La visita del presidente eletto indonesiano Prabowo a Pechino racconta come Giacarta intenda mantenere una strategia di multi-allineamento che include anche la collaborazione con la Cina, la quale vuole portarsi in vantaggio nei rapporti con l’Indoensia-globale
Il ministro della Difesa indonesiano e presidente eletto, Prabowo Subianto, ha incontrato il leader cinese Xi Jinping a Pechino, e come dice Xinhua, “ha cementato” il suo rapporto con Pechino prima dell’inaugurazione — che ci sarà a ottobre.
Prabowo, descritto da Xi come “un grande amico del popolo cinese”, è arrivato a Pechino domenica, facendo la sua prima visita all’estero dopo essersi assicurato una vittoria nelle complesse elezioni di febbraio. Xi ha notato che il fatto che il presidente eletto Prabowo scelga la Cina per la sua prima visita attribuisce “grande importanza” alla relazione.
Nel corso dell’ultimo decennio, il leader cinese e il suo omologo Joko Widodo, hanno guidato le relazioni bilaterali verso una nuova fase di costruzione di “una comunità con un futuro condiviso”. Anche per il presidente indonesiano uscente la prima visita dopo l’inaugurazione è stata in Cina, per un vertice annuale dei leader della Cooperazione Economica Asia-Pacifico (APEC) nel 2014 — poi ci sono state altre sei visite.
Prabowo, 72 anni, è stato eletto dopo una fase di rivalità con il leader uscente popolarmente noto come “Jokowi”, con cui ha attualmente appianato le divergenze e adesso gode del forte sostegno del suo predecessore — basta considerare che il figlio di Jokowi è stato suo compagno di corsa come vicepresidente.
La Cina conferma adesso più che mai che intensificherà i rapporti con l’Indonesia per approfondire la cooperazione a tutti i livelli e costruire quella comunità sino-indonesiana con un futuro condiviso e con impatto regionale e globale. E lo fa con un obiettivo strategico.
L’Indonesia è un Paese fondamentale per i futuri equilibri globali, e Pechino vede i rapporti con Giacarta da una prospettiva di lungo termine, “è pronta ad approfondire la cooperazione strategica a tutto tondo con la nazione del sud-est asiatico”, dicono i media statali.
Secondo i dati di Goldam Sachs, entro il 2075 quella indonesiana sarà la quinta economia del mondo. Pechino vuole sfruttare la disponibilità di multi-allineamento di Giacarta — che chiaramente non disdegna rapporti con Washington o Bruxelles, o Tokyo e Mosca, oppure Roma (come racconta l’accordo recente con Fincantieri) — per portarsi in vantaggio nei rapporti. “La chiave per i preziosi risultati delle relazioni Cina-Indonesia sta nell’adesione all’autonomia strategica, alla fiducia reciproca e all’assistenza reciproca”, dice CCTV.
E dunque, “il nuovo governo indonesiano promuoverà l’allineamento delle strategie di sviluppo tra i due Paesi e spingerà per maggiori risultati nella cooperazione in settori come l’economia, il commercio e la riduzione della povertà, continua il racconto del media statale cinese”. Da non dimenticare che nel corso degli ultimi anni, la Cina ha anche investito miliardi in infrastrutture e progetti industriali indonesiani, tra cui la ferrovia ad alta velocità Jakarta-Bandung. Aziende cinesi sono anche attivissime nel progetto di spostare la capitale Giacarta nell’isola di Giava, a Nusantara, città in costruzione nel Borneo.
D’altronde, Prabowo ha detto che “per quanto riguarda la cooperazione in materia di difesa, vedo la Cina come uno dei partner chiave nel garantire la pace e la stabilità regionali”, aggiungendo che per questo sta cercando di rafforzare le cooperazioni con Pechino, e dunque fornendo tutti gli elementi necessaria alla narrazione che vede nella Repubblica popolare una potenza responsabile orientata a lavorare per la sicurezza collettiva che porta alla prosperità.
Anche se non è proprio così, e la Cina è interessata ai suoi obiettivi, come dimostrano gli accordi con gli Houthi o l’aggressione ancora a bassa intensità contro le Filippine o Taiwan.
E questo è un grande argomento dietro ai rapporti futuri Giacarta-Pechino. L’Indonesia sostiene che l’estremità meridionale del Mar Cinese Meridionale fa parte della sua zona economica esclusiva. La Cina afferma che l’area rientra nella propria rivendicazione territoriale, contrassegnata da una “linea a nove tratti” a forma di U respinta da altri stati regionali — tra cui l’Indonesia.