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Prevenzione ecofin, viaggio nel nuovo portale dei servizi segreti italiani

È online il servizio dell’Aisi dedicato a istituzioni, imprese e accademia per far fronte alle esigenze di crescita e competitività delle filiere strategiche. Elenco dei rischi, consigli di mitigazione, focus sul Golden Power e faro sulla sicurezza della ricerca: il Dis al lavoro per la “cultura della sicurezza”

L’intelligence italiana ha, da alcuni giorni, un nuovo sito Internet e un nuovo Portale di prevenzione economico-finanziaria, curato dall’Agenzia informazioni e sicurezza interna (diretta dal prefetto Mario Parente, il cui mandato è in scadenza nelle prossime settimane). Il tutto, sotto la regia del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, la struttura che coordina il lavoro delle due agenzie d’intelligence italiane, al quale la legge che disciplina il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica (la legge 124 del 2007) attribuisce la cura di “attività di promozione e diffusione della cultura della sicurezza e la comunicazione istituzionale”.

IL RESTYLING

Il restyling, avvenuto a distanza di 10 anni dall’ultimo, segue le direttive dell’Agenzia per l’Italia digitale per i siti delle pubbliche amministrazioni. L’obiettivo è quello di migliorare l’accessibilità anche semplificando alcuni temi, come la sezione “Top Secret”, che si occupa anche dei cosiddetti versamenti, e quella del reclutamento, in cui è integrata la possibilità di accesso tramite Spid.

IL NUOVO PORTALE ECOFIN

Il nuovo portale ecofin è la grande novità. È, si legge, “dedicato alle imprese, alle università e ai centri di ricerca per supportare le esigenze di crescita e competitività delle filiere strategiche e per descrivere, all’interno del perimetro della sicurezza nazionale, il ruolo dell’intelligence economica”. A disposizione degli utenti ci sono una pagina dedicata agli obiettivi degli attori ostili e alle minacce (spionaggio industriale, ingerenza economico-finanziaria, influenza e disinformazione), una di consigli per la mitigazione del rischio (con due brochure: “Tips”, ovvero consigli, e “Travel security”, ovvero sicurezza in trasferta) e una dedicata alla normativa Golden Power.

UN APPROCCIO PIÙ “APERTO”

Anche questa è la testimonianza di approccio più “aperto” – di cui le agenzie britanniche e statunitensi sono maestre – imboccato dall’intelligence italiana. Un processo iniziato diversi anni fa ma proceduto a singhiozzo. L’anno scorso il Sistema aveva deciso di rinnovare la veste della relazione annuale (quella riferita al 2022) rendendola più fruibile. Uno slancio continuato quest’anno, con la relazione per il 2023 presentata ieri che presenta un nuovo impianto dettata dalla complessità degli scenari. Il nuovo portale, invece, fa riferimento a una minaccia specifica, quello contro gli interessi economici e finanziari del Paese, sulla quale il sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata, ha più volte posto l’accento.

FARO SULLA SICUREZZA DELLA RICERCA

Forte attenzione viene posta sulla ricerca, dossier affrontato anche da un pacchetto sulla sicurezza economica recentemente presentato dalla Commissione europea. L’intelligence, si legge, “collabora con i principali atenei e centri di ricerca italiani nella diffusione della ‘cultura della sicurezza’ con l’obbiettivo di aiutare docenti, ricercatori accademici e staff nella tutela della sicurezza di ricerche e progetti”. Come ha spiegato Parente mercoledì alla presentazione della Relazione annuale 2023 sulla politica dell’informazione per la sicurezza, la Cina ha “finalità di acquisire un patrimonio informativo e li porta a rivolgersi anche a circuiti universitari”. “Le università possono essere infiltrate, anche attraverso finanziamenti più o meno mediati”, ha detto ancora assicurando che da parte dell’intelligence c’è “un’attenzione molto forte”.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Qualche numero per dare il contesto italiano: ci sono 16 Istituti Confucio ma “manca un dibattito sulla loro presenza o sui rischi che potrebbero comportare”, ha evidenziato recentemente il centro studi tedesco Merics; non ci sono linee guida “per le università su come gestire le partnership con le università cinesi”, hanno aggiunto gli stessi esperti; secondo un altro recente rapporto del Merics, tra il 2013 e il 2022 le co-pubblicazioni tra la Cina e l’Italia sono aumentate del 258 per cento; secondo la società di consulenza Datenna, il nostro Paese è tra quelli con il maggior numero di collaborazioni con i “Sette figli della difesa nazionale”, ovvero le altrettante università finanziate dal governo cinese per contribuire allo sviluppo delle forze armate.

LE PAROLE DI BELLONI IN INDIA

L’ambasciatrice Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ha toccato questi temi due giorni fa presentando la relazione annuale. Il contesto attuale impone politiche di de-risking per limitare le dipendenze strategiche ed evitare “politiche coercitive” messe in attacco da attori come la Cina, ha spiegato. Ma ne aveva parlato anche nei giorni scorsi, durante il suo intervento al Raisina Dialogue, a Nuova Delhi, in India. In quell’occasione aveva anche evidenziato che alla consapevolezza raggiunta dal governo su queste sfide non corrisponde quella della società. “Non sono sicura”, aveva osservato Belloni, “che l’opinione pubblica e le aziende, nel mio Paese e probabilmente anche in altri Paesi, abbiano la stessa consapevolezza”. Per questo, “è necessario lavorare sulla consapevolezza delle aziende e dell’opinione pubblica”, aveva spiegato ancora. Ecco, dunque, il nuovo sito e il nuovo portale.


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