“È escluso che l’Italia invii delle truppe in Ucraina”, ha assicurato il ministro degli Esteri. Secondo il capo di stato maggiore della Difesa, “sarebbero preparati a intervenire in un simile scenario”
“In questo momento dobbiamo essere fermi nella difesa del diritto internazionale e determinati a dare all’Ucraina tutti gli aiuti possibili, ma la fermezza non significa fare fughe in avanti”. A dirlo, in un’intervista a QN, è Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri.
“È un grosso errore dividersi”, dice commentando le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, disponibile a inviare le sue truppe a Kyiv, (“forse dettate dalla campagna elettorale”) e dopo che lo stesso ha ospitato un incontro del cosiddetto Triangolo di Weimar con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro polacco Donald Tusk.
Domani si terrà il Consiglio affari esteri dell’Unione europea, con la partecipazione di Antony Blinken, segretario di Stato americano. Giovedì e venerdì, invece, sarà il turno degli incontri tra i leader al Consiglio europeo. ”Nessun impegno diretto è la linea condivisa da tutti”, ribadisce Tajani. E alla domanda sulla possibilità che il leader russo Vladimir Putin attaccasse un Paese Nato, assicura che “certo” l’Italia rispetterebbe l’articolo 5 e manderebbe le truppe a difendere, giusto. “Ma mi auguro che questo non accada, non credo che Putin voglia attaccare un Paese della Nato. È molto aggressivo ma sa anche lui che sarebbe un errore gravissimo e ritengo che non lo farà”.
Concetti ribaditi anche durante un’intervista ad “Agorà week end” su Rai 3. “È escluso che l’Italia invii delle truppe in Ucraina. Siamo contrari”. E ancora: “Sosteniamo l’Ucraina, ma non siamo in guerra con la Russia”.
Sullo “slancio” del presidente francese Macron è intervenuto anche l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di stato maggiore della Difesa e prossimo presidente del Comitato militare Nato: “Il governo è stato chiaro, i nostri militari non andranno, anche se sarebbero preparati a intervenire in un simile scenario”. I missili a lunga gittata da mandare in Ucraina “sarebbero importanti, ma andrebbero utilizzati con criterio”, aggiunge intervistato dal Corriere della Sera. “Occorre evitare il rischio di un effetto escalatorio e il coinvolgimento indiscriminato della popolazione”, continua, smorzando invece il pericolo nucleare. “Io credo che lo stesso Putin sia consapevole che l’uso del nucleare sarebbe una sconfitta anche per lui. Il mondo intero non avrebbe un domani”.