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L’Occidente isoli la Russia e sostenga l’Ucraina. L’appello di Zelensky al Delphi Forum

Si apre il tradizionale appuntamento economico in Grecia con il discorso in videoconferenza del presidente ucraino che punta il dito contro Berlino e Washington, alla presenza tra gli altri del commissario europeo Paolo Gentiloni. Che osserva come “la Grecia è uno dei pochi Stati membri dell’Ue che soddisfa, e addirittura supera, l’impegno della Nato per il 2% del Pil investito in spesa per la difesa che nel 2023 si è attestata al 3%. Ciò dovrebbe incoraggiare coloro che sono in ritardo a intensificare i loro sforzi”

L’Occidente isoli la Russia e sostenga l’Ucraina. Volodymyr Zelensky (che apre un mini fronte polemico con Berlino e Washington) lo ribadisce dal palco del Delphi Forum, il tradizionale appuntamento economico e geopolitico ospitato in Grecia dal 10 al 13 aprile la presenza di mille tra speaker, analisti, esponenti delle istituzioni, della finanza, dell’industria per riflettere sulla Grande Transizione. Tra loro anche il commissario europeo Paolo Gentiloni e il presidente ucraino (intervenuto in collegamento) che ha chiesto il sostegno della comunità internazionale, sottolineando che la Russia è aggressiva nei confronti dell’intero Occidente e delle istituzioni democratiche. Ma il forum è utile occasione per accendere un focus sulle contingenze del momento, sia alla vigilia delle elezioni europee sia a cavallo di due fronti bellici ancora irrisolti.

Difesa

“La Grecia è uno dei pochi Stati membri dell’ Ue che soddisfa, e addirittura supera, l’impegno della Nato per il 2 per cento del Pil investito in spesa per la difesa che nel 2023 si è attestata al 3 per cento, ciò dovrebbe incoraggiare coloro che sono in ritardo a intensificare i loro sforzi”. Lo ha detto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, nel suo intervento al forum economico di Delphi, in Grecia.

Isolamento e armi

La narrativa di base russa, secondo Zelensky, è che l’Occidente è diabolico. “Il problema principale è che odiano tutto ciò che si trova oltre i loro confini. Dobbiamo isolarli completamente, non giocare con loro. Qualunque sia l’uso delle armi inviate dai nostri alleati, queste non saranno mai mirate al suolo russo. Ciò che usiamo in un attacco contro obiettivi militari ed energetici russi sono esclusivamente le nostre armi, armi che sono state prodotte in Ucraina”, ha detto.

Poche ore prima del suo intervento al forum aveva rivolto aspre critiche a Berlino, certo che mentre le difese di Kyiv si indeboliscono e l’Ucraina attende che avvenga un miracolo e che il Congresso dica il grande sì, il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è rifiutato di fornire a Kyiv i missili da crociera di fabbricazione tedesca Taurus. Secondo Zelensky tale riluttanza si basa sul desiderio di conservare le armi per la difesa di Berlino contro la minaccia russa.

Polemica con Berlino e Washington

E ancora: “Da quello che ho capito, il cancelliere ritiene che, come rappresentante di uno Stato non nucleare, questa sia l’unica arma che la Germania ha, è la più potente. Ha condiviso con me messaggi dicendo che non può lasciare il suo Paese senza un’arma così potente”, ha aggiunto. Il governo tedesco, tuttavia, presenta al suo pubblico una motivazione completamente diversa per non inviare le armi, sottolineando che tale mossa potrebbe portare ad un’escalation della guerra.

Zelensky non solo ha puntato il dito contro la riluttanza della Germania a inviare i missili a Kiev, ma anche contro gli Stati Uniti per la questione dei caccia F-16 e dei missili ATACMS: “Uso sempre la logica nei miei passi, nelle mie parole e nelle mie conclusioni. E proprio non capisco la logica che sta dietro a ciò quando, ad esempio, uno dei nostri partner possiede le armi di cui l’Ucraina ha bisogno oggi per sopravvivere. E non capisco perché non ce li forniscano”.

Richiesta di unità

In questo contesto, Zelensky ha ricordato in particolare la visita a Kyiv della Presidente della Repubblica Katerina Sakellaropoulou e del primo ministro Kyriakos Mitsotakis, che hanno avuto l’opportunità di constatare in prima persona le conseguenze del terrore russo e proprio a questo proposito ha sottolineato la necessità di unità da parte dei partner: “Se non c’è unità e i leader iniziano a pensare a come aggirare le sanzioni o coinvolgere nuovamente la Russia in progetti economici che erano stati congelati a causa della guerra, allora perderemo l’unità. Senza unità perderemo territori, senza aiuti militari fondamentali l’Ucraina arretrerà. Cosa significa perdere la guerra? Prima di tutto riguarda le persone stesse. Se perdi le terre, perdi le persone e la normalità nelle loro vite”.

I temi di discussione

Molteplici i temi di discussione nell’edizione 2024 del Delphi Forum, sotto il comun denominatore di un indirizzo specifico: immaginare i percorsi con cui le società, le economie e le istituzioni devono affrontare le sfide globali come il cambiamento climatico, la disuguaglianza sociale, le tensioni geopolitiche e le perturbazioni tecnologiche, nella consapevolezza che lo strumento dell’agorà resta il principale veicolo di scambio di informazioni e condivisione di analisi. Questi gli obiettivi dell’edizione di quest’anno.

Tra i relatori spiccano Paolo Gentiloni, commissario europeo e già premier, Niall Ferguson della Milbank e Hoover Institution alla Stanford University, Thomas Bach Presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Mathias Cormann Segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), Jakov Milatović Presidente del Montenegro, Nataša Pirc Musar Presidente della Repubblica slovena e Melina Travlos Presidente dell’Unione degli armatori greci e Presidente del consiglio di amministrazione del gruppo Neptune.

Sei i forum tematici previsti: Geopolitica, per approfondire le dinamiche globali, comprendere i cambiamenti di potere e promuovere i dialoghi diplomatici; Pianeta, al fine di esplorare soluzioni sostenibili tramite le iniziative ecologiche innovative; Economia e finanza sostenibili, con il dibattito sulla crescita economica sostenibile; Futuro, per ispirare il cambiamento e plasmare il futuro globale; Formazione scolastica, al fine di ridefinire l’istruzione tramite tre pilastri come innovazione, inclusività e apprendimento permanente; infine Persone, ovvero come lo sviluppo sociale si intreccia con un mondo che cambia.

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