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Digitalizzazione e una nuova divisione Spazio. Cingolani firma il nuovo Piano di Leonardo

Rafforzamento delle attività core, razionalizzazione del portafoglio cyber e una nuova divisione spazio. Sono solo alcune delle novità presentate dall’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, che punta a trasformare il gruppo di piazza Monte Grappa in un player globale per il settore della difesa e dell’aerospazio puntando su tecnologia e digitalizzazione trasversale

La pace deve essere difesa. Questo è stato il motto alla base della presentazione del nuovo Piano industriale di Leonardo presentato dall’amministratore delegato, Roberto Cingolani, il cui obiettivo è trasformare il gruppo di piazza Monte Grappa in un player globale per il settore della difesa e dell’aerospazio spingendo sull’evoluzione tecnologica basata su digitalizzazione, interoperabilità multidominio e intelligenza artificiale. Per Cingolani “lo scenario geopolitico mondiale impone un nuovo paradigma, quello della Sicurezza globale”. Per l’ad, infatti, l’attuale contesto geopolitico permette di trarre tre lezioni fondamentali: primo, che il modo di fare la guerra sta cambiando, caratterizzato da una combinazione tra armi tradizionali e tecnologie digitali, secondo l’idea di “bullets and bytes” più volte evocata dall’ad del gruppo. Secondo, che la globalizzazione è un elemento di fragilità: “Quando è iniziata la guerra alla periferia dell’Europa, il primo impatto è stato sulla sicurezza energetica, poi sulla sicurezza alimentare, poi su quella dei dati”. Da queste premesse discende la terza lezione, che nessun singolo Paese europeo può affrontare le sfide da solo. In questo quadro, per Cingolani la frammentazione ci indebolisce: “Gli Stati Uniti investono 250 miliardi di dollari su dodici piattaforme, con una media – quindi – di venti miliardi per piattaforma; l’Europa invece investe 110 miliardi di euro su trenta piattaforme diverse, con una media di quattro miliardi ciascuna”.

Il Piano di Leonardo

Per raggiungere questi obiettivi il Piano di Leonardo si divide in due direttrici strategiche: la prima passa per il rafforzamento delle attività core di piazza Monte Grappa, in particolare sui segmenti Elettronica, Elicotteri e Velivoli, e sfruttando le opportunità date dai nuovi settori dello Spazio e del Cyber, senza tralasciare la ripresa del comparto Aerostrutture. Questo focus è da attuare con la razionalizzazione del portafoglio attività e prodotti, il miglioramento della competitività da attuare attraverso la digitalizzazione, gli investimenti nella ricerca e sviluppo su tecnologie innovative (IA, cloud, super-computing) e il rafforzamento di alleanze e partnership globali. La seconda direttrice prevede la strutturazione di una “Leonardo del futuro”, spingendo su digitalizzazione e IA per realizzare un’azienda capace di lavorare in un ambiente multi-divisione e multi-dominio, in una sorta di declinazione industriale di un trend iniziato già nel mondo militare. Il focus di questa trasformazione si baserà in particolare sui settori della difesa e dello spazio, con quest’ultimo settore che prevedrà la creazione di una Divisione autonoma. L’obiettivo, ha detto Cingolani, è “trasformare un’azienda che lavora per domini, in una che lavora nel multidominio all’interno di un continuum digitale”, in modo da aumentare al massimo la sinergia tra settori.

Elettronica

Come sottolineato da Cingolani, l’azienda deve attraversare una trasformazione che non è in discontinuità con quanto perseguito finora, superando i compartimenti stagni tra le varie divisioni di business: “abbiamo la tecnologia, dobbiamo cambiare il mindset”. Per illustrare queste evoluzioni, Cingolani è partito proprio dalla divisione Elettronica: “l’obiettivo è passare da essere il secondo player a livello continentale a un attore globale capace di fungere da leader e catalizzatore della cooperazione europea”. Si tratta, per l’ad, di un settore-chiave per gli scenari futuri, dal momento che il contenuto di sistemi di Electonic warfare su ogni singola piattaforma (aera, terrestre o navale) è in esponenziale aumento. Se nelle piattaforme legacy (1980-1990) la media era di circa il 20%, si è passati al 40% di quelle attualmente in servizio e, per il futuro, si prospetta che in alcuni casi superi il 50%. In questo settore, la strategia è quella di razionalizzare il portafoglio di piattaforme e servizi, puntando sui sistemi-chiave e spingendo sulle collaborazioni internazionali (Gcap, il carro armato con Knds) e nazionali (con Fincantieri per la parte navale e underwater).

Elicotteri (e convertiplani)

Sugli elicotteri, Leonardo già vanta una posizione di leadership a livello globale. L’obiettivo del Piano in questo caso è accelerare sulla produzione per smaltire il grosso backlog di ordini accumulato, oltre a continuare a aggiornare il proprio portafoglio prodotti con nuove tecnologie. In questo caso, Leonardo sta guardando con molto interesse l’evoluzione del settore degli Stati Uniti, oltre alle richieste della Nato per un mezzo veloce e capace di decollare e atterrare verticalmente. In questo senso, la società sta puntando sul proprio convertiplano AW609. “Ci sono due piattaforme al momento vicine alla certificazione – ha detto Cingolani parlando dei convertiplani – il nostro è quello di Bell”, con cui infatti il gruppo ha siglato un memorandum d’intesa per esplorare possibili collaborazioni.

Velivoli

Sicuramente nella sezione velivoli il programma per il caccia di sesta generazione portato avanti in collaborazione con Regno Unito e Giappone rappresenterà la piattaforma di sviluppo principale nel futuro della divisione di Leonardo, non solo per quanto riguarda la piattaforma principale, ma soprattutto per il Sistema di sistemi aggregato, che comprenderà anche tutta la parte dei droni che accompagneranno il velivolo. La transizione verso il Gcap, sarà accompagnata dalla continuazione dell’Eurofighter, il cui servizio nelle aviazioni europee continuerà ad essere cruciale fino all’arrivo della sesta generazione. Oltre che parte del programma Gcap, il settore dei velivoli senza pilota continuerà a crescere, come dimostrato anche dai campi di battaglia ucraini, e in questo senso Leonardo spingerà soprattutto sulle collaborazioni internazionali. Un altro segmento cruciale per il settore è quello dei servizi, in particolare per quanto riguarda i simulatori e i sistemi d’addestramento, con l’International flight training school di Decimomannu che continua a rappresentare un’eccellenza internazionale, con un misto di formazione a terra e in volo.

Aerostrutture

Prosegue, invece, il percorso di recupero la sezione Aerostrutture, iniziato dopo gli impatti negativi della pandemia da Covid-19. Il nuovo Piano ha infatti confermato come la società preveda di raggiungere la completa ripresa nel 2025, con nuovi ordini e sfruttando soprattutto la campagna di digitalizzazione e automazione del settore avviata con il programma Nemesi, che ha ridotto il ciclo della produzione e ha ridotto le inefficienze. In questo segmento, la strada del gruppo è diversificare il proprio portfolio entrando in settori in espansione (come l’aviazione supersonica) e valutando potenziali nuove partnership globali.

Cyber

Oltre ai settori tradizionali, il nuovo Piano presenta anche la strategia del gruppo per i nuovi settori, ritenute alla base di quel concetto di Sicurezza globale presentato da Cingolani. Parte fondamentale di questo input è la dimensione Cyber, concentrata in particolare sui settori governativo, militare e spaziale. Al centro della strategia cibernetica di Leonardo c’è una razionalizzazione e una concentrazione dei prodotti e servizi attualmente nel portafoglio del gruppo, puntando in particolare sulla resilienza dei sistemi, basata sull’IA, su piattaforme sicure “by design”, ovvero già a partire dalla fase di progettazione, e sui prodotti per le comunicazioni critiche di missione per il settore difesa. In questo campo, oltre alla razionalizzazione delle tecnologie del gruppo, il Piano intende accelerare sulle acquisizioni (mergers and acquisitions, M&A). L’obiettivo del gruppo è quello di passare dall’attuale livello di tecnologie proprietarie (il 30%) al 70% di soluzioni (e quindi know how) proprio.

Spazio

Infine, ma non per importanza, Leonardo intende spingere sul settore extra-atmosferico, con la creazione ex novo della Divisione Spazio e al consolidamento di Telespazio all’interno dell’azienda. “Leonardo – ha detto Cingolani – può fare tutto nello spazio, ma fino a quest’anno non ha avuto una visione chiara, e il settore era frammentato in diverse articolazioni e nelle joint venture”. La nuova divisione ha quindi il compito di razionalizzare il segmento e consolidare le capacità del gruppo. In particolare, per l’ad ci sono quattro mercati nei quali il gruppo intende posizionarsi: i servizi a Terra (grazie alle infrastrutture già presenti come quelle di Matera o del Fucino), i satelliti (con un investimento nello Space cloud quale asset da offrire in futuro anche alle costellazioni altrui), i servizi satellitari downstream (l’osservazione della Terra, la geolocalizzazione, le comunicazioni militari, e così via) e la logistica spaziale. “Quello che non faremo è investire nei lanciatori” ha però specificato Cingolani che ha ricordato la partecipazione del gruppo in Avio. Anche in questo caso la dimensione internazionale sarà cruciale, spingendo sulle collaborazioni e rafforzando la Space alliance con Thales. Trend significativo registrato dall’ad è anche l’aumento degli investimenti privati nel settore, che passano dal 17% al 26%. “Negli Usa la proporzione è inversa, con la maggior parte degli investimenti provenienti dal mercato, ma è una transizione che sta avvenendo anche in Europa”, ha sottolineato ancora l’amministratore delegato.

Risultati e obiettivi finanziari

I target finanziari previsti dal Piano, gli obiettivi sono raggiungere ordini complessivi a 105 miliardi di euro, con un tasso composto di crescita annuale (Cagr) al 4%, ricavi cumulati a 95 miliardi (Cagr 6%) e una redditività pari al 10% nel 2026 per raggiungere l’11,5% nel 2029. Alla fine del Piano, l’obiettivo è arrivare a un flusso di cassa operativo pari a 1,35 miliardi, il doppio rispetto al 2023. A questi si possono raffrontare i risultati ottenuti dall’azienda nel 2023, approvati dal consiglio di amministrazione, che vedono gli ordini salire del 3,8% rispetto all’anno precedente, arrivando a quasi diciotto miliardi. Anche i ricavi crescono in maniera simile, arrivando a oltre quindici miliardi, e l’Ebita sale del 5,8%, attestandosi a 1,29 miliardi. Cala anche l’indebitamento, che scende a quota due miliardi e trecento milioni, rispetto ai tre miliardi del 2022. Approvata anche la Guidance per l’anno in corso, che punta a raggiungere i 19 miliardi e mezzo di ordini, i 16,8 miliardi di ricavi e l’1,4 milioni di Ebita, con un flusso di cassa di 770 milioni e un indebitamento del gruppo sceso ulteriormente a circa due miliardi.

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