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Meloni e von der Leyen portano il Team Europe al Cairo

Spinta verso il partenariato globale (con l’Italia in chiave G7 parte attiva). Lo avevano già anticipato lo scorso luglio incontrando Saied per il dossier immigrazione: la centralità dell’Ue si dimostra anche con progetti strutturati e iniziative comuni. L’accordo tra Bruxelles e Il Cairo dimostra che l’Europa c’è

Sei pilastri “di interesse reciproco”, come partnership, migrazioni, sicurezza, energia, allargamento e geopolitica al fine di tradurre in atti le intenzioni legate al nuovo status dell’Ue. Il partenariato tra Ue e Egitto verrà suggellato il prossimo 17 marzo da Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni che incontreranno Abdel Fattah al-Sisi assieme ai primi ministri di Belgio e Grecia, Alexander De Croo e Kyriakos Mitsotakis. Un passo concreto verso una stretta correlazione di interessi e policies, tenuti assieme dall’approccio del modello “Team Europe” che convinse il presidente tunisino Kais Saied a siglare il Memorandum d’Intesa tra l’Ue e la Tunisia.

Partenariato globale: da Tunisi al Cairo

La parola chiave è partenariato globale, con l’Italia in chiave G7 parte attiva, nella consapevolezza che, a differenza della Tunisia, l’Egitto ha da giocare la carta energetica. Il potenziale dell’Egitto in questo senso è notevole, ragion per cui la visita strutturata che ci sarà tra una settimana assume un peso specifico che va ben al di là delle imminenti elezioni europee. Ovvero, alla luce di stravolgimenti copernicani come i due fronti bellici in Ucraina e a Gaza, poter contare su strumenti innovativi e “bilaterali” da parte dell’Ue rappresenta un indubbio vantaggio rispetto al passato. Inoltre il passo in avanti annunciato da Von der Leyen sulla difesa comune si sposa fisiologicamente con le mutate esigenze nel Mare Nostrum, alle prese anche con il tema della sicurezza energetica, oltre che dello sfruttamento in sé dei giacimenti presenti nel Mediterraneo orientale.

In concreto l’accordo vedrà la concomitanza con l’azione europea che già per il periodo compreso fra il 2021 e il 2027 aveva mobilitato 9 miliardi di euro in investimenti nei settori alimentare, idrico ed energetico. Ma c’è dell’altro.

Roma e Il Cairo

Venendo alle relazioni tra Italia ed Egitto spicca lo status geopolitico egiziano alla voce energia, su cui va citato il sempre prezioso lavoro in loco svolto da Eni, che è centrale per relazioni e futuri business. Interconnettori e nuovi giacimenti sono due snodi strategici su cui costruire un dialogo produttivo che già c’è tra Al Sisi e Meloni. L’Egitto è partner chiave per la sicurezza del Mediterraneo in asse con Israele, proprio mentre le mosse della Turchia (come l’accordo con la Libia sulla Zee) possono determinare dei cambiamenti. I giacimenti di Zohr di Nohr hanno consentito all’Egitto stesso di raggiungere la sufficienza energetica, dato fondamentale per un Paese da più di 100 milioni di abitanti. In secondo luogo quei giacimenti sono un elemento geopolitico oggettivo che si staglia sull’intera area euromediterranea.

Pax con la Turchia

Proprio in questo senso si inserisce la fase di distensione delle relazioni fra Egitto e Turchia, una sorta di pax diplomatica dopo 12 anni di fortissime criticità. Lo scorso febbraio si sono incontrati i due leader, Erdogan e Al Sisi, occasione non solo per spargere saggezza diplomatica in un fazzoletto di Mediterraneo reso incandescente dalla guerra a Gaza, ma per cooperare anche sul fronte energetico.

La Turchia non aveva condiviso la mossa dell’allora ministro della difesa Abdel Fattah Al Sisi, che nel 2013 succedette al presidente islamista Mohamed Morsi, alleato della Turchia e soggetto all’interno del movimento dei Fratelli Musulmani. Oggi l’attuale fase di calma nel mare nostrum può essere utile in chiave mediorientale e per stabilire una strategia comune alla voce energia, con l’Italia alla finestra (piano Mattei su tutti).

Tra le iniziative che hanno accompagnato la ripresa delle relazioni fra Ankara e Il Cairo, va citato l’accordo tra la compagnia turca Petroleum Pipeline Corporation (Botas) e l’egiziana Egyptian Natural Gas Holding Company (Egas) per moltiplicare la cooperazione e lo scambio di know how sul gas naturale.

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