Secondo la valutazione di Goldman Sachs gli asset infrastrutturali offrono anche benefici di diversificazione per i portafogli. Cresce inoltre l’attenzione finanziaria sulla connettività. Anche per questo va protetta
Il mondo sta assistendo a un’evoluzione significativa nel concetto di infrastruttura, guidata dalla crescente necessità di centri dati, fonti di energia rinnovabile e nuove catene di approvvigionamento. Teresa Mattamouros, del gruppo infrastrutture della divisione Asset & Wealth Management di Goldman Sachs, ha spiegato in una recente analisi per i clienti perché la definizione di infrastruttura si è evoluta ben oltre le strade e i ponti tradizionali.
Legislazioni come l’Inflation Reduction Act e Repower Eu stanno creando incentivi per attirare più capitale in questo settore. Questi incentivi stanno contribuendo a migliorare i rendimenti e ad attrarre investitori, ma è il contesto macroeconomico a guidare la popolarità delle infrastrutture. “Anche se le infrastrutture, come classe di asset, non sono state tanto in primo piano quanto altre classi di asset, come il private equity, la realtà è che hanno fornito rendimenti davvero stabili e corretti per l’inflazione, specialmente negli ultimi anni”, spiega Mattamouros.
Secondo la valutazione dí Goldman Sachs gli asset infrastrutturali offrono anche benefici di diversificazione per i portafogli, poiché hanno tipicamente una bassa correlazione con altre classi di asset come le azioni pubbliche. Tuttavia, l’incertezza sugli esiti delle elezioni globali, sui tassi di interesse e sulle crescenti tensioni geopolitiche potrebbe moderare gli investimenti. Mattamouros mette in guardia: “Quando c’è molta incertezza, sia da una prospettiva geopolitica che normativa è difficile decidere di investire un miliardo di dollari su qualcosa se non ci si sente molto a proprio agio che l’opportunità non sarà a rischio in futuro”.
In Africa, l’espansione della Cina è un esempio significativo di come le infrastrutture possano essere influenzate dalla geopolitica. La Cina ha investito pesantemente in infrastrutture come strade, sistemi di telecomunicazione, ferrovie e strutture sanitarie, estendendo la propria influenza politica nel continente. Questi investimenti sono spesso visti come un mezzo per Pechino di assicurarsi l’accesso a risorse vitali e di rafforzare la propria posizione geopolitica.
Nel Mediterraneo, la situazione è complessa a causa della posizione strategica della regione. Un esempio è il porto di Gibuti, situato vicino al Golfo di Aden, che è diventato un punto nevralgico per il commercio e le operazioni militari, riflettendo l’importanza delle infrastrutture portuali in aree di alta tensione geopolitica. Tensione attualmente alle stelle con la destabilizzazione dei collegamenti indo-mediterranei tra Europa e Asia prodotta dagli Houthi, che sono arrivati anche a danneggiare indirettamente le infrastrutture Internet sottomarine.
In Asia, le infrastrutture critiche come l’approvvigionamento di gas naturale sono state al centro dell’attenzione durante la guerra in Ucraina. Il taglio dell’approvvigionamento di gas da parte della Russia all’Europa ha causato tensioni sia a livello regionale che internazionale, evidenziando la vulnerabilità della sicurezza energetica di molti Paesi europei. Ancora più nello specifico: la massiccia, eccessiva spesa del Guizhou per le infrastrutture (piuttosto spettacolari) lo ha lasciato con un reddito pro capite tra i più bassi e un rapporto debito/Pil più alto in Cina — ossia le spinte incontrollate sulle infrastrutture, anche parte della narrazione di continua evoluzione voluta da XI Jinping, sono parte del problema legato debito nascosto cinese.
La connettività — uno dei macrotemi del G7 a guida italiana — sta diventando un tema sempre più centrale non solo per il quadro economico-commerciale, ma anche per il mondo finance. L’attenzione sugli aspetti geopolitici e geostrategici attorno alle infrastrutture e alle interconnessioni sta crescendo sia per le potenzialità delle stesse e il valore anche nel quadro dei rapporti humans-to-humans, sia per la necessità di proteggerne la sicurezza.