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Lavrov vola a Pechino. I timori Usa sulla cooperazione tra Xi e Putin

Il ministro degli Esteri russo è in Cina per parlare di rapporti bilaterali e scenari internazionali. Yellen e Blinken avvisano: conseguenze significative per le aziende che aiutano la macchina da guerra di Putin

Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo, è arrivato oggi in Cina per una visita ufficiale volta a rafforzare i legami con Pechino, il principale partner diplomatico ed economico di Mosca. Resterà nella capitale cinese fino a domani. In agenda anche un incontro con l’omologo Wang Yi. “È previsto uno scambio approfondito di opinioni su una serie di temi caldi”, si legge nella dichiarazione del ministero degli Esteri russo che cita quella che sia Mosca sia Pechino chiamano “crisi ucraina” (a volte Pechino parla di “questione ucraina”) e non invasione russa dell’Ucraina. Si parlerà anche della situazione nella regione Asia-Pacifico.

I temi al centro dell’incontro

I due leader “discuteranno di un’ampia gamma di questioni relative alla cooperazione bilaterale, nonché alla cooperazione sulla scena internazionale”, si legge sempre nella nota. La Cina di Xi Jinping, che vuole presentarsi come parte “obiettiva ed equa” nel conflitto in Ucraina pur avendo siglato un’amicizia “senza limiti” pochi giorni prima dell’inizio dell’invasione, da due anni è diventata il principale partner economico della Russia. Anche per questo viene regolarmente invitata dai governi occidentali a svolgere un ruolo più attivo nella risoluzione delle ostilità, sfruttando la sua influenza su Mosca. La scorsa settimana l’ha fatto anche quello italiano per bocca di Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri.

Le “rassicurazioni” di Pechino

La Cina ha assicurato che non fornirà armi o assistenza militare a Mosca, nonostante mantenga forti legami economici con la Russia insieme all’India e ad altri Paesi. “Abbiamo sempre controllato l’esportazione di beni a duplice uso in conformità con la legge”, ha chiarito Mao Ning, portavoce della diplomazia cinese, riferendosi a beni industriali che possono essere utilizzati sia per scopi industriali che militari. “Il Paese in questione”, ha concluso riferendosi agli Stati Uniti, “non dovrebbe denigrare o attaccare le normali relazioni tra Cina e Russia”.

La posizione americana

In visita in Cina (la seconda volta dall’inizio dell’anno), Janet Yellen, segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, ha colto l’occasione anche per lanciare un segnale alle aziende cinesi intenzionate ad aiutare l’intervento russo in Ucraina minacciando “conseguenze significative” in questo campo. Prossimamente in Cina volerà, per continuare a mantenere canali di comunicazione aperti nella competizione tra le due superpotenze, anche Antony Blinken. Il segretario di Stato americano si è soffermato sulla cooperazione sino-russa durante la ministeriale Esteri della Nato della scorsa settimana. Invitando gli alleati a continuare a sostenere l’Ucraina, Blinken ha spiegato che ciò è “particolarmente importante perché diversi Paesi stanno aiutando la Russia a costruire la sua base industriale di difesa e a continuare a perpetrare l’aggressione all’Ucraina”. Tra questi, la Cina “continua a fornire materiali a sostegno della base industriale di difesa della Russia” alimentando “la macchina da guerra di [Vladimir] Putin che attacca gli ucraini e minaccia la sicurezza europea”.


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