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Tim svela il nuovo piano industriale e spinge sulla cessione di Netco

Il gruppo guidato da Pietro Labriola chiude il 2023 con un rosso di 1,4 miliardi, dimezzando il passivo del 2022 e lancia la nuova strategia che poggia sulla cessione della rete primaria e secondaria. Alberta Figari indicata dal board nuovo presidente

Ci sono almeno due buone notizie uscite dal board di Tim, conclusosi nella tarda serata. Primo, il gruppo telefonico guidato da Pietro Labriola, nell’attesa di capire se e come Vivendi riuscirà a disinnescare a colpi di carte bollate la vendita di Netco alla cordata Kkr-Mef-F2i, ha dimezzato le perdite nel corso del 2023. Secondo, si è finalmente alzato il velo sul piano industriale che mira a imprimere una decisa accelerazione a tutte le poste di bilancio, oltre a portare in dote la stessa vendita della rete primara e secondaria (i cavi di Sparkle potrebbero seguire un destino diverso da quello di Netco, anche perché oggetto di un’offerta separata, quella del Tesoro).

E così, partendo dal consuntivo (domani è in programma il Capital market day con gli analisti e i mercati) il 2023 di Tim si chiude con una perdita dimezzata a 1,4 miliardi, contro un rosso di 2,9 nel 2022, anche e non solo per l’effetto nefasto, hanno precisato dal gruppo, di oneri netti non ricorrenti per 680 milioni di euro. I conti, ribadiscono dall’ex Telecom, “confermano il trend di miglioramento del business domestico e la forte crescita di Tim Brasil, consentono di raggiungere o superare gli obiettivi fissati per l’esercizio 2023, rispettando, per la prima volta dal 2010, tutte le guidance per il secondo esercizio consecutivo”.

Ma, come detto, il board, presieduto per l’ultima volta da Salvatore Rossi (al suo posto è stata candidata l’avvocato Alberta Figari, partner dello studio Legance) ha anche approvato all’unanimità il Piano Industriale 2024-2026 denominato Free to Run. Oltre alla cessione di Netco (il 23 aprile è in programma l’assemblea per l’approvazione del bilancio da parte dei soci), il piano porta in dote i target finanziari sulla base del nuovo perimetro (dati organici, inclusa Sparkle), i quali prevedono ricavi di gruppo in crescita del 3% medio annuo nell’arco di piano da 14,4 miliardi di euro pro-forma nel 2023.

E ancora un ebitda in crescita dell’8% medio annuo, da 3,5 miliardi e una seconda fase del progetto di trasformazione dei costi, con target incrementali per 400 milioni al 2026: “sarà posta una particolare attenzione all’efficienza nel settore Consumer e all’internalizzazione di risorse e competenze nell’area Enterprise”, sottolinea l’azienda. Un’attenzione particolare, infine, l’avrà la sostenibilità ambientale di Telecom.

Qui i target ambientali delineano una strategia di riduzione delle emissioni nel tempo, confermando come primo step il 100% di approvvigionamento energetico da rinnovabili entro il 2025 e l’obiettivo finale del Net zero al 2040. Il piano punta, inoltre, alla crescita dei servizi e prodotti Esg driven come le soluzioni per le Pa e le smart city, a vantaggio dei cittadini, le soluzioni per la digitalizzazione del patrimonio museale e archeologico, le nuove cabine telefoniche smart o i prodotti marchiati Tim con impronta di carbonio.



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