardamenti preventivi con cui vengono colpiti i sistemi d’attacco degli Houthi al fine di degradare la loro capacità d’azione – sebbene gli Houthi non sembrano per ora interessati a fermarsi. Aspides non ha questo scopo, è una missione difensiva che serve a proteggere i mercantili come Sky II dai colpi degli yemeniti. Oltre al Caio Duilio, già gli assetti tedeschi e francesi sono intervenuti contro minacce aeree lungo il Mar Rosso. “L’attacco al Duilio conferma ancora una volta la gravità della minaccia terroristica degli Houthi e la tempestività delle iniziative che il governo ha deciso di intraprendere”, ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, oggi in aula.