Skip to main content

Meloni-Abdallah, così si lavora all’alleanza nel cuore del Medio Oriente

L’azione attiva di Amman contro i droni di Teheran riapre il dibattito sulla possibilità della costruzione di un’alleanza atlantica e occidentale proprio nel cuore del Medio Oriente. Un passaggio significativo anche alla luce del ritorno della Siria nella Lega Araba dopo 12 anni. Meloni-Abdallah: evitare un’ulteriore escalation nella regione

Il contatto telefonico del presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il Re di Giordania, Abdallah II, sottolinea il ruolo di Amman come Stato cuscinetto e, al contempo, disegna la traiettoria seguita dall’Italia, presidente del G7, in questa fase altamente critica del conflitto mediorientale. Tessere una tela diplomatica attorno al “cerchio” di Paesi mediterranei che guardano (direttamente o indirettamente) alla guerra, assieme ad un potenziale tour in Medio Oriente (e sentirà Bibi in giornata): queste le intenzioni di Meloni. Nel frattempo il ministro Antonio Tajani ha convocato gli ambasciatori degli Stati arabi.

Il ruolo giordano

Da stato cuscinetto tra i contendenti, Siria, Iran e Israele, la Giordania ha mutato il proprio status quo all’indomani dell’aggravarsi della postura di Teheran e ha preso decisamente posizione all’interno dell’alleanza occidentale che ha rintuzzato gli attacchi iraniani. La Francia infatti da suolo giordano ha intercettato i droni iraniani lanciati contro Israele. Una contingenza che riapre il dibattito sulla possibilità (stimolata a questo punto proprio dall’attacco iraniano contro Israele) della costruzione di un’alleanza atlantica e occidentale nel cuore del Medio Oriente.

Non solo la Giordania è un Paese stabile, moderato e sicuro ma sta, progressivamente, accrescendo il proprio livello di relazioni in funzione delle nuove crisi che soffiano su quel quadrante a cavallo tra Mediterraneo e Medio Oriente: un passaggio significativo anche alla luce del ritorno della Siria nella Lega Araba dopo 12 anni e anche alla luce delle costanti attenzioni russe in Libia, dopo l’arrivo di cinque carichi militari russi a Tobruk in poco più di un mese.

Meloni-Abdallah

Il presidente del Consiglio ne ha parlato con il Re di Giordania, nella consapevolezza che l’attacco iraniano contro Israele ha aperto un fronte nuovo nel conflitto. In primis ha richiamato le conclusioni della riunione dei Leader G7 al fine di evitare un’ulteriore escalation. In secondo luogo ha rimarcato l’esigenza di fermare la crisi a Gaza, continuando a lavorare per un cessate il fuoco immediato e per il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas.

Proprio nella risposta alla crisi umanitaria a Gaza, Amman gioca un ruolo essenziale: già nelle primissime ore dopo il folle attacco del 7 ottobre scorso contro Israele, la Giordania aveva inviato i primi sostegni umanitari destinati a Gaza, tramite un aereo militare al valico di frontiera di Rafah con l’Egitto. A ciò si somma l’impegno italiano nel fornire assistenza alla Striscia, dopo il voto parlamentare sulla missione Levante, che punta a veicolare aiuti alla popolazione civile anche recapitando dall’alto materiale umanitario e dopo l’invio di Nave Vulcano della Marina Militare, i voli dell’Aeronautica Militare per portare in Italia bambini palestinesi e la realizzazione di un ospedale da campo in loco.

Già nell’ottobre scorso, ricevendo a Palazzo Chigi il Re, Giorgia Meloni aveva affrontato gli sviluppi in Medio Oriente, approfondendo in particolare le possibili iniziative per evitare l’allargamento della crisi in corso, sottolineando che Italia e Giordania erano dal primo momento in prima linea per favorire la soluzione dei problemi umanitari più urgenti e per la liberazione degli ostaggi. Ma quel colloquio era servito anche per riflettere sul possibile rilancio di un orizzonte politico con le legittime Autorità palestinesi per il processo di pace israelo-palestinese.

Alla Farnesina la Lega degli Stati Arabi e dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica

Al fine di creare un maggior spirito di collaborazione diplomatica dinanzi all’emergenza mediorientale il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha incontrato oggi alla Farnesina i rappresentanti della Lega degli Stati Arabi e dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica. La posizione di Roma resta quella del dialogo e della stabilità nella regione mediorientale, al contempo resta altrettanto ferma la condanna di qualsiasi forma di rappresaglia e aggressione che possa sfociare in una drammatica escalation.

Nell’occasione Tajani ha ricordato il suo personale impegno e quello del governo per l’iniziativa umanitaria “Food for Gaza”, lanciata insieme a Fao, Programma Alimentare Mondiale, Croce Rossa e Mezzaluna Rossa per agevolare l’accesso degli aiuti a Gaza.



×

Iscriviti alla newsletter