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Benvenuta Svezia! Sicurezza e libertà spostano Stoccolma dalla neutralità

Il Paese nordico perfeziona l’adesione formale e diventa ufficialmente il trentaduesimo membro. Rendendo l’Alleanza più forte contro la minaccia russa. In un momento in cui il suo membro principale è lacerato da contraddizioni interne

“L’ingresso della Svezia nella Nato in un momento così delicato per la stabilità internazionale è un passo importante nel segno della sicurezza e della libertà dei popoli. Da parte mia e della Difesa, congratulazioni e benvenuto al trentaduesimo Alleato”. Così il ministro della Difesa Guido Crosetto ha commentato, attraverso un post sull’account X del ministero della Difesa, l’adesione ufficiale della Svezia all’Alleanza Atlantica, perfezionatasi ufficialmente il 7 marzo.

Si conclude così l’epoca della rigida neutralità svedese, che affonda le sue radici nell’Europa ottocentesca. A spingere verso questo capovolgimento nella postura internazionale del Paese l’invasione russa dell’Ucraina iniziata nel febbraio del 2022, che ha riconfermato ancora una volta al mondo le velleità aggressive e militaristiche della Federazione Russa guidata dal presidente Vladimir Putin. Un conflitto che però ha avuto degli effetti collaterali decisamente indesiderati per il suo fautore: invadendo Kyiv per prevenire che essa aderisse alla Nato, Putin ha convinto sia Stoccolma che Helsinki (che ha sua volta manteneva una posizione marcatamente neutrale) ad optare per l’accessione all’Alleanza Atlantica.

Ma se la Finlandia non ha incontrato ostacoli durante il suo processo di adesione, diventando ufficialmente il trentunesimo membro dell’Alleanza nell’aprile del 2023, stessa cosa non può essere detta per la Svezia. Anche se per motivazioni politiche contestuali e differenti tra di loro, tanto l’Ungheria di Viktor Orbàn quanto la Turchia di Recep Tayyp Erdogan si sono frapposte tra la Svezia e la Nato, rallentando così il perfezionamento del processo di adesione. Il quale però si è adesso concluso ufficialmente.

“Oggi riaffermiamo ancora una volta che i nostri valori democratici condivisi – e la nostra volontà di difenderli – sono ciò che rende la Nato la più grande alleanza militare nella storia del mondo. È ciò che attira le nazioni alla nostra causa. È ciò che sostiene la nostra unità. E insieme al nostro nuovo alleato, la Svezia, la Nato continuerà a difendere la libertà e la democrazia per le generazioni a venire. Non vedo l’ora di ospitare tutti i trentadue alleati per il Vertice del 75° Anniversario della Nato quest’estate a Washington D.C.” si legge in una dichiarazione ufficiale rilasciata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden il 7 marzo, giorno dell’adesione ufficiale di Stoccolma alla Nato.

Nella stessa data Biden si è pronunciato nuovamente sullo stesso tema, ma in un’altra occasione, quella dell’annuale discorso sullo Stato dell’Unione. Biden ha cambiato anche i toni. Il presidente ha sottolineato l’importanza di continuare ad assistere l’Ucraina nella sua lotta contro l’invasore come per fermare l’espansionismo di Putin. E poi fa un significativo paragone con il passato: “Non è passato molto tempo da quando un presidente repubblicano, Ronald Reagan, tuonava: ‘Signor Gorbaciov, abbatta questo muro’. Ora, il mio predecessore, un ex presidente repubblicano, dice a Putin: ‘Fai quello che vuoi’. Un ex presidente americano ha davvero detto questo, inchinandosi a un leader russo. È scandaloso. È pericoloso. È inaccettabile”. Dopo questo passaggio enfatico, Biden si è concentrato sull’allargamento dell’Alleanza: “Oggi abbiamo reso la Nato più forte che mai. L’anno scorso abbiamo accolto la Finlandia nell’Alleanza e proprio questa mattina la Svezia è entrata ufficialmente a far parte della Nato[…] La storia ci guarda. Se gli Stati Uniti si ritirano ora, metteranno a rischio l’Ucraina.  L’Europa è a rischio. Il mondo libero è a rischio, se si incoraggiano altri che vogliono farci del male”.

L’adesione di Stoccolma non rafforza la Nato soltanto in termini retorici, ma anche in termini pratici. Le sue forze armate sono già perfettamente integrate con quelle degli altri membri dell’Alleanza. E la sua posizione geografica, così come quella della Finlandia, contribuisce a rendere il Mar Baltico pressoché un “lago interno” all’Alleanza, rendendo estremamente più efficace la proiezione militare della stessa nei confronti di Mosca. Se questo sarà sufficiente a scoraggiare il Cremlino da compiere azioni aggressive nei confronti dei membri della Nato, purtroppo, ad oggi non possiamo dirlo.



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