Dalla riunione dei ministri a Milano esce un chiaro impegno per un progressivo abbandono dei fossili, un uso intelligente del territorio e per una spinta alle ferrovie
Se cambia il clima, devono cambiare anche i trasporti. E viceversa, onde evitare guai peggiori. Il G7 tra i ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti, appena concluso a Milano e presieduto da Matteo Salvini, nell’ambito della guida di turno italiana, ha mandato un messaggio forte e chiaro ai mercati e alle imprese. Il cambiamento climatico non si arresta, bisogna agire prima che sia troppo tardi. E che sia gomma, ferro, mare o aria, bisogna dare il buon esempio. Per questo nel documento conclusivo del vertice milanese, al capitolo dedicato alla sostenibilità nei trasporti, è contenuta una mappa che vale la pena tenere a portata di mano.
“I cambiamenti climatici possono contribuire a eventi meteorologici più frequenti e intensi, come inondazioni, ondate di calore, tempeste e altri fenomeni meteorologici estremi. Questi fattori di stress possono danneggiare e interrompere le infrastrutture di trasporto, i servizi in una moltitudine di modi, causando impatti significativi sulla sicurezza e sull’economia”, premettono i ministri dei Trasporti. “Per mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici e mantenere il limite di 1,5°C di aumento della temperatura globale, ribadiamo il nostro impegno a ridurre rapidamente e significativamente le emissioni di gas a effetto serra da tutte le modalità di trasporto, determinando al contempo il modo ottimale per spostare persone e merci”.
L’obiettivo, nemmeno a dirlo, è una transizione “verso un trasporto a zero emissioni e quadri normativi per accelerare la diffusione di tecnologie a tal fine, compresi i veicoli a zero e basse emissioni e i carburanti rinnovabili, come i biocarburanti sostenibili e quelli elettronici. Riconosciamo che è importante che la transizione sia socialmente ed economicamente giusta, accessibile, efficiente, basata sui risultati e neutrale dal punto di vista tecnologico”. Va bene, i target sono chiari. Ma come agire in profondità?
Il primo passo è l’abbandono dei combustibili fossili. D’altronde il settore dei trasporti “rappresenta da decenni la maggior parte dell’utilizzo di petrolio e pertanto esso svolgerà un ruolo cruciale nel raggiungimento dell’obiettivo globale di abbandonare i combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo da raggiungere lo zero entro il 2050”. Per questo i ministri si impegnano “a intraprendere un’azione globale urgente per accelerare lo sviluppo e la diffusione a livello mondiale di fonti energetiche più pulite per l’aviazione, come i carburanti sostenibili”, oltre a sottolineare “l’importanza di consentire modalità di trasporto multimodali e sostenibili (trasporti pubblici, ferrovie, modalità attive) e una crescita intelligente attraverso un uso ragionato del territorio”.
Ovviamente non poteva mancare una spinta al trasporto su ferro. In tal senso il G7 ha sottolineato l’importanza “della collaborazione tra i Paesi membri per condividere le informazioni, le migliori pratiche e gli approcci normativi, con l’obiettivo di ridurre ulteriormente l’impatto ambientale e aumentare l’uso delle ferrovie e di altre modalità di ottimizzazione, come il trasporto marittimo a corto raggio, nonché di aumentare l’uso di modalità di trasporto attive. Le modalità di trasporto sostenibili possono essere agevolate da un approccio più integrato delle politiche di trasporto con le politiche di uso del suolo nel contesto urbano e dalla riconsiderazione della localizzazione delle attività economiche”.