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Così Emirati e India (e non solo) portano avanti Imec

Riunione tecnica ad Abu Dhabi: emiratini e indiani spingono per implementare le rotte di connettività nell’Indo Mediterraneo che costruiscono Imec

La prima delegazione interministeriale indiana è arrivata nei giorni scorsi negli Emirati Arabi Uniti per tenere riunioni nell’ambito dell’accordo quadro intergovernativo che New Delhi e Abu Dhabi hanno siglato per “la cooperazione, l’implementazione e il funzionamento del corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (Imec)”, spiega una nota di background fornita alla stampa.

È un’ulteriore evoluzione che conferma come i due Paesi siano effettivamente intenzionati a portare avanti il progetto. Entrambi sono d’altronde particolarmente attivi nei collegamenti logistici nell’Indo Mediterraneo, e Imec creerà un sistema in grado di materializzare quel concetto geostrategico dove i due protagonisti del costrutto indo-abramitico intendono essere leader.

L’accordo quadro è stato firmato tra l’India e gli Emirati il 13 febbraio, quando il primo ministro Narendra Modi era ospite del presidente emiratino Mohammed bin Zayed Al Nahyan — ad Abu Dhabi. L’intesa prevede la cooperazione per lo sviluppo della porzione condivisa del corridoio e l’esplorazione di potenziali investimenti congiunti e collaborazione tecnica.

Mentre la componente euro-mediterranea del progetto, quella che dal Golfo va all’Indiano procede a passi spediti. I tempi diversi riguardano un doppio problema politico: per primo, l’inciampo tecnico della guerra a Gaza, che rende complicata la normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita, attraverso la quale si dovrebbe creare l’asse di sbocco delle merci al Mediterraneo; secondo, le questioni politico-commerciali dietro alle partnership in costruzione tra Unione Europea e Golfo e India.

La delegazione indiana era composta da alti funzionari del ministero della Navigazione e dei Porti, del ministero del Commercio e dell’Industria, del Central Board of Excise and Customs e del porto di Kandla. Hanno visitato il porto di Khalifa, quello di Fujairah e di Jebel Ali, dove hanno tenuto discussioni dettagliate con le rispettive autorità portuali per facilitare il movimento di merci indo-mediterranee. Hanno anche avuto riunioni con le autorità doganali degli Emirati Arabi Uniti.

Secondo le informazioni ottenute da Formiche.net, anche la Francia, tra i Paesi europei firmatari quello che con l’Italia si sta muovendo di più per ottenere centralità negli sviluppi del progetto, ha avviato analisi tecniche. In particolare, Parigi sta conducendo studi di fattibilità interni orientati anche a capire come la propria rete infrastrutturale può potenziarsi nei collegamenti con il nord Europa.

Il desiderio francese è avere a Marsiglia l’hub di arrivo delle merci di Imec, che potrebbe essere collegata a sistema con Genova. Tuttavia, secondo ragionamenti riservati di alcuni esperti, per caratteristiche tecniche e per la presenza della catena di collegamento mitteleuropea già operativa, anche il porto di Trieste potrebbe avere ottimi presupposti tecnico-strategici.


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