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Vi racconto i cinesi d’oltremare lungo la Via della Seta. L’analisi di Valori

Suddividendo per Paese e regione, oltre il 70% dei cinesi d’oltremare è concentrato nel sud-est asiatico, mentre Indonesia, Thailandia e Malaysia da sole rappresentano circa il 60% del numero totale di cinesi nel mondo. L’analisi di Giancarlo Elia Valori

Quanti cinesi ci sono al mondo fuori Patria? Parlando di cinesi d’oltremare che siano di cittadinanza sinica o di origine, dobbiamo ammettere che li possiamo trovare in quasi ogni angolo del mondo. Secondo statistiche del 2022, il numero di cinesi all’estero è una diaspora di oltre 60 milioni, distribuiti in 198 Paesi e regioni di tutto il pianeta. In questo articolo tratteremo dei Paesi in cui vi è il più alto numero di cinesi più ulteriori note.

Parliamo prima dell’Indonesia. L’Indonesia è l’arcipelago più grande del mondo fra le 17.500 e 18.300 isole ed è anche la più grande economia del sud-est asiatico. La popolazione dell’Indonesia (277.534.122 abitanti) è al quarto posto nel mondo, dopo India, Repubblica Popolare della Cina e Stati Uniti d’America. L’Indonesia è riconosciuto come il Paese con la più estesa popolazione cinese. Secondo le statistiche, circa il 5% della popolazione indonesiana è cinese, contando più di 10 milioni di persone, e oltre il 90% di loro è diventato cittadino indonesiano. La maggior parte dei cinesi indonesiani proviene dalle province meridionali della Cina, come Fujian, Hainan e Guangdong. I cinesi indonesiani sono distribuiti principalmente in città come Giacarta, Surabaya, Medan, Pekanbaru, Semarang, Pontianak (Pontinak), Sijiang (Makasa), Palembang, Bandung e Pangkal Pinang.

Tuttavia, a causa di alcune particolari ragioni storiche, i cinesi locali sono relativamente sensibili alla propria identità cinese. Negli ultimi anni, il governo indonesiano ha attuato una politica di riforma democratica e di apertura, riconoscendo i cinesi come membri della famiglia nazionale indonesiana, e lo status dei cinesi è migliorato. Secondo il censimento ufficiale dell’Indonesia, attualmente sono circa 2,8 milioni i cinesi indonesiani che riconoscono l’identità cinese.

Con la rapida ascesa della RP della Cina e il graduale miglioramento delle relazioni con l’Indonesia, sempre più cinesi indonesiani possono affermare con sicurezza di essere cinesi.

In Thailandia attualmente, ci sono più di 30 gruppi etnici, con una popolazione totale di oltre 71.801.279 abitanti. Il principale gruppo etnico del Paese è quello tailandese, che rappresenta il 40% della popolazione. Il secondo gruppo è quello dei Lao, che rappresenta il 35% della popolazione totale. I cinesi rappresentano il 14% della popolazione totale, mentre i malesi rappresentano il 2,3% della popolazione totale. Questi gruppi etnici sono in percentuale i maggiori della popolazione totale della Thailandia, mentre altri gruppi etnici rappresentano proporzioni minori.

Ora ci sono quasi 10 milioni di cinesi in Thailandia e la maggior parte dei cinesi in Thailandia proviene da Guangdong, Chaoshan, Xiamen e altre regioni. I cinesi in Thailandia hanno una lunga storia e un gran numero di persone e hanno dato un contributo considerevole allo sviluppo della Thailandia medesima.
I cinesi della Malaysia (34.308.525 ab.) malesi sono il secondo gruppo etnico, con circa 7,4 milioni di persone, che rappresentano circa il 21,5% della popolazione totale malesiana. I dati mostrano che i cinesi malesi (o cinesi etnici) si riferiscono agli immigrati e ai loro discendenti che sono giunti in quel Paese dalle province di Fujian, Guangdong, Guangxi e Hainan in Cina per centinaia di anni a partire dalle dinastie Ming (1368-1644) e Qing (1644-1911).
Attualmente, la percentuale di cinesi nella struttura demografica della Malaysia sta diminuendo di anno in anno. Secondo le statistiche dell’Asia Strategy and Leadership Institute, il più grande think tank indipendente della Malaysia, se l’attuale tendenza all’immigrazione del Paese rimane invariata, la percentuale di cinesi malesi nella popolazione nazionale passerà dal 38,2% ch’era nel 1957, al 19,6% nel 2030.

Ci sono tanti cinesi anche negli Stati Uniti d’America (339.996.563 ab.), provenienti dalla madrepatria e da tutto il mondo che in seguito si sono naturalizzati come cittadini statunitensi, compresi i loro discendenti.

Secondo gli ultimi dati rilasciati dal Federal Census Bureau degli Stati Uniti d’America, la popolazione asiatica complessiva totale negli Stati Uniti d’America ha raggiunto i 21,4 milioni, con la popolazione cinese in testa con 5,08 milioni. La maggior parte di essi è concentrata in California, New York e nelle città metropolitane.

I cinesi americani provengono principalmente da Changle, Lianjiang, Fuqing e altre regioni della provincia del Fujian, Gaocheng, Hengshui e altre regioni dello Shijiazhuang, della provincia di Hebei e della regione nordorientale.

La città-Stato di Singapore (4.044.000 ab. al censimento del 2020) è l’unico Paese, ad eccezione ovviamente della RP della Cina, in cui la popolazione cinese costituisce la maggioranza con 3.006.800 abitanti, pari al 74,3% della popolazione. La lingua nazionale di Singapore è il malese è la lingua nazionale; mentre inglese, cinese, il tamil sono lingue ufficiali e l’inglese è la lingua amministrativa.

In effetti, i primi scambi e lo sviluppo di Singapore come centro commerciale videro la crescita di una grande comunità cinese all’interno della colonia britannica. I cinesi provengono principalmente dai gruppi dialettali hokkien, chaozhou, cantonese, hakka, qiong e fuzhou delle province costiere sudorientali della Cina, come Guangdong, Fujian e Hainan. Il 40% di loro è hokkien, seguito da chaoshan, cantonese, e hakka, hainanesi e fuzhou, ecc.
Secondo i risultati dell’analisi demografica di Statistics Canada, ci sono circa 1,77 milioni di cinesi in Canada (38.781.291 ab.) e la percentuale di cinesi a Vancouver ha raggiunto il 21%.

I cinesi rappresentano il 4,6% della popolazione totale e si collocano al settimo posto tra tutti i gruppi etnici, mentre i primi sei sono canadesi, britannici, scozzesi, francesi, irlandesi e tedeschi. Invece, come abbiamo visto negli Stati Uniti d’America, che sono pure un grande Paese di immigrati, i cinesi rappresentano meno dell’1,5%.

Il Myanmar (Birmania) confina con la RP della Cina e i due Paesi hanno una frontiera comune di oltre 2.000 chilometri. I due Paesi sono vicini, amici che dipendono l’uno dall’altro che da sempre hanno condiviso benefici, e anche le sventure del colonialismo. Sin dai tempi antichi, le popolazioni dei due Paesi hanno formato carovane e viaggiato attraverso montagne e fiumi per svolgere attività commerciali di scambio di merci. Poiché nell’antichità il confine tra i due Paesi non era chiaro, il commercio via terra tra Yunnan e Bhamo portò alla migrazione stagionale dei “cinesi di montagna” in Myanmar.

Attualmente in Myanmar (54.577.997 ab.) vivono circa 1,63 milioni di cinesi, che rappresentano circa il 3% della popolazione. Le comunità cinesi in Myanmar vivono in aree diverse. In termini di distribuzione, in città come Yangon, la popolazione cinese è dominata da cantonesi (compresi hakka, chaoshan, ecc.) e fujianesi, e la maggior parte di loro gestisce piccole imprese; alcuni svolgono commerci e hanno notevoli joint venture a Singapore, Xianggang (Hong Kong) e Taiwan,. I cinesi kokang e i cinesi musulmani vivono principalmente nella zona di confine tra RP della Cina e Myanmar.

Oggi nelle Filippine (117,337,368 ab.) nove cinesi su dieci dei loro antenati provenivano dal Fujian meridionale (Quanzhou, Zhangzhou, Xiamen), con Quanzhou che offriva la maggiore emigrazione (80-90% dei cinesi nelle Filippine). Il restante circa 10% proviene principalmente dal Guangdong, con solo pochi da altre province. L’hokkien è la lingua franca della comunità filippino-cinese. In totale, nella nazione filippina, l’ascendenza cinese rappresenta circa il 20%. Considerando l’attuale popolazione filippina, potrebbero esserci più di 10 milioni di persone con origini cinesi. Tuttavia, in passato, a causa del sottosviluppo dell’istruzione cinese, la maggior parte delle persone con origini cinesi raramente aveva l’opportunità di ricevere un’istruzione cinese e dichiararsi di origine cinese. Ed insieme alla fede cattolica, il risultato è che un cinese è stato assimilato ad un filippino autoctono.

Anche in Sudamerica ci sono cinesi. In Perù (34.352.719 ab.) vivono 1,3 milioni di cinesi. In Perù, si stima che gli asiatici peruviani costituiscano almeno il 5% della popolazione. Una fonte ha affermato che il numero di cittadini con origini cinesi potrebbe raggiungere i 5 milioni, pari al 15-16% della popolazione totale del Paese. Al momento però non esiste alcuna verifica.

La maggior parte dei cinesi peruviani parla più lingue e, oltre allo spagnolo o al quechua, molti di loro possono parlare almeno il mandarino e i dialetti cinesi, tra cui cantonese, hakka, mandarino e hokkien. Poiché il primo gruppo di immigrati cinesi proveniva da Macao, alcuni di loro parlavano anche portoghese.

In Australia (26.439.111 ab.) la popolazione cinese totale è di circa 1.214.000 milioni, pari al 4,59% della popolazione totale. La comunità cinese è diventata il più grande gruppo di minoranza non anglofona dell’Australia.

Per i gruppi cinesi che attualmente scelgono di rimanere in Australia, a giudicare dagli ultimi dati del censimento australiano rilasciati dall’Australian Bureau of Statistics, non solo sta aumentando il numero di cinesi, ma sta crescendo anche la loro influenza su questo Paese, ed essi svolgono anche un ruolo maggiore nel rafforzamento degli scambi culturali e della cooperazione tra i due Stati.

Oltre ai dieci Paesi sopra menzionati, ci sono Vietnam, Repubblica di Corea (sud) e Cambogia con una popolazione cinese che supera il milione. Inoltre nella nostra Italia, in Francia, Giappone, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Venezuela, Repubblica del Sudafrica, Italia, Brasile, Russia, Spagna, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Germania, India e altri Paesi si ha una popolazione cinese d’oltremare di oltre 100.000 persone.

Suddividendo per Paese e regione, oltre il 70% dei cinesi d’oltremare è concentrato nel sud-est asiatico, mentre Indonesia, Thailandia e Malaysia da sole rappresentano circa il 60% del numero totale di cinesi d’oltremare nel mondo.

Oggi, i cinesi d’oltremare, o come li definirei «la collana che si estende sulla Via della Seta», è una passerella, un collegamento tra la Repubblica Popolare della Cina e i Paesi di residenza di questi suoi figli lontani. Essi sono diventati una forza importante negli scambi culturali ed economici tra Pechino e il resto del mondo.


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