Dopo il vertice Italia-Africa di gennaio, gli occhi di Roma, sotto la presidenza italiana del G7, restano ben focalizzati sul continente africano. Tra un mese si svolgerà il primo business forum della Camera di Commercio unificata italolibica in concomitanza con la Fiera Internazionale di Tripoli del 15-21 maggio, giunta alla cinquantesima edizione dal 1927: è il frutto del memorandum siglato a Tripoli lo scorso ottobre
Un nuovo giacimento di gas scoperto in Libia e un progetto di cooperazione tra Italia e Angola sono le due novità africane che si inseriscono all’interno di un particolare attivismo che caratterizza il continente nero, tra esigenze di normalizzazione istituzionale per quanto riguarda il governo di Tripoli e opportunità diversificate alla voce Piano Mattei. Nel mezzo il ruolo italiano di ponte nella cornice rappresentata dal G7. Dopo il vertice Italia-Africa di gennaio, gli occhi di Roma restano ben focalizzati sul continente africano
Qui Libia
Una nuova scoperta di gas e condensati è stata annunciata a ridosso del Golfo della Sirte, nel centro-nord della Libia, dalla National Oil Corporation (Noc, l’ente petrolifero libico). Nello specifico la Sirte Oil and Gas Production and Manufacturing Company ha individuato il campo a sud-est di Al Lahib, nella Mezzaluna petrolifera libica. La produzione stimata è di 470 mila piedi cubi al giorno di gas e 626 barili di petrolio giornalieri. Noc la considera come “il risultato naturale del duro lavoro, del monitoraggio continuo e della grande attenzione prestata dai vertici della società per raggiungere obiettivi ambiziosi e aumentare i tassi di produzione di petrolio e gas a vari livelli”, ma al contempo è anche un’occasione per accelerare il processo di stabilizzazione del paese, dopo il caos dell’ultimo decennio.
In questo senso spiccano le relazioni tra Egitto e Libia alla voce finanza. Il fondo sovrano libico Libyan Investment Authority (Lia), potrebbe fare ingresso nelle banche egiziane scalando una banca commerciale. L’indiscrezione apparsa sui media egiziani non ha fatto nomi, ma nel frattempo sono due gli istituti attenzionati anche all’esterno: la Libyan Foreign Bank, affiliata alla Banca centrale della Libia, che ha bloccato il 27% delle azioni della Banca del Canale di Suez in Egitto; in secondo luogo United Bank, di proprietà della Banca centrale d’Egitto, è oggetto di una prossima privatizzazione.
Italia e Libia
Sullo sfondo il ruolo italiano, che si sta focalizzando sia sull’attenzione del governo Meloni al fronte sud e al Mediterraneo, sia al primo business forum della Camera di Commercio unificata italo-libica che si terrà tra un mese, in concomitanza con la Fiera Internazionale di Tripoli del 15-21 maggio, giunta alla cinquantesima edizione, dal 1927: è il frutto del memorandum siglato a Tripoli lo scorso ottobre. La Libia è tornata ad essere una macro opportunità per il sistema produttivo italiano, come dimostra la grade attenzione delle imprese.
Lo scorso dicembre infatti ben 150 imprenditori italiani hanno incontrato a Roma cento imprenditori libici interessati a sviluppare opportunità di business in occasione del forum Libia e Italia: crescere insieme, con la partnership dell’Ambasciata di Libia in Italia, di Eni e di Sparkle e la collaborazione di Unioncamere, Confindustria Assafrica e Mediterraneo, Joint Italian Arab Chamber of Commerce (Jiacc) e Promos Italia.
Qui Angola
L’Italia è un regolare partner commerciali angolano, paese strategico alla voce Africa, come dimostra la presenza di Eni. Crescono anche le esportazioni italiane verso l’ Angola, che hanno toccato i 72.2 milioni di euro nel 2023, rispetto ai circa 45 milioni di euro dell’anno precedente. Per questa ragione Roma prosegue nel suo progetto di rafforzare la cooperazione con questo paese all’interno della cornice rappresentata dal Piano Mattei.
L’Ice e l’ambasciata d’Italia a Luanda hanno promosso la partecipazione collettiva italiana in occasione della fiera Filda 2024 in programma dal 23 al 28 luglio 2024 presso il centro fieristico della Zona Economica Especial di Luanda, una fiera che da anni è punto di riferimento dello sviluppo angolano. Il paese sta attraversando un momento di ripresa dopo la grave recessione dettata dalla crisi del prezzo del petrolio. Lo scorso dicembre uscì dall’Opec dove era entrata nel 2007 (“Non abbiamo più niente da guadagnare restando”). Come è noto l’Angola è il secondo produttore di petrolio in Africa e il quinto maggiore produttore di diamanti al mondo, per cui l’intenzione del governo è quella di diversificare la propria economia verso il terziario, l’agricoltura, il turismo e in questo senso la collaborazione con l’Italia può essere decisiva.
Non va dimenticato che nel maggio dello scorso anno si svolse a Roma la visita in Italia del presidente della Repubblica d’Angola, João Lourenço, che incontrò il suo omologo italiano, Sergio Mattarella, e la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni. In quell’occasione ci fu un business forum presso la sede di Confindustria-Assafrica e Mediterraneo.