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Il boom dei robot umanoidi è quasi certo. Ecco i motivi

Un mercato in espansione, aziende che investono massicciamente, materiali che costeranno meno. E poi, il ruolo che queste macchine potranno giocare, sostituendo l’uomo nei lavori più pericolosi e logoranti. Il percorso è tracciato e andrà governato

A guardare i grafici da qui al prossimo decennio, ci si accorgerà di un boom: quello dei robot umanoidi. Andando a rivedere persino le proprie stime, Goldman Sachs prevede che il mercato di questi strumenti tecnologici estremamente all’avanguardia, capaci di sostituire l’uomo in alcune funzioni, crescerà a dismisura. Toccherà i 35 miliardi di dollari entro il 2035, molto ben al di sopra rispetto ai 6 miliardi preventivati.

La crescita è dovuta a una serie di fattori. Il primo riguarda la corsa all’intelligenza artificiale che ormai non esclude più nessuno, il che porta a pensare che sempre più società si affideranno alle macchine. L’altro riguarda la diminuzione del costo di produzione, passato da 50.000 a 30.000 per quelli di fascia bassa e da 250.000 a 150.000 per quelli di fascia più alta. Se l’abbattimento dei costi annui era stilato dagli analisti tra il 15-20%, quello che si è verificato è del 40%. E, come scrivono nel report, “ci aspettiamo un’ulteriore riduzione dei costi nei prossimi anni”.

Il team della Goldman Sachs ha anche ipotizzato che i robot potranno sostituire tra il 5% e il 20% della manodopera, soprattutto per quelli che definisce lavori “pericolosi, sporchi e noiosi” – in riferimento alla formula dirty, dangerous and demeaning – come il settore minerario, le attività di soccorso, la manutenzione dei reattori nucleari e la produzione chimica, la domanda globale potrebbe crescere in modo sostanziale: da 1,1 milioni di unità fino a 3,5 milioni.

Ci sono ovviamente delle questioni da limare, perché la strada non è tutta dritta né in discesa. Il costo dei materiali deve innanzitutto iniziare a scendere, mentre alcuni specifici componenti richiedono una particolare attenzione che rende complesso aumentare la produzione nel giro di poco tempo. Senza contare i pericoli che derivano da questi strumenti, che vanno sviluppati in modo sostenibile oltre che etico. Ma la spinta è ormai iniziata.

A dare un impulso, è logico, sono le aziende. Microsoft, OpenAI e Nvidia hanno deciso di investire nello stesso progetto di Figure AI, che prevede la costruzione di robot umanoidi per sostituire la forza lavoro. Sarebbero stati già raccolti 675 milioni di dollari da diverse società, che andranno investiti per allargare la formazione sull’intelligenza artificiale, l’assunzione degli ingegneri e la produzione di robot.

L’obiettivo è quello di educare le macchine a svolgere mansioni e arrivare a coprire 10 milioni di posti di lavoro solo negli Stati Uniti che pericolosi o poco attraenti per l’essere umano. “La nostra visione è quella di introdurre i robot umanoidi nelle operazioni commerciali il prima possibile”, ha spiegato l’amministratore delegato Brett Adcock.

Per accorciare i tempi, saranno fondamentali gli strumenti delle tre grandi Big Tech: OpenAI potrà trasmettere le sue capacità sul deep learning e il linguaggio tecnologico; Nvidia i suoi semiconduttori; Microsoft con le sue infrastrutture. Il percorso è tracciato, bisognerà solo essere in grado di governarlo.

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