I piani del Cremlino per la costruzione di una nuova base per la flotta del Mar Nero lungo le coste orientali del bacino proseguono, anche se a rilento. Ma il suo scopo non è soltanto legato alla guerra contro Kyiv
Nei due anni trascorsi dall’inizio dell’invasione in Ucraina le capacità della Černomorskij flot, alias la flotta russa del Mar Nero, sono state seriamente deteriorate delle truppe di Kyiv, le quali hanno distrutto o danneggiato gravemente numerosi dei vascelli che la componevano (compresa la sua ammiraglia, l’incrociatore Moskva), spingendo le unità rimanenti ad allontanarsi dalla loro principale base in Crimea, quella di Sebastopoli, verso porti più sicuri ma meno centrali, riducendo così la capacità di proiezione navale di Mosca.
Il Cremlino ha già da un po’ messo gli occhi sulla regione separatista georgiana dell’Abkhazia dove dal 2008 continuano ad essere stanziate truppe russe. Alla fine dello scorso anno, con una mossa che ha allarmato i funzionari della Georgia e dell’Occidente, la Russia ha confermato i piani per la costruzione di una nuova base navale per la Flotta del Mar Nero in questa regione, e in particolare nella città di Ochamchire, come porto sicuro alternativo per le navi da guerra russe, essendo meno esposta alla minaccia dei droni e dei missili ucraini della penisola di Crimea. Secondo i funzionari locali, la fantomatica base fino ad ora consisterebbe soltanto in un lungo molo, ed esisterebbe soltanto grazie alle molteplici parole spese da Mosca e dal governo filo-russo dell’Abkhazia di una drastica espansione dell’infrastruttura della base. Ma la situazione potrebbe cambiare presto se il Cremlino inizierà a riversare risorse nel progetto.
Le ambizioni della Russia sul Mar Nero sono state il principale argomento di conversazione tra il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e gli alti funzionari georgiani durante la sua visita di alto profilo a Tbilisi avvenuta pochi giorni fa, all’interno di un più ampio tour del Caucaso meridionale che ha incluso anche tappe in Armenia e Azerbaigian. “La guerra della Russia mette a rischio la libertà di navigazione nel Mar Nero” ha detto Stoltenberg, il quale sottolinea come i recenti successi dell’Ucraina abbiano interferito pesantemente con i piani Mosca. “Con il nostro sostegno, l’Ucraina ha respinto, distrutto o danneggiato una parte significativa della flotta russa del Mar Nero” ha dichiarato il Segretario Generale.
Ma anche nella migliore delle ipotesi, una base navale russa in Abkhazia non potrebbe sostituire le capacità del porto d’altura di Sebastopoli nemmeno dopo anni (più di dieci) di costruzioni e dragaggi. “Una nuova base rafforzerebbe certamente la posizione della Russia nella metà orientale del bacino del Mar Nero” dice il professore di relazioni internazionali presso l’Università Europea di Tbilisi Emil Avdaliani riportato da Foreign Policy, il quale però specifica che “qualunque sia la base in Abkhazia tra qualche anno, è improbabile che sostituisca l’uso dei porti della Crimea da parte della Russia nei suoi calcoli militari. Nel migliore dei casi, la base navale in Abkhazia sarà complementare”.
Ma potrebbe comunque diventare un potente punto di partenza per la prossima fase della proiezione di potenza della Russia nel Mar Nero, aiutandola anche a mantenere il suo vantaggio geopolitico nella regione. E potrebbe risultare uno strumento utile ad aumentare la pressione sulla Georgia. La presentazione dei piani per una base navale consente a Mosca di ricordare al Paese caucasico (ma anche agli altri attori occidentali) che, nonostante il pantano militare in corso in Ucraina, la Russia mira ancora a rafforzare la sua presa sui territori separatisti della Georgia, ovvero l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud, di cui ha riconosciuto l’indipendenza al termine del conflitto contro Tbilisi nell’estate del 2008.
La Georgia ha piani ambiziosi per affermarsi come nodo chiave nella rotta di transito che collega i mercati e le economie energetiche europee e asiatiche attraverso il Caucaso meridionale bypassando completamente la Russia. Un’evoluzione che a Mosca non piace affatto. E una nuova base navale avrebbe un ruolo fondamentale nel rallentare le ambizioni georgiane, aumentando le capacità militari in loco. Questo sembra essere l’obiettivo immediato della Russia. “Nel breve periodo, si tratta più di un ricatto e di un tentativo di pressione sulla Georgia e sui suoi piani per il Corridoio di Mezzo che di un importante piano di sostituzione della base. Tuttavia, dovrebbe essere preso sul serio in una prospettiva a più lungo termine, perché il Cremlino potrebbe iniziare a collocare infrastrutture navali lì se non ci sarà una sufficiente pressione da parte dell’Occidente sui territori occupati della Georgia e un prezzo politico ed economico da pagare per questo” ha dichiarato David Sikharulidze, ex ministro della Difesa georgiano e ambasciatore a Washington.