All’evento “L’Intelligenza Artificiale per l’Italia”, organizzato dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e dall’Agid, la premier ha assicurato l’intenzione del governo di regolare la tecnologia e stimolare la produzione nazionale. Anche grazie allo sforzo di Cdp Venture Capital
“Il governo sta predisponendo un provvedimento di legge che ha come obiettivo quello di stabilire alcuni principi, determinare le regole complementari a quelle del regolamento europeo che è in via di approvazione e individuare le misure più efficaci per stimolare il nostro tessuto produttivo”. A dirlo è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenuta in video collegamento al convegno “L’intelligenza artificiale per Italia”, promosso dall’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale) e dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale guidato da sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, Alessio Butti. Come raccontato da quest’ultimo a Repubblica, l’intenzione del nostro Paese non è solo quella di sfruttare i benefici dell’IA ma di averne una propria, anche grazie all’attrazione dei talenti e alla partnership (da rafforzare) con le università. Come riuscirci è espresso nella Strategia nazionale, strutturata da un comitato composto da esperti che l’hanno consegnata nelle mani del governo, proprio per far sì che entro marzo venga partorita una legge ad hoc.
A sottolineare l’importanza dell’evento è stata proprio Meloni. “L’intelligenza artificiale è la più grande rivoluzione di questo tempo ed è anche la principale sfida che abbiamo davanti, dal punto di vista antropologico, economico, produttivo e sociale. Ad essere soppiantato oggi non è più il lavoro fisico, ma rischia di essere l’intelletto umano, ovvero ciò che da sempre ha reso l’uomo insostituibile rispetto a una macchina”. Quella a cui siamo davanti è una tecnologia che “può sprigionare tutto il suo potenziale positivo solo se il suo sviluppo si muoverà in un perimetro di regole etiche che mettano al centro la persona, i suoi diritti e i suoi bisogni. Questa è la bussola che ha orientato e continuerà a orientare il nostro lavoro, a ogni livello. A partire chiaramente dalla presidenza del G7”, ha sottolineato la premier illustrando quella che ha ribattezzato come “via italiana” per l’IA.
Pertanto, nel provvedimento di legge che si sta elaborando a Palazzo Chigi, verranno fissati dei paletti con cui governare la tecnologia. Per riuscirci, il governo vuole coinvolgere tutto il Sistema Italia, a cominciare dai suoi massimi rappresentanti di peso. In questo senso è fondamentale l’apporto offerto da Cdp Venture Capital. “Grazie al loro impegno”; ha proseguito la presidente del Consiglio ringraziando Cdp del contributo, “sarà possibile investire un miliardo di euro sull’intelligenza artificiale, sia creando un nuovo fondo di investimento proprio specializzato sull’IA, sia utilizzando fondi di investimenti che sono già attivi ma che coinvolgono questa tecnologia. È un meccanismo che chiaramente parte per fare moltiplicatore e che serve ad attirare ulteriori investimenti”.
A confermarlo è stato proprio l’amministratore delegato e Direttore Generale di Cdp Venture Capital, Agostino Scornajenchi, che ha spiegato come “declineremo questa strategia attraverso investimenti per un miliardo di euro, che genereranno un effetto di attrazione sul mercato di altri due miliardi”. Il lavoro si muoverà su tre direttrici principali: “Il trasferimento tecnologico, per valorizzare la ricerca e le eccellenze universitarie italiane e portarle a diventare impresa; gli investimenti in fase cosiddetta early stage, aziende già esistenti che hanno bisogno di consolidarsi; infine, investimenti orientati a creare un campione nazionale per il Large Language Model italiano, che possa assicurare supporto ai processi industriali di domani e garantire la sicurezza dei dati sensibili”.
Questo argomento è stato affrontato anche dal sottosegretario Butti a Repubblica, evidenziando come anche nella penisola esistano già “aziende che sviluppano modelli linguistici e multimodali e anche noi lavoriamo per avere un campione nazionale – come Francia e Germania, ndr – attraverso il sostegno alla ricerca e nuovi finanziamenti”. Tutto questo andrà però governato. Per Butti, l’autorità competente per l’IA è con molta probabilità “un’agenzia, non un’autorità indipendente”. Tempo qualche settimana e si capirà meglio dove porterà la via italiana sull’IA.