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Sulle auto elettriche la Cina gioca sporco non solo fuori casa

Dopo aver creato un eccesso di offerta e depresso i prezzi a causa degli ingenti sussidi pubblici ai costruttori domestici, ora Pechino concentra gli aiuti su pochi eletti. Lasciando tutti gli altri a bocca asciutta e condannandoli all’estinzione

A un primo sguardo potrebbe sembrare autolesionismo. Ma forse è più semplicemente politica industriale, in stile cinese. Da non meno di due anni la Cina sta portando avanti una concorrenza sleale ai danni dell’Occidente, soprattutto dell’Europa. Il terreno è quello delle auto elettriche, che vede i produttori cinesi imbottiti di sussidi statali e per questo nelle condizioni di vendere un’auto verde a un prezzo scontato fino al 40% rispetto a quello di mercato. Costruire costa meno alle imprese cinesi, tanto ci sono i soldi dello Stato a compensare le spese, dunque l’auto si può piazzare a un prezzo minore. Di più.

La valanga di aiuti ha fatto esplodere l’offerta di veicoli green cinesi, spesso superando la domanda e quindi abbassando anche i prezzi del mercato. Eppure c’è il rovescio della medaglia. I sussidi che il governo cinese concede generosamente riguardano solo una piccola quota di case automobilistiche cinesi. Il grosso del denaro pubblico va soprattutto Byd. Il colosso cinese ha già messo un piede in Europa, con l’obiettivo di mettercene due al più presto. Oggi Byd nel Vecchio continente vende appena 13.500 vetture, ma nel resto del globo è già presente in 19 paesi e 230 concessionari. L’obiettivo è vendere 800 mila unità entro il 2030, grazie anche alla costruzione del primo stabilimento di auto e batterie in Ungheria, che sarà operativo entro tre anni.

Tornando alla Cina, come rivela un report della Cnn, molti altri costruttori cinesi non ricevono i sussidi di cui gode Byd e per questo non riescono a stare al passo, quando non rischiano l’estinzione. “Una corsa tra la vita e la morte ha iniziato a svolgersi nel più grande mercato mondiale dei veicoli elettrici. I produttori cinesi, godono da anni di un generoso sostegno da parte del governo, con alcuni che crescono rapidamente fino a diventare attori globali. Byd, ad esempio, è ora in competizione con Tesla per la leadership nel mercato dei veicoli elettrici a batteria”.

Problema. “Tutti gli oltre 200 produttori di veicoli elettrici del Paese sono ora alle prese con un enorme eccesso di offerta, e gli esperti prevedono che molte aziende più piccole non sopravvivranno a un ambiente fortemente competitivo, specialmente se non ricevono gli stessi sussidi di Byd. L’industria cinese dei veicoli elettrici andrà sempre più rafforzandosi nel suo insieme, ma non tutti i protagonisti vedranno il traguardo”, si legge nel report. Insomma, la concorrenza cinese, alla base dell’eccesso di offerta, mieterà vittime non solo fuori dai confini, ma anche in casa.

Perché i prezzi crolleranno non solo per il mercato globale, ma anche per i produttori domestici. E chi non riceverà gli stessi fondi di Byd, soccomberà. “Entro il 2030, la Cina potrebbe avere meno di cinque principali attori nel settore dei veicoli elettrici, aveva previsto, non a caso, lo scorso giugno Richard Yu, ceo della divisione consumer business di Huawei. Ne rimarranno solo in pochi, in Cina, a produrre auto elettriche”.


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