La comunità politica statunitense guarda di buon occhio la presidenza italiana del G7, promotrice di tematiche “nuove” come dialogo col resto del mondo e investimenti sostenibili, ma anche capace di garantire continuità con gli sforzi fatti sino ad ora. Ecco cos’hanno detto Atlantic Council, Gmf e Csis
La visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Washington, culminata nell’incontro bilaterale avuto con il presidente statunitense Joe Biden alla Casa Bianca, ha rappresentato una tappa importante non solo nello sviluppo delle relazioni bilaterali tra Italia e Stati Uniti, ma anche nell’azione del nostro Paese all’interno del framework della presidenza del G7, inauguratasi all’inizio di quest’anno, e in termini di status internazionale di Roma. Questo viaggio ha infatti fornito al governo italiano una preziosa occasione per rimarcare i punti principali che intende mettere al centro nell’agenda del forum intergovernativo. Una situazione di particolare interesse per l’amministrazione di Washington e per la più ampia comunità di policy statunitense, che vede nella presidenza italiana del G7 e nelle sue peculiarità l’occasione ideale per sviluppare una serie di questioni considerate di importanza cruciale. Tra queste, per esempio, l’implementazione della Partnership for Global Infrastructure and Investment, di cui il Piano Mattei potrebbe essere un vettore.
Guardando alle indicazioni di alcuni tra i principali centri di ricerca e think-thank d’oltreoceano, è possibile delineare una panoramica di quali siano le questioni percepite come prioritarie da Washington. A partire dalla costruzione di nuovi legami, oltre che dal rafforzamento di quelli già esistenti, tra l’Occidente e il resto del mondo, con l’obiettivo di contrastare la tendenza del sistema internazionale odierno caratterizzato dall’emergere di divisioni sempre più marcate, che inficiano le capacità di governance globali. Come scrivono Paolo Messa e Karim Mezran, senior fellows dell’Atlantic Council, uno degli obiettivi dell’Italia deve essere quello di far apparire l’Occidente non come un blocco opposto al resto del mondo, ma bensì “come partner in un’impresa globale condivisa”, promuovendo la cooperazione internazionale su questioni che toccano indifferentemente tutti gli attori, attraverso iniziative ex-novo o già esistenti, come nel caso del Piano Mattei. Esemplare è il caso della transizione energetica: durante la presidenza del G7, l’Italia potrebbe farsi promotrice di maggiori investimenti nell’energia verde e nelle tecnologie verdi nel Sud del mondo, investimenti che consentirebbero a questi Paesi di sfruttare le loro risorse naturali, sviluppando al contempo le loro capacità industriali nazionali, e diversificando le forniture energetiche per il Nord del mondo.
La rilevanza del Piano Mattei in questo ambito viene rimarcata anche dal Center for Strategic and International Studies, che ricorda le parole pronunciate dalla presidente Meloni in occasione del Vertice Italia-Africa del 29 gennaio, quando ha sottolineato nel suo discorso di apertura che tale summit era il primo evento internazionale che l’Italia ospitava in qualità di presidente del G7, sottolineando come Roma non agisse soltanto come mera rappresentante di sé stessa, ma come trait d’union tra le economie in via di sviluppo del continente africano e quelle del nord del mondo, ponendo particolare enfasi su cinque aree di investimento (energia, agricoltura, acqua, salute e istruzione) e sui progetti pilota ad esse associate. Con l’obiettivo esplicito di rappresentare una rottura (in positivo) rispetto al passato.
Un lavoro politico e diplomatico da fare cercando di dimostrare una forte continuità, in particolare rispetto alle tematiche che hanno caratterizzato la presidenza giapponese del G7 immediatamente precedente a quella italiana. Finora, l’azione svolta da Tokyo nella promozione della resilienza e della sicurezza economica, è anche parte della visione italiana, che comunque come comprensibile si caratterizza non riproponendo le questioni principali promosse dal governo giapponese — come il processo di mitigazione del rischio delle supply chain, la lotta alla coercizione economica e il contrasto ai leak di tecnologie avanzate. Anche lo sviluppo sicuro dell’Intelligenza Artificiale, uno dei temi principe della presidenza giapponese del G7, è stato rilanciato da Roma come uno dei punti cardine della sua presidenza.
Il sostegno all’Ucraina rappresenta un altro dei grandi temi, già centrali in passato, che l’Italia intende porre in cima all’agenda del G7 per la durata della sua presidenza. La decisione di Meloni di inaugurare la presidenza italiana da Kyiv, come sottolineato da Dario Cristiani del German Marshal Fund, ha rappresentato un forte messaggio inviato in questo senso: nonostante le pressioni interne ed esterne il sostegno dell’Italia all’Ucraina non vacillerà.