Il corpo d’elite americano rivede il funzionamento dei propri sistemi logistici, sia implementando l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia che ricorrendo a opzioni economiche ed efficienti
Il Corpo dei Marines avvia una rivoluzione nella logistica. A febbraio, i vertici del Corpo hanno reso pubblici i piani di ammodernamento del sistema di rifornimenti, sviluppati in reazione alla crescente minaccia delle armi a lungo raggio, all’interno del più ampio processo di trasformazione previsto dall’iniziativa Force Design 2030.
“La logistica ti blocca se non ci hai pensato bene, se non hai un sistema forte e funzionante”, ha detto il generale Christopher Mahoney, assistente del comandante del Corpo dei Marines, in un’intervista a Defense One. Tra le decine di obiettivi prefissati, individuati anche sulla base delle lezioni attinte dal conflitto in corso in Ucraina, si può trovare l’incremento nell’impiego di Unmanned Aerial Systems, di implementare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella gestione dell’inventario, di potenziare i processi di stampa 3D e di rinnovare la formazione logistica e l’assistenza medica. Anche se le componenti più ambiziose del piano devono ancora essere realizzate, dal Corpo fanno sapere che si possono già vedere dei progressi. Alcuni dei miglioramenti più visibili sono stati gli investimenti in hardware, compresi i droni per le consegne di rifornimenti, i semisommergibili e le imbarcazioni con progetti presi in prestito dall’industria petrolifera e del gas.
Secondo il col. Aaron Angell, direttore della divisione Logistics Combat Element presso il centro per lo sviluppo e l’integrazione del combattimento del Corpo dei Marines, soddisfare tutti i requisiti specifici stabiliti nel documento logistico Force Design 2030 è stata una “sfida”. Tuttavia, la sfida principale riguarda il cosa fare con i dati: “L’unica area in cui abbiamo davvero molto lavoro da fare è la consapevolezza logistica globale e il processo decisionale”. Aggiungendo che con i dati archiviati in diversi sistemi, è difficile anche raccogliere tutti i dati in un unico posto. I dati comportano anche tutta una serie di altri compiti, come ad esempio quali informazioni sono condivisibili e come proteggerle, ha aggiunto.
Nella proposta di bilancio per il prossimo anno, il Corpo dei Marines ha richiesto fondi per l’acquisizione della sua prima Landing Ship Medium, un nuovo progetto che ibrida le caratteristiche di maneggevolezza e flessibilità di un mezzo da sbarco di base con la tecnologia avanzata delle molto più grandi navi anfibie in forza alla Marina. Queste unità sono progettate per avere un tasso di sopravvivenza più alto grazie alla loro capacità di “nascondersi tra le isole e altri traffici marittimi”, secondo un rapporto del Congressional Research Service.
Anche il rifornimento sul campo è centrale nel piano di revisione, sia in mare che in aria. I Marines stanno testando anche l’Autonomous Low-Profile Vessel, un piccolo semisommergibile autonomo (parzialmente ispirato ai sommergibili usati dai narcotrafficanti per il contrabbando di droga) destinato a superare inosservato le difese nemiche e a portare rifornimenti a gruppi di Marines isolati; allo stesso tempo, il Corpo sta anche puntando molto sul rifornimento aereo unmanned, cercando di utilizzare i droni aerei per trasportare i rifornimenti in aree che altrimenti sarebbe rischioso raggiungere. Nel novembre dello scorso anno sono stati dispiegati sei droni Tactical Resupply Unmanned Aircraft System, che possono trasportare un carico di 150 libbre per circa nove miglia. Ma Mahoney vorrebbe vedere droni che trasportano “migliaia di chili”.
Ma non tutte le soluzioni prevedono robot futuristici. Uno degli sviluppi chiave del Piano consiste semplicemente nel trovare magazzini, affittarli e riempirli con il cibo e le attrezzature necessarie per il sostentamento delle truppe, evitando loro di dover aspettare le spedizioni attraverso le migliaia di miglia dell’oceano Pacifico. Il primo sito di questo genere è già stato creato lo scorso anno presso la baia di Subic, nelle Filippine, e presto altri siti saranno aggiunti in tutto il Pacifico, consentendo ai Marines di rifornirsi facilmente senza esporre al fuoco i propri vascelli.