Ecco i fattori principali di una strategia che l’industria del vetro sta adottando per una reale transizione energetica, con importanti investimenti per la riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2
Elettrificazione, aumento dell’energia verde impiegata, nuovi combustibili, riduzione dei gas serra negli impianti produttivi attraverso nuove soluzioni tecnologiche, interventi sul prodotto come l’alleggerimento del peso delle bottiglie e un maggior utilizzo del rottame nella produzione. Sono questi i fattori principali di una strategia che l’industria del vetro sta adottando per una reale transizione energetica, con importanti investimenti per la riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2, anche grazie all’utilizzo del rottame: nel 2022 sono state oltre un miliardo le tonnellate di emissioni risparmiate.
Sono questi i principali risultati presentati ieri a Roma da Assovetro, l’associazione degli industriali del vetro aderente a Confindustria, e le sfide che in futuro attendono un comparto simbolo del Made in Italy, prima in Europa per la produzione di contenitori. Sfide che si collocano in un delicato contesto internazionale.
Da una parte le opportunità economiche legate alla ripresa post-pandemica e le crescenti tensioni internazionali; dall’altra la cresciuta attenzione verso la sostenibilità ambientale e l’urgenza di contrastare le crisi climatiche. L’industria italiana del vetro ha raccolto sfide e opportunità, “rileggendo i propri temi materiali alla luce del mutato contesto. Ferma restando la qualità dei propri prodotti (sempre sicuri e sostenibili), le aziende del comparto si stanno impegnando per diminuire il proprio impatto ambientale. Ottenendo riduzioni delle emissioni, dei consumi idrici e soprattutto lavorando alla decarbonizzazione del settore, anche per raggiungere gli obiettivi europei al 2030 e al 2050”.
“Le soluzioni tecnologiche per un cambio di paradigma energetico ci sono”, ha ricordato il presidente di Assovetro, Marco Ravasi, “ma non basta; occorre definire un quadro normativo-regolatorio chiaro e duraturo, con adeguati sistemi incentivanti che rendano sostenibili gli investimenti per le aziende. Altri Paesi, per facilitare la transizione energetica della propria industria energivora, hanno varato piani di supporto economico, come la Germania con i contratti di protezione del clima. Le aziende del vetro stanno facendo la loro parte. Il nostro report di sostenibilità ci dice che il 68% del campione esaminato ha formalizzato una roadmap di decarbonizzazione al 2030 e 2050, sia nei processi industriali che nei prodotti”.
Nel 2022, la percentuale di energia rinnovabile sul totale dei consumi ha rappresentato oltre l’11%. Prosegue la diminuzione del peso di bottiglie e vasetti: le bottiglie di vino hanno ridotto in media il loro peso del 12% negli ultimi dieci anni, richiedendo un minor consumo di materie prime e di energia, con conseguenti minori emissioni di CO2. L’utilizzo del rottame di vetro nelle bottiglie scure è arrivato all’87% (potrebbe arrivare, potenzialmente, al 100%): se tutti i forni italiani che producono bottiglie chiare (che utilizzano una minore quantità di rottame) passassero al vetro scuro, le emissioni di CO2 diminuirebbero di circa l’8%.
Numerose le aziende che hanno intrapreso la strada della riduzione della loro impronta carbonica. Zignago Vetro si è data obiettivi strategici al 2030 con un vero e proprio Piano di decarbonizzazione: l’impianto di Fossalta di Portogruaro viene alimentato con energia rinnovabile prodotta dall’impianto Zignago Power che rifornisce quasi il 100% dell’elettricità consumata dalla vetreria e il 38% del fabbisogno di energia elettrica del Gruppo. La centrale termoelettrica di Zignago Power utilizza, come combustibile, biomassa di scarto, come residui di potatura e scarti di segheria. Recupera, inoltre, parte dell’energia termica dei fumi di combustione per produrre acqua calda ed alimentare una rete di teleriscaldamento.
Il gruppo Verallia realizza prodotti super leggeri e a minore carbon footprint : ha da poco lanciato sul mercato la Bordolese Air 300gr, la classica bottiglia Bordolese più leggera di sempre: un progetto che utilizza strumenti di modellazione all’avanguardia per prevedere la resistenza meccanica della bottiglia. Sta, inoltre, portando avanti il progetto Heatox, preriscaldato di gas e ossigeno, in cui le due componenti entrano nel forno già preriscaldati ed hanno bisogno di minori calorie per raggiungere la temperatura di fiamma, consumando meno combustibile e riducendo del 5% le emissioni di CO2.
Nello stabilimento O-I di Villotta di Chions, in provincia di Pordenone, ha preso il via un progetto di utilizzo dell’ossigeno nei suoi due forni, la cosiddetta tecnologia oxy-fuel, che consente di aumentare l’efficienza energetica utilizzando l’ossigeno. Questa tecnologia permette di ridurre il consumo di energia del 38% e delle emissioni di circa l’80%. Buone, anzi ottime le notizie che arrivano dal riciclo di questi contenitori. Secondo l’ultimo rapporto di CoReVe, il consorzio del sistema Conai per il recupero del vetro, il riciclo di questo materiale ha superato nel 2022 l’80% dell’immesso al consumo, 2 milioni e mezzo di tonnellate.
Oltrepassando per il quarto anno consecutivo il target europeo del 75% fissato per il 2030. “La contabilità ambientale del riciclo – aveva sostenuto mesi fa Gianni Scotti, presidente di Coreve – mostra in modo evidente che l’uso di vetro riciclato comporta innumerevoli vantaggi. Stiamo parlando di un risparmio di 4 milioni 200 mila tonnellate di materie prime, che determina un risparmio economico tra il 20 e il 30%. Grazie all’impegno di tutti puntiamo ad avere un tasso di riciclo che superi l’86% nel 2025”. Grazie ai risultati di riciclo dell’ultimo anno è stata evitata l’immissione in atmosfera di 2 milioni e mezzo di tonnellate di gas serra. Dal rottame che le vetrerie hanno complessivamente riciclato derivano inoltre risparmi di energia per oltre 436 milioni di metri cubi di gas, equivalenti ai consumi domestici di oltre 580 mila famiglie italiane.
“Occorre una transizione giusta, tutelando l’ambiente e allo stesso tempo l’economia di questo Paese”, ha concluso Vannia Gava, viceministra dell’Ambiente. “Se siamo il secondo paese manufatturiero in Europa, il merito è di una classe imprenditoriale che ha saputo investire e costruire un’economia solida e solidale. Noi vogliamo impegnarci per portare aventi gli obiettivi sfidanti che l’Europa ci chiede, ma con una transizione realistica e concreta che non lasci indietro nessuno. Abbiamo il dovere di salvaguardare l’ambiente e, allo stesso tempo, la nostra economia”.
A fronte delle molte esperienze in linea con il Green Deal europeo, dobbiamo registrare nel 2023, a causa del perdurare della crisi geopolitica e dell’inflazione, un calo dei consumi in tutta Europa, Italia compresa, con conseguente diminuzione anche della produzione dei contenitori in vetro: per le bottiglie è stata di oltre il 5%. Sono diminuiti anche import ed export rispettivamente dell’11,6% e del 18,3%.