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Seul perde solidità politica, ma resta la centralità strategica

Il rinnovo del Parlamento a Seul apre a un cruccio: la Corea del Sud democratica del leader vincitore Lee complicherà la vita al presidente conservatore Yoon

Il presidente sudcoreano, Yoon Suk-yeol, esce con le ossa rotte dal rinnovo dell’Assemblea nazionale. Dalle elezioni di mercoledì i conservatori al potere riportano una significativa sconfitta che potrebbe complicare l’azione della presidenza. Le forze di opposizione guidate dal successo del Partito Democratico controlleranno il parlamento unicamerale con una maggioranza di una settantina di seggi (se si considerano anche quelli di Ricostruire la Corea, partito di recente formazione e di orientamento progressista).

Il governo di Yoon, che era stato eletto nel 2022 con un vantaggio minimo, sarà messo a dura prova perché le visioni interne sono piuttosto differenti, mentre Seul avrà il compito di mantenere la barra dritta su una serie di dossier complessi che impegnano la Corea del Sud sul palcoscenico internazionale che ruota attorno all’Indo Pacifico. Con un mandato presidenziale che si estenderà per altri tre anni, Yoon si trova infatti a dover governare adesso da una posizione di considerevole debolezza e far passare la sua linea su questioni cruciali come gli equilibri con il Nord (irrigiditi da Yoon), la rinnovata partnership con il Giappone, l’alleanza con gli Stati Uniti e la postura nei confronti della Cina.

In risposta ai risultati, Yoon ha detto di accettare i risultati con umiltà e ha promesso di apportare cambiamenti alla sua amministrazione. Nel frattempo, il primo ministro Han Duck-soo e altri alti funzionari del governo, inclusi la maggior parte dei consiglieri di Yoon, hanno offerto le loro dimissioni — non ancora accettate dalla presidenza. Le elezioni sono state viste come un referendum di metà mandato sul presidente in carica, la cui popolarità è diminuita a causa dell’aumento dei prezzi e di vari scandali, incluso uno che ha coinvolto sua moglie, Kim Keon-hee (la quale avrebbe ricevuto una borsa Dior dal valore di circa 2mila euro, un fatto che i suoi avversari vedono come prova di corruzione e di abuso della posizione pubblica per interessi privati).

Se si considera che il 67% di affluenza è un record storico dal 1992, allora appare chiaro il valore di quel referendum. Nell’Assemblea nazionale, il Partito del Potere Popolare non ha mai ottenuto la maggioranza singolarmente, il che ha impedito l’attuazione di un’agenda di riforme conservatrici, nonostante i poteri estesi garantiti al presidente dalla costituzione. È tuttavia improbabile che l’opposizione raggiunga la “super-maggioranza” necessaria per annullare i veti presidenziali e modificare la Costituzione. Servirebbero circa trenta voti in più — non è escluso che in futuro qualcosa possa cambiare, e a quel punto si aprirebbe anche la possibilità numerica per una richiesta di impeachment (fattore di fantapolitica per ora).

Il vincitore è il leader democratico Lee Jae-myung, capace di capitalizzare lo scontento attorno a una posizione che spesso viene riassunta con un’immagine: lo chiamano il “Bernie Sanders sudcoreano”. Stessa struttura culturale, stesse posizioni leftist (non troppo comuni per i Dem di Seul). Sebbene la gran parte della campagna elettorale è ruotata attorno a questioni interne, molti dei democratici più legati alla linea del leader vedono il contesto internazionale con una lente diversa, innanzitutto chiedendo maggiore equidistanza tra Washington e Pechino. E poi l’opposizione non ha accettato il modo in cui Yoon ha “umiliato “il Paese accettando il disgelo con Tokyo (cauterizzando ferite storiche dei tempi della dominazione imperiale nipponica). Anche con Pyongyang la linea dura non viene apprezzata.

Uno dei dossier che potrebbe essere influenzato più direttamente è però il sostegno all’Ucraina: la Nato, via Washington, chiede maggiore aiuto pratico a un partner extra-alleanza tra i più affidabili (e anche per questo ormai ospite fisso ai summit), ma Seul ha regole per impedire l’esistenza militare. Yoon, per ragioni di forza maggiore, poteva anche essere disposto ad avviare la strada dei cambiamenti, ma con il parlamento guidato dai democratici sarà ben difficile.

Lee parla di “tradimento del popolo” nei confronti di Yoon e su questo evoca l’impeachment. Dentro ci mette tutto, dalla corruzione alla linea generale del conservatore.

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