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Riflessioni sulla Nato aspettando Washington. La due giorni della Sioi con Mattarella

Era presente anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’apertura della conferenza “Nato at 75”, evento organizzato dalla Sioi in collaborazione con la Nato la Public diplomacy division per fare il punto sull’Alleanza in vista del prossimo vertice di Washington

La Società italiana per l’organizzazione internazionale (Sioi), in collaborazione con la Public diplomacy division della Nato, hag riunito a Roma esperti, diplomatici, militari e rappresentanti delle istituzioni, tra cui due ex vice segretari generali della Nato, l’ambasciatore Amedeo de Franchis e l’ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo, per fare il punto sull’attuale condizione dell’Alleanza Atlantica e sulle numerose sfide che la attendono nel prossimo futuro. L’occasione è stata la conferenza internazionale “Nato at 75”, in occasione dell’anniversario della nascita del Patto, che sarà celebrato nel prossimo vertice dei capi di Stato e di governo dell’Alleanza previsto a luglio a Washington, luogo in cui il 4 aprile 1949 i dodici Paesi fondatori della Nato firmarono il Patto atlantico.

I valori atlantici

L’evento ha visto la partecipazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ricordato come, “il trattato di quel 4 aprile del 1949 avrebbe contribuito alla identità politica della Repubblica qual è ancora oggi”. Per il Capo dello Stato, i valori raccolti dalla Carta atlantica (no a ingrandimenti territoriali a spese di altri, diritto a tutti i popoli di scegliersi la forma di governo, accesso in condizioni di parità al commercio e alle materie prime del mondo, cooperazione economica e sicurezza sociale, garanzia di pace a tutti i popoli, libera circolazione nei mari e negli oceani, rinuncia all’impiego della forza) danno il senso della scelta italiana di aderire al Patto, che “in 75 anni non ha mai tradito l’impegno di garanzia a beneficio dei Paesi che ne fanno parte, uniti nella difesa della libertà e della democrazia, un valore che conferma l’importanza del multilateralismo fatto proprio della nostra Repubblica”.

Un’alleanza politica

Secondo l’ambasciatore Riccardo Sessa, presidente della Sioi, la Nato è quindi soprattutto “un’alleanza politica tra Paesi che condividono gli stessi ideali, che ha il grande vantaggio di essere accompagnata da una straordinaria e mai vista prima di allora organizzazione militare”. Se oggi l’Italia può essere orgogliosa di essere tra i Paesi fondatori, ha sottolineato “è perché abbiamo avuto la fortuna di avere una classe politica che seppe allora, sia pure con le normali divisioni che si verificarono all’interno di quelle forze politiche, ricompattarsi al momento del dibattito Parlamentare che autorizzò il governo alla firma del Trattato”.

Aspettando Washington

“Mancano solo novanta giorni al vertice di Washington” ha ricordato Mircea Geoană, vice segretario generale della Nato, quando “i nostri capi di Stato e di governo dovranno attuare una serie di iniziative e realizzare quello di cui abbiamo bisogno” in questo momento così insicuro. Anche perché, per Geoană “in questo momento storico così difficile, nessuno vince senza l’altro”.

Le sfide della Nato di domani

Per il ministro della Difesa, Guido Crosetto, c’è una guerra tra due visioni diverse del mondo, “tra chi pensa che il mondo abbia necessità di avere delle regole internazionali, che superino gli egoismi nazionali, e chi pensa che il mondo si possa gestire con la legge del più forte”. Questa è la sfida che la Nato ha di fronte “e noi abbiamo la responsabilità di 75 anni di storia, di democrazia, di libertà, di difesa del diritto internazionale da portare avanti”.

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