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G7, aiuti umanitari e diplomazia. La risposta italiana alla crisi mediorientale

Il G7 convocato ieri da Meloni su richiesta del presidente americano ha chiesto all’Iran e ai suoi fiancheggiatori di interrompere le azioni ostili. In caso contrario verranno adottate ulteriori misure, al pari dell’aumento della cooperazione in favore di Gaza. Tra due giorni la ministeriale esteri a Capri. Dal punto di vista della Casa Bianca una reazione ulteriore israeliana contro l’Iran darebbe il “la” a una guerra vera e propria, ampliando il campo di battaglia che dal 7 ottobre scorso è circoscritto alla Striscia

Si distende la strategia italiana in ambito G7 per gestire questo inaspettato e grave fronte bellico, dopo il massiccio attacco iraniano contro Israele. L’obiettivo del governo è quello di essere operativo ed efficace nel favorire una ricomposizione delle parti, ferma restando la condanna contro l’iniziativa di Teheran, ma sotto un preciso auspicio: impedire con tutte le forze che il recinto del 7 ottobre possa essere rotto e sfociare in un conflitto globale. Un impegno che vede nella ministeriale del G7 a Capri e nel sostegno umanitario italiano alla Striscia due punti cardine.

G7 organizzato da Meloni su richiesta di Biden

Con le sue azioni, l’Iran ha compiuto ulteriori passi verso la destabilizzazione della regione e rischia di provocare un’escalation regionale incontrollabile. Parte da questo assunto la convergenza del G7 organizzato ieri pomeriggio da Giorgia Meloni su richiesta di Joe Biden, sottolineando la condanna inequivocabile dell’attacco, diretto e senza precedenti dell’Iran contro Israele, esprimendo la piena solidarietà a Israele e al suo popolo. Particolare attenzione alla sicurezza e, quindi, al rischio di destabilizzazione della regione che rischia di provocare un’escalation regionale incontrollabile. Uno scenario che andrà evitato.

Per questa ragione il desco del G7 si impegna da un lato a lavorare per evitare un’ulteriore escalation e, dall’altro, chiede all’Iran e ai suoi fiancheggiatori di interrompere le azioni ostili. In caso contrario verranno adottate ulteriori misure, al pari dell’aumento della cooperazione in favore di Gaza.

La convinzione di Joe Bien è quella di frenare Benjamin Netanyahu, certamente difendendo Israele ma senza dare fiato a un’escalation, passaggio ribadito dall’ambasciatore americano all’Onu Robert Wood e condiviso da Meloni, Macron e Borrell. Dal punto di vista della Casa Bianca una reazione ulteriore israeliana contro l’Iran darebbe il “la” ad una guerra vera e propria, ampliando il campo di battaglia che dal 7 ottobre scorso è circoscritto alla Striscia.

Colloquio Tajani-Abdollahian

In una lunga telefonata con il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, Tajani due giorni fa ha sottolineato ulteriormente la posizione del governo in favore della pace e per la de-escalation. Ha esortato Teheran alla moderazione e ha confermato necessità di garantire incolumità forze militari italiane in Libano e delle nostre navi mercantili nel Mar Rosso.

Secondo il titolare della Farnesina nessuno potrà mettere in discussione l’esistenza di Israele e il mondo si dovrà impegnare per la sopravvivenza dello Stato ebraico. Per questa ragione ha chiesto ad Abdollahian di convincere il suo governo a moderazione e senso di responsabilità, anche alla luce della condanna unanime di tutti i Paesi Ue per l’attacco che loro hanno subito al consolato a Damasco. La ritorsione potrebbe mettere in moto una spirale pericolosissima, ha precisato. E ha ribadito che l’Italia è a favore di un cessate il fuoco a Gaza al fine di permettere l’ingresso di aiuti alla popolazione civile palestinese e la liberazione degli ostaggi israeliani. È un momento decisivo per ritornare a una dinamica di pace nella regione.

Non è la prima volta che i due ministri affrontano i temi caldi della politica internazionale, nel 2022 l’occasione era stata la liberazione di Alessia Piperno.

Prossimo G7 a Capri

La questione sarà al centro della ministeriale esteri del G7 in programma a Capri da mercoledì prossimo fino a venerdì 19, alla presenza del ministro Antonio Tajani che riceverà il segretario di Stato Usa Antony Blinken e gli omologhi di Giappone, Germania, Francia, Canada, Regno Unito e Unione europea. Giovedì 18 si svolgeranno le singole sessioni di approfondimento ovvero la riunione dei ministri G7 al Quisisana, i meeting con i delegati dei Paesi outreach come Brasile, Corea, Tunisia, Mauritania, India e il giorno successivo la riunione conclusiva. Al primo punto ci sarà la situazione in Medio Oriente, così come annunciato da Giorgia Meloni. L’obiettivo dell’Italia è di lanciare un messaggio preciso da Capri, dal momento che il governo di Roma è al centro del Mediterraneo, per cui una nuova crisi aggiungerebbe un altro fronte alla già gravissima situazione internazionale zavorrata da Ucraina e Mar Rosso.

L’attività umanitaria e diplomatica a Gaza

L’azione umanitaria italiana diretta verso la crisi a Gaza è stata perimetrata dal voto parlamentare sulla missione Levante, che punta a veicolare aiuti umanitari alla popolazione civile anche recapitando dall’alto materiale umanitario. Si somma all’iniziativa multinazionale “Maritime Aid to Gaza” per favorire l’apertura di un corridoio marittimo per il trasporto di aiuti. Levante segue l’invio di Nave Vulcano della Marina Militare, i voli dell’Aeronautica Militare per portare in Italia bambini palestinesi e la realizzazione di un ospedale da campo in loco.


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