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Hacker cinesi, Verhofstadt tra i parlamentari colpiti. E gli italiani?

Cinque belgi sono stati colpiti dalla cybergang APT31. “Un attacco contro tutti gli eletti che osano sfidare il regime di Pechino”, denunciano. Due interrogazioni parlamentari chiedono lumi al governo italiano

Tra i cinque parlamentari belgi che sono stati colpiti da cyberattacchi riconducibili a un’organizzazione cinese conosciuta con la sigla APT31 (o Zirconium o Judgment Panda) c’è anche l’ex premier e oggi europarlamentare Guy Verhofstadt, storico capogruppo dei liberali dell’Alde al Parlamento europeo per due legislature di fila, ovvero 10 anni. Verhofstadt è diventato l’obiettivo degli hacker cinesi per il suo impegno nell’Alleanza inter-parlamentare sulla Cina (Ipac), organizzazione che riunisce i membri di diversi parlamenti in Occidente che chiedono politiche dure nei confronti del Partito comunista cinese. La settimana scorsa, il ministro degli Esteri belga Hadja Lahbib ha convocato l’ambasciatore cinese per parlare di queste accuse che nascono da una dichiarazione del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.

Tra gli altri belgi presi di mira ci sono Samuel Cogolati, deputato dei Verdi, Els Van Hoof, presidente della commissione belga per gli Affari esteri, Hilde Vautmans, eurodeputato liberale, e Georges Dallemagne, deputato federale. “Non si tratta di un attacco contro un partito politico o un Paese in particolare”, hanno sottolineato gli interessati. “Si tratta di un attacco contro tutti gli eletti che osano sfidare il regime di Pechino”.

Cogolati ha dichiarato a Politico di essere stato preso di mira nel 2021, lo stesso anno in cui Pechino lo ha sanzionato, insieme ad altri parlamentari dell’Unione europea. Gli attacchi informatici sono stati portati alla sua attenzione soltanto nel febbraio dell’anno scorso tramite un’e-mail del Centre for Cybersecurity Belgium. Secondo una lettera dell’Fbi inviata a Cogolati il 5 aprile, la gang ha registrato e utilizzato dieci account per inviare oltre 1.000 e-mail a più di 400 persone associate all’Ipac.

Tra queste, ci potrebbero essere anche degli italiani, considerato anche che l’Italia è entrata a far parte della rete Ipac nell’estate 2020 con sei parlamentari provenienti da quasi tutti i principali partiti politici. Nei giorni scorsi il senatore Enrico Borghi (Italia Viva) e i deputati Roberto Giachetti (Italia Viva) e Lia Quartapelle (Partito democratico) hanno presentato due interrogazioni parlamentari (destinatario in entrambi i casi è la presidenza del Consiglio) chiedendo lumi al governo. Dell’attacco, anche se ancora non era stato attribuito ad APT31, le autorità italiane erano state informate nell’estate 2021, quando da una costola del Dis stava nascendo l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

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