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La strategia Ue per l’industria della difesa è solo il primo passo. Intervista ad Antonio Parenti

L’Europa non spende poco in difesa, ma spende male, e la Strategia per l’industria della difesa europea è solo il primo passo. Questo il cuore dell’intervento di Antonio Parenti, rappresentante della Commissione europea in Italia, al live talk di Formiche sull’iniziativa di Bruxelles per incentivare la cooperazione continentale sul procurement militare con la presentazione dell’European defence industrial strategy (Edis) e dell’European defence industrial programme (Edip) da un miliardo e mezzo di euro. “L’Europa spende 240 miliardi l’anno per la Difesa – ha detto Parenti – lo stesso della Cina e tre volte la Russia; il problema è che nonostante ciò in questo momento siamo in svantaggio nei confronti dell’aggressione di Mosca”.

“La Difesa è l’ultimo baluardo veramente nazionale, e non c’è ancora la comprensione della necessità di una difesa comune le cui competenze siano trasferite a Bruxelles”, ha detto Parenti, che ha riconosciuto come la delusione di chi si aspettava un budget più elevato (Breton aveva parlato di cento miliardi) sia forse eccessiva: “La Commissione ha lavorato con realismo su una prospettiva futura per un maggiore coordinamento europeo e una riduzione degli sprechi; sono misure che dovranno permettere e imporre – dal punto di vista politico – alle imprese e agli Stati di lavorare insieme”.

Una strada che si avvia con l’Edis e l’Edip che vedrà nella prossima Commissione la presenza di un commissario per la Difesa ad hoc. “Il dibattito sarà come finanziare i prossimi passi, dobbiamo essere realisti”, ha concluso Parenti.

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