Sia dal punto di vista geografico, sia da quelli della società e dei dipartimenti coinvolti, la prevenzione verso questa potente droga, che negli Usa rappresenta un’emergenza, passa da un approccio “globale”, ha spiegato il sottosegretario Mantovano presentando il piano
“In Italia non c’è emergenza fentanyl” ma bisogna muoversi in “un’ottica di prevenzione”, ha spiegato in conferenza stampa il sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, delega all’interno della quale rientra anche il Dipartimento antidroga della presidenza del Consiglio. L’appuntamento odierno ha rappresentato l’occasione per presentare il Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di fentanyl e di altri oppioidi sintetici, presentato ieri in Consiglio dei ministri assieme a una stretta sul controllo del commercio dei precursori. Hanno partecipato anche Sabina Strano Rossi, tossicologa forense dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e presidente del Gruppo tossicologi forensi italiani, e i ministri Orazio Schillaci (Salute), Giuseppe Valditara (Istruzione e merito) e Andrea Abodi (Sport e giovani).
Il fentanyl rappresenta “un pericolo per la tutela della salute pubblica”, ha spiegato il ministro Schillaci. “È usato per la terapia del dolore ma l’uso distorto ha un effetto devastante. Dosi anche piccole sono pericolose quindi è necessaria una prevenzione sul territorio. Ci sarà rafforzamento del monitoraggio, potenziati controlli dei Nas e controllo per evitare i furti. Stiamo allertando Regioni e farmacie a un’attenzione massima per evitare i furti”.
“In un momento in cui non esistono frontiere invalicabili” è “bene non trovarsi scoperti”, ha proseguito il sottosegretario. Anche perché alcune organizzazioni criminali italiane stanno valutando il mercato, come evidenziato da forze di polizie e intelligence: in particolare, Mantovano ha fatto riferimento alla ’Ndrangheta. Ci sono indagini in corso “che riguardano contatti con fornitori in Cina”, ha osservato ancora parlando però di un “fenomeno circoscritto” rispetto a ciò che accade negli Stati Uniti e in altri Paesi europei come il Portogallo.
Prevenire la diffusione del fentanyl “non è una battaglia facile”, ha dichiarato ancora Mantovano. Perché si tratta di una sostanza facile da nascondere, perfino nei cerotti o nei libri (come nel caso dell’operazione Painkiller che vedeva in Piacenza un centro di spaccio da 100.000 dosi di fentanyl dalla Cina agli Stati Uniti), visto che bastano 2 milligrammi per causare la morte per soffocamento. E perché “si scontra anche con il darkweb e pagamenti in bitcoin”.
Dunque, per prevenire scenari di emergenza come in Paesi come in Stati Uniti e Messico, serve un approccio “globale”. Sia dal punto di vista geografico, rafforzando la cooperazione con gli altri Stati anche nel contrasto della criminalità organizzata e dei pagamenti su deep e dark web: per questo, l’Italia ha aderito alla Coalizione globale contro la minaccia delle droghe sintetiche, lanciata dagli Stati Uniti a luglio, e ha deciso di porre il tema all’attenzione del G7 durante la presidenza di quest’anno, in particolare alla ministeriale Esteri di Capri. Ma anche dal punto di vista della società. In questo senso, il sottosegretario ha fatto appello alle famiglie, affinché raddoppino gli sforzi contro i “cattivi maestri”. Tra questi ha citato rapper e trapper, “che sono allo stesso tempo untori e vittime”, i cui testi espliciti sono facilmente raggiungibili dai più giovani. Inoltre, è prevista “una formazione specifica per gli insegnanti”, come ha spiegato il ministro Valditara.
Tredici le attività di prevenzione previste nel piano: potenziamento dei controlli per impedire l’accesso/circolazione/diffusione illecita del fentanyl e dei suoi analoghi nel territorio italiano; potenziare i controlli per evitare la diversione della sostanza per altri usi non sanitari; potenziare i controlli di monitoraggio sulla rete web sia per contrastare il traffico sia per acquisire informazioni sull’evoluzione del fenomeno; sensibilizzazione delle Procure della Repubblica sul fenomeno dei traffici di fentanyl, droghe sintetiche e NPS e per richiedere approfonditi esami in casi di sospetta intossicazione acuta e in generale per tutte le morti violente per la ricerca delle sostanze stupefacenti; standardizzare le procedure dei laboratori ospedalieri e dei laboratori delle tossicologie forensi; valutazione pre-clinica degli effetti farmaco-tossicologici di oppioidi sintetici ed interazione con nuove sostanze; attivare i servizi di urgenza (pronto soccorso, terapie intensive, laboratori clinici d’urgenza) per fare eseguire ricerche analitiche specifiche in caso di intossicazione acuta; organizzare la formazione degli operatori delle forze di polizia; organizzare la formazione degli operatori sanitari, sociali e di strada; efficientare l’attività del sistema di allerta nazionale; Approvvigionamento, distribuzione narcan/naloxone; Scambio di informazioni continue tra le forze di polizia e comparto intelligence per raccogliere informazioni di prevenzione del fenomeno da segnalare ministero della Salute e al Dpa; azioni di sensibilizzazione. Il piano prevede anche la gestione di un’eventuale emergenza.
“La lotta alla droga e a tutte le dipendenze patologiche è una priorità assoluta di questo governo e in questa direzione continueremo a lavorare, senza sosta e con determinazione”, ha dichiarato in una nota Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, sottolineato come l’Italia sia “una delle primissime nazioni in Europa ad adottare un piano molto articolo” di prevenzione.