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Ucraina, si può uscire dall’angolo delle armi? La proposta Schroeder e la tela di Blinken

Nel bel mezzo delle tensioni su suolo ucraino (e polacco), l’ex cancelliere riprova ad abbozzare un nuovo tentativo di mediazione, certo che “Francia e Germania devono prendere l’iniziativa”. Se il suo sforzo verrà preso in esame lo si capirà già tra pochi giorni, quando Blinken sarà a Parigi e Bruxelles

Nel giorno in cui ad Amburgo è attraccata la prima nave al mondo che trasporta metanolo, segno evidente di come la transizione dei trasporti sia iniziata anche nel settore delle spedizioni marittime e di come in Ue la “base logistica” resta la Germania, il Paese è scosso dalle parole dell’ex cancelliere Gerhard Schroeder su Putin e la guerra. Possono aprire semplicemente un dibattito, come altri ce ne sono stati in questi due anni, oppure possono segnare l’inizio di una fase nuova del conflitto? Ovvero, non c’è bisogno di aspettare il post doppie elezioni Ue e Usa per provare a uscire dall’angolo delle armi?

La tesi Schroeder

“È ovvio che la guerra non può finire con una sconfitta totale da una parte o dall’altra. Abbiamo lavorato insieme in modo sensato per molti anni. Forse questo può ancora aiutare a trovare una soluzione negoziata, non vedo nessun’altra soluzione”. L’ex cancelliere, rispetto alle valutazioni passate, sembra aver imboccato la strada del realismo diplomatico, conscio che una via di uscita unidirezionale non raccoglierebbe consensi bipartisan. E allora si traveste da pacificatore con un’analisi che è destinata a coagulare un ragionamento, tanto a oriente quanto a occidente.

Nel marzo 2022, subito dopo l’attacco russo all’Ucraina, l’ex cancelliere incontrò a Istanbul prima l’allora parlamentare ucraino e attuale ministro della Difesa Rustem Umerov e a Mosca il presidente russo, ma senza esiti concreti. Oggi riprova ad abbozzare un nuovo tentativo di mediazione, certo che “Francia e Germania devono prendere l’iniziativa”.

Fronti di crisi

Il contesto delle ultime settimane, come è noto, è diventato ancora più critico a causa di numerosi fronti di crisi che si sono aperti contemporaneamente: Putin ha minacciato di contrattaccare se gli F-16 verranno consegnati a Kiev, e se quei caccia decollassero da basi militari in paesi terzi, queste basi diventerebbero obiettivi legittimi per l’esercito russo, ha aggiunto. Belgio, Danimarca, Norvegia e Paesi Bassi sono tra i Paesi che si sono impegnati a donare gli F-16. Il tutto mentre la Polonia vuole raddoppiare gli acquisti di munizioni per l’Ucraina e la Repubblica Ceca si candida a produttore.

All’orizzonte si staglia il vertice Nato previsto a Washington nel luglio 2024, occasione che gli ucraini vogliono sfruttare al massimo per incassare un risultato: verranno accettati nell’Alleanza? Nel frattempo l’Ucraina prova a rafforzare la sua industria della difesa contro la Russia, definita dal governo un’area strategica, ma non mancano difficoltà logistiche e contingentali.

Più informazioni

Dal fronte Usa, intanto, spiccano le riflessioni di James Rubin, a capo del Global Engagement Center del Dipartimento di Stato americano, un alto diplomatico statunitense responsabile della lotta alla disinformazione. Ritiene che il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy dovrebbe essere più aperto a divulgare informazioni sullo stato della guerra in Ucraina: “A volte il governo ucraino può opporsi al tipo di libertà di informazione che è normale per noi”, ha osservato parlando al podcast Power Play di Politico.com.

Secondo Rubin un migliore accesso rafforzerebbe la necessità urgente dell’Ucraina di ottenere maggiore aiuto da parte dei suoi alleati. Sebbene Kiev “si stia muovendo nella giusta direzione”, non è ancora una democrazia a pieno titolo, con alcune conseguenze negative per il flusso di informazioni, ha precisato.

Scenari

Più di 760 giorni di guerra non sono serviti a cerchiare in rosso possibili vie di uscita. Due gli incontri significativi di questi giorni: in visita a Pechino, il primo ministro olandese Mark Rutte ha chiesto al presidente cinese Xi Jinping a usare la sua influenza sulla Russia per portare la pace in Ucraina. Inoltre il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba inizia oggi una visita di due giorni in India, in un paese che non ha condannato esplicitamente l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Se le parole di Schroeder verranno raccolte (o meno) lo si capirà già a breve, quando il segretario di Stato americano Antony Blinken discuterà del sostegno all’Ucraina durante i colloqui che si terranno a Parigi la prossima settimana con il presidente francese Emmanuel Macron. In quell’occasione Blinken farà il punto, per poi recarsi a Bruxelles per i colloqui con i ministri degli Esteri della Nato in vista del vertice del 75° anniversario dell’alleanza. Previsto un vertice anche con Nikol Pashinyan, che vuole abbandonare l’alleanza dell’Armenia con la Russia.

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