L’Autorità delegata interviene sul segreto di Stato invitando a “evitare ricostruzioni che possano indurre a erronee rappresentazioni” delle sue finalità. Un modo per tenere il lavoro dell’intelligence lontano dai tentativi di politicizzazione
È un intervento da magistrato quello con cui, dalle pagine del Giornale, il sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, ha voluto riportare il lavoro dell’intelligence fuori dal chiacchiericcio e dai tentativi di politicizzazione.
Il caso più recente riguarda il segreto di Stato. Il sottosegretario ha invitato a “evitare ricostruzioni che possano indurre a erronee rappresentazioni sulle finalità dell’opposizione del segreto di Stato”.
Un po’ come aveva fatto l’anno scorso sulle intercettazioni a carico di esponenti politici o di giornalisti.
Inoltre, oggi come ieri, Mantovano ha ricordato il ruolo all’organismo di vigilanza parlamentare sull’attività dell’intelligence, il Copasir. Che, nel caso specifico riguardante il segreto di Stato, “non ha inteso formulare alcuna osservazione”. Allo stesso, il sottosegretario aveva dato la sua “disponibilità a fornire ogni utile informazione, qualora ne ravvisi l’opportunità” nel merito delle intercettazioni.