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L’incontro di Meloni e Mattarella con Rahmonov avvicina il Tagikistan all’Europa

In un’area dove a dare le carte sono Mosca e Pechino, rispettivamente principale partner militare e principale partner economico, l’Europa dovrebbe mettere in campo una nuova agenda regionale sia per rafforzare l’economia locale con programmi di sviluppo, sia per sostenere il Paese nello sfruttamento armonico delle sue risorse e, quindi, esercitando un soft power geopolitico

Il colloquio tra Giorgia Meloni e il Presidente della Repubblica del Tagikistan, Emomali Rahmonov, si inserisce all’interno del cono di attenzione che il governo italiano ha verso le regioni dell’Asia Centrale. In precedenza era stato a colazione al Quirinale, ricevuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla presenza del viceministro degli esteri, Edmondo Cirielli.

In occasione della visita sono state scambiate numerose intese bilaterali, ha scritto la premier su X, che testimoniano la volontà di approfondire i canali di dialogo e collaborazione in ogni settore di comune interesse, a partire dalla sicurezza, e di continuare a rafforzare la cooperazione con l’Asia Centrale.

I progressi del Paese

Il Paese, che ha due problemi non da poco come il terrorismo e l’estremismo religioso, ha compiuto negli ultimi due decenni alcuni progressi alla voce crescita: lo dimostrano i dati sulla povertà, passata dall’83% al 26,3% tra il 2000 e il 2021. La crescita economica ha fatto segnare un tasso di crescita medio dell’economia nazionale pari al 7% annuo. Il governo fino al 2030 punta ad una serie di riforme strutturali in settori chiave come la sicurezza alimentare, la garanzia dell’indipendenza energetica, l’accelerazione dell’industrializzazione e la trasformazione del Tagikistan in un corridoio di transito infrastrutturale privilegiato. In questo senso si inseriscono le policies ad hoc adottate da governo per favorire l’attrazione di investimenti e attività imprenditoriali nel paese. Inoltre il Tagikistan presenta ottime prospettive accanto ai passi avanti fatti per aumentare l’accesso ai servizi finanziari.

Secondo l’indice “Women, Business and Law” della Banca Mondiale, il Tagikistan occupa la 71esima posizione a livello mondiale su 187 Paesi presi in esame dall’indice stesso e il 45% della forza lavoro tagika è rappresentata da donne. Un progetto della Bers, “Women in Business”, per l’appunto fornisce supporto e formazione alle imprenditrici locali.

Infrastrutture

Significativo il tema delle infrastrutture: una delle più rilevanti è la Diga Rogun, alla cui realizzazione partecipa l’italiana Salini, che una volta conclusa sarà la più alta del mondo, un’opera fondamentale per valorizzare lo straordinario potenziale idroelettrico del Paese che al contempo offrirà l’opportunità di sostenere i Paesi vicini esportando l’elettricità prodotta in eccesso. Il progetto Rogun HPP contribuirà anche alla decarbonizzazione della regione dell’Asia centrale. Ciò favorirà anche il disgelo con l’Uzbekistan dopo 18 anni di fragilissime relazioni diplomatiche, dal momento che il fiume Vakhsh, su cui la diga è costruita, è un’affluente dell’Amu Darya, il corso d’acqua principale di tutta l’Asia Centrale e risorsa essenziale per le coltivazioni uzbeke. In questo modo potrebbe essere fermata anche l’emorragia di cittadini che lasciano il proprio paese alla ricerca di condizioni di vita migliori, guardando l’area dell’ex Unione Sovietica.

Scenari

Il Tagikistan è uno dei Paesi con il maggior tasso di aumento della popolazione circa +2,4% all’anno e la maggior parte dei migranti si dirige in Russia. Inoltre circa il 95% del territorio nazionale è coperto solo da connessioni mobili 2G obsolete. Per questa ragione il paese guarda a Cina e Russia per i servizi Internet e la sicurezza. Ne ha approfittato subito Huawei, che ha firmato un memorandum di cooperazione per un progetto di aggiornamento o installazione di 7.600 stazioni base previste come spina dorsale del una futura rete 5G. Stesso tipo di accordi sono stati raggiunti con le società di telecomunicazioni russe Cifra e Piter IX.

Perché l’Ue dovrebbe guardare con più attenzione a questo scorcio di Asia Centrale? In un’area dove a dare le carte sono Mosca e Pechino, rispettivamente principale partner militare e principale partner economico, Bruxelles dovrebbe mettere in campo una nuova agenda regionale sia per rafforzare l’economia locale con programmi di sviluppo, sia per sostenere il paese nello sfruttamento armonico delle sue risorse idriche ed energetiche e in questo senso esercitando un soft power dal sapore geopolitico. Si segnala dopo anni di assenza il ritorno della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo dopo 10 anni di vacatio.

@FDepalo


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