L’unione di intenti è il primo passo verso una governance internazionale per rendere sicura la tecnologia, ma il percorso è ancora lungo. L’Italia, padrona di casa, si fa capopopolo: annunciata la promulgazione di un testo interamente incentrato sull’intelligenza artificiale nel giro di due settimane. Sarà il primo Paese a farlo, nella speranza che possa dare impulso agli altri
Il testo partorito dalla due giorni di Trento, in occasione della ministeriale del G7 su Industria, Tecnologia e Digitale, “rappresenta un importante passo a livello internazionale per una riflessione sulle modalità di utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nel settore pubblico che deve essere etico e responsabile, preservando la privacy, la sicurezza dei dati personali e l’equità nei processi decisionali automatizzati”. È quanto si legge all’interno della Dichiarazione congiunta, che “individua come priorità dei paesi G7 il governo digitale e lo sviluppo di sistemi e servizi pubblici digitali incentrati sull’uomo, sicuri ed efficienti con l’obiettivo di semplificare la vita dei cittadini e delle aziende”. Come evidenziato dal sottosegretario con delega all’innovazione tecnologica, Alessio Butti, “oggi i Paesi del G7 confermano come prioritaria la necessità che l’IA venga sviluppata e utilizzata in modo etico e in linea con i principi e i valori che sono alla base delle nostre democrazie, per il bene dei nostri cittadini e per la coesione, la resilienza, il welfare e il benessere delle nostre società ed economie”.
Tre sono le aree tematiche che interesseranno la transizione digitale del settore pubblico, come riporta la Dichiarazione suddivisa in 62 capitoli e 4 allegati. La prima interessa lo sviluppo e l’utilizzo dei sistemi di IA, che devono tenere in conto considerazioni etiche del mondo democratico, come il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, così come degli abusi che la tecnologia può apportare; segue la necessità di arrivare a un governo digitale, capace di offrire servizi pubblici che possano aumentare l’inclusione sociale e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni; da ultimo, non per importanza, il bisogno di continuare a perseguire i risultati ottenuti dal Processo di Hiroshima, per arrivare a un codice di condotta internazionale per le aziende che sviluppano sistemi e strumenti di IA.
Tutto con un unico fine: sfruttare il meglio della tecnologia, senza paura. “Ci saranno occupazioni che spariranno, altre che emergeranno ma siamo ottimisti anche visto quello che ci offre la storia come abbiamo visto con le rivoluzioni industriali del passato, quando fracassavano i telai per il timore che l’automazione portasse a un decremento dell’occupazione, o come visto anche con Internet”. Per Butti, “non è stato così e non credo che sarà così con l’intelligenza artificiale”, dove “la situazione è più sfidante rispetto al passato e per questo tutti gli organismi nazionale e internazionali si stanno attrezzando. Non esiste nulla che meglio della tecnologia abbia migliorato la qualità del posto di lavoro”. Ad ogni modo, si lavorerà in operazione di “reskilling per occupare altri lavoratori”.
Per evitare ogni tipo di problema, la presidenza a guida italiana elaborerà un Toolkit sull’IA nel settore pubblico, uno strumento per la diffusione e l’uso etico delle applicazione della tecnologia. Non è niente di tecnico, ha chiarito Butti, perché siamo di fronte a “un contenitore, un indirizzo, un vademecum dove i membri del G7 inseriranno istruzioni sull’IA”.
Non è l’unica novità di giornata. Così come l’Italia ha svolto la sua parte per arrivare all’AI Act europeo, che rende l’Unione europea la prima al mondo a dotarsi di un simile regolamento, alla stessa maniera continuerà a farla. “La nostra intenzione a breve è di diventare uno dei primissimi paesi a dotarsi di un testo interamente dedicato all’intelligenza artificiale, per dare dignità legislativa a un tema così strategico e attuale”, assicura il sottosegretario. Trattasi di “un esercizio importante che il governo Meloni sta facendo e nei prossimi quindici giorni sarà licenziato un testo”.
Gli ha fatto eco il ministro dell’Impresa e del Made in Italy, Adolfo Urso, anche lui presente a Trento. “È in preparazione una legge quadro collegata alla manovra economica in cui abbiamo indicato tre elementi: tecnologie abilitanti in cui compare intelligenza artificiale, blockchain, metaverso, realtà virtuale e tutto quello che serve a imprese italiane, space economy e blu economy”. Sarà collegata a un fondo da 320 milioni di euro, già presente in manovra.
Il percorso rimane ancora molto lungo. A ottobre, quando si terrà un’altra ministeriale, la presidenza italiana avanzerà al resto del gruppo la sua proposta per costruire un gruppo di lavoro sui chip, riguardante la ricerca tanto quanto la produzione. Il percorso verso un’intelligenza artificiale a difesa dei valori democratici è dunque iniziato.