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L’Occidente risponde a Teheran allargando il regime di sanzioni. Ecco come

I partner euro-atlantici stanno elaborando in questi giorni un allargamento coordinato del regime di sanzioni nei confronti dell’Iran, incentrato sul colpire la produzione di armi. Facendo attenzione a non superare linee rosse

Dopo l’attacco con missili e droni lanciato dalle forze armate iraniane contro Israele nella notte tra sabato 13 e domenica 14 aprile, i Paesi del blocco euroatlantico stanno pianificando l’imposizione di nuove sanzioni rivolte a Teheran.

Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha dichiarato martedì 16 aprile che l’amministrazione statunitense è pronta ad adottare “ulteriori sanzioni contro l’Iran nei prossimi giorni”, e che Washington lavorerà assieme agli alleati su misure volte a interrompere “l’attività maligna e destabilizzante del regime iraniano”. I governi occidentali discuteranno le possibili opzioni presenti sul tavolo durante la riunione dei ministri degli Esteri del G7 che si terrà questa settimana a Capri.

Le parole di Yellen trovano sponda nell’Unione Europea, dove un numero sempre maggiore di governi si sta dichiarando favorevole all’espansione delle sanzioni contro l’Iran. Che però vogliono riflettere bene su quali provvedimenti adottare: se da un lato infatti i leader dell’Unione vogliono dare l’impressione di prendere misure forti, dall’altro cercano di stemperare le tensioni regionali e di evitare ulteriori escalation nella regione. Il tema sarà affrontato nel vertice previsto per oggi mercoledì 17 aprile.

Le nuove misure dovrebbero andare ad aggiungersi a quelle già imposte sulle forniture militari iraniane utilizzate dalla Russia nella sua guerra contro l’Ucraina, colpendo le entità iraniane responsabili della produzione di vettori missilistici e del rifornimento verso la cosiddetta “Axis of Resistance”, ovvero la rete di milizie proxies di Teheran diffuse in tutta la regione mediorientale. Ma Yellen ha ventilato anche la possibilità di ulteriori restrizioni sul commercio di petrolio di Teheran.

Annalena Baerbock, ministro degli Esteri tedesco, ha affermato che alla fine dello scorso anno la Germania, la Francia e altri partner europei avevano spinto per ampliare la portata delle sanzioni ad altri tipi di missili presenti nell’arsenale iraniano in risposta alle azioni dell’Iran e delle milizie affini in Medio Oriente. “Spero che l’Unione possa finalmente compiere questo passo insieme”, ha aggiunto Baerbock.

Alcuni Paesi, come Paesi Bassi, Svezia e Repubblica Ceca, hanno spinto per andare oltre, designando le Guardie Rivoluzionarie iraniane come organizzazione terroristica, un provvedimento già preso dagli Stati Uniti durane la presidenza di Donald Trump. Ma gli altri Paesi europei, così come la Gran Bretagna, temono che una simile mossa possa comportare il rischio di ritorsioni da parte dell’Iran, compresa la possibilità che Teheran tagli i legami diplomatici o prenda di mira i cittadini con doppia nazionalità nei loro Paesi.

Questo allargamento delle sanzioni viene visto anche come un segnale importante per Israele, poiché dovrebbe trasmettere il messaggio che l’Occidente sta punendo l’Iran usando strumenti economici, cercando così di evitare che Tel Aviv persegua una rischiosa rappresaglia militare che potrebbe alimentare l’escalation.


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