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Le ombre di Trump sull’Aukus. Perché l’alleanza vuole espandersi al più presto

I membri originari del patto trilaterale hanno incrementato gli sforzi per completare il processo di allargamento, prima che lo svolgersi delle elezioni possa inficiarne il risultato

Aukus mira ad espandersi, e mira a farlo presto. I Paesi membri (Australia, Regno Unito e Stati Uniti) del patto di difesa trilaterale costituito con lo scopo di mantenere la sicurezza nell’area indo-pacifica starebbero lavorando per includere all’interno dell’intesa anche il Canada e il Giappone, nella speranza di riuscire in questa missione prima dello svolgimento delle tornate elettorali previsti in tutti e tre i Paesi, il cui risultato potrebbe influenzare (anche pesantemente) la loro linea di politica estera.

Una fonte diplomatica di alto livello ha rivelato a Politico che tanto Tokyo quanto Ottawa hanno confermato il loro intento di perfezionare l’adesione al cosiddetto “pilastro 2” dell’accordo Aukus tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, avviando così una cooperazione tecnologico-militare con gli altri Paesi membri ancora più strutturata di quanto sia già oggi per lo sviluppo di capacità militari particolarmente avanzate, dall’intelligenza artificiale ai missili ipersonici, fino all’impiego bellico di tecnologie quantistiche. Mentre il primo pilastro, relativo alla collaborazione nell’ambito della costruzione di sottomarini nucleari, è stato concepito specificamente per i tre membri originari sin dal 2021 (anno di creazione di Aukus), il secondo pilastro è stato invece ideato per essere esteso ad altri Paesi vicini al blocco occidentale. Non solo Giappone e Canada, ma anche Corea del Sud e Nuova Zelanda, e addirittura l’India, hanno mostrato interesse verso Aukus.

Un’altra fonte diplomatica coinvolta nel processo di allargamento ha dichiarato invece che l’amministrazione del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden stia “spingendo molto forte per ottenere alcuni risultati sul pilastro 2 di Aukus ora, prima delle elezioni americane” che si terranno il prossimo novembre. Elezioni che potrebbero riportare alla Casa Bianca Donald Trump, il quale potrebbe ridurre, se non eliminare completamente, la struttura di Aukus. Durante la campagna elettorale l’argomento non è (ancora) stato toccato direttamente dal Tycoon, ma le sue posizioni spiccatamente isolazioniste lasciano sospettare quale possa essere il suo approccio nei confronti del patto. “Il ritorno dell’isolazionismo americano rappresenta un rischio per l’Indo-Pacifico”, ha commentato la prima fonte contattata da Politico.

Ma non solo gli Usa aspettano le elezioni: il Regno Unito terrà le proprie entro la fine di quest’anno, mentre l’Australia andrà alle urne nel maggio 2025. Tuttavia, né il Paese europeo né quello oceanico rischiano di vivere un’inversione di rotta tanto forte come quella che potrebbero avere gli Stati Uniti nell’eventualità di una seconda presidenza Trump. Inversione di rotta che fa paura, e che spinge questi Paesi a spingere sull’acceleratore. Un funzionario del ministero della Difesa britannico ha convenuto che ci sia “l’impulso a concludere i lavori sul secondo pilastro al più presto” e che ci sono “discussioni in corso su come apparirà il secondo pilastro” nella sua nuova versione.

L’esperta di sicurezza del think tank londinese Chatham House Marion Messmer ha dichiarato: “Ha senso espandere il pilastro 2, perché è qualcosa a cui molti altri Paesi sono interessati e il Giappone in particolare ha molto senso data la sua posizione nel Pacifico. Potrebbe essere un’ottima idea – abbiamo visto le ambizioni tecnologiche che il Regno Unito si è prefissato e credo che mi piacerebbe vedere, ad esempio, i Paesi capire in cosa potrebbero essere particolarmente bravi e scambiare su quella base”. Aggiungendo che una seconda presidenza Trump rappresenta un “grande rischio” per il futuro dell’intero accordo Aukus.


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