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Investimenti e capitale umano, la corsa di Eni verso la transizione

Dal rapporto sulla sostenibilità 2023 emerge tutta la spinta del Cane a sei zampe verso una nuova dimensione dell’energia. Dagli accordi internazionali al welfare, passando per la riconversione degli asset, l’obiettivo è la neutralità carbonica entro il 2050

Il rapporto sulla sostenibilità 2023Eni for 2023 – a just transition,  pubblicato pochi giorni fa, è lì a testimoniare i passi del Cane a sei zampe verso quella nuova dimensione ribadita più volte da Claudio Descalzi. Perché decarbonizzare non vuol dire decrescere, anzi. Semplicemente spostare l’asse delle proprie attività verso una nuova frontiera dell’energia.

Ed è esattamente quello che emerge nelle quasi 60 pagine del report, che guarda dritto al 2050, anno in cui Eni si aspetta il completamento della carbon neutrality. Il 2023, quando l’Europa scontava ancora l’onda lunga della crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina, è stato un anno significativo per Eni, che ha celebrato il suo settantesimo anniversario. Nel corso dei mesi, l’azienda italiana ha reso ancora di più la decarbonizzazione parte integrante della propria strategia d’impresa, con un piano di trasformazione industriale volto ad offrire prodotti e servizi progressivamente decarbonizzati per traguardare la neutralità carbonica entro i prossimi 25 anni.

Come? Per esempio, attraverso importanti investimenti mirati in ricerca e sviluppo, Eni ha già ridotto del 40% le emissioni nette Scope 1 e 2 del settore Upstream e del 30% quelle complessive, rispetto al 2018. Particolare impegno è stato rivolto alla riduzione delle emissioni di metano (diminuite di oltre il 20% nel 2023 per quanto riguarda il business Upstream), come dimostra anche il riconoscimento del Gold Standard da parte del programma Oil and Gas Methane Partnership 2.0 e anche l’adesione a numerose iniziative globali, tra cui il fondo Global Flaring and Methane Reduction della Banca mondiale. Non è tutto. L’azienda inoltre ha avviato collaborazioni strategiche con partner internazionali, come Sonatrach in Algeria, Egas in Egitto e Adnoc negli Emirati Arabi Uniti, per supportare i suoi partner ad affrontare le sfide della transizione energetica.

D’altronde, la rotta è tracciata. In linea con l’accordo raggiunto nella COP28, Eni condivide la necessità di una transizione energetica che avvenga in maniera giusta, ordinata, equa e pragmatica. In questa prospettiva si inseriscono, altro esempio, sia gli investimenti per ridurre le emissioni collegate alle produzioni Oil and Gas ed ampliare il portafoglio gas, vettore ponte nel percorso di transizione energetica (l’acquisizione di Neptune Energy, l’avvio della produzione dal progetto Congo Lng), sia l’espansione nel settore delle rinnovabili con i 3GW di capacità installata di Plenitude, la nascita di Enilive e l’espansione della capacità di bioraffinazione per una mobilità più sostenibile o i progetti di Carbon Capture & Storage, in particolare in Italia e nel Regno Unito.

Insomma, la just transition resta al centro della strategia di Eni e viene declinata in diversi progetti volti a gestire gli impatti sociali della trasformazione, massimizzando le opportunità di sviluppo locale e lavorando in partnership con le comunità coinvolte, nel rispetto dei diritti umani e della tutela della salute e dell’ambiente. Progetti come la conversione della raffineria di Livorno in bioraffineria, il Centro di Eccellenza Oyo per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica in Congo o le partnership con l’Ilo (International Labour Organization) per promuovere la sicurezza e la salute sul lavoro degli agricoltori delle filiere dell’agri feedstock, e con Irena per promuovere lo sviluppo di competenze per la transizione, sono ulteriori esempi del percorso intrapreso dal Cane a sei zampe.

Nel suo discorso agli investitori, l’ad Descalzi ha illustrato filosofia di fondo e missione di Eni sul versante della transizione. “Nel contesto mondiale caratterizzato da dinamiche complesse e in continua evoluzione, siamo chiamati in causa per trovare risposte alle sfide socio-politiche, climatiche ed energetiche emergenti e fornire il nostro contributo, con un approccio improntato alla sicurezza, all’innovazione e alla sostenibilità. L’energia rimane uno snodo cruciale, con le sue accezioni di sicurezza e opportunità di sviluppo. La transizione energetica è irreversibile, e dobbiamo garantirne la realizzazione senza sacrificare la competitività del sistema produttivo e la sostenibilità sociale”.

Quanto al metodo, anche qui la linea è chiara. “Il percorso strategico che Eni ha intrapreso e i futuri progressi non possono prescindere dalle competenze, le idee e lo spirito di squadra di tutti i colleghi e i partner: in questo senso, sono fondamentali le collaborazioni con Istituzioni, stakeholder pubblici e privati, organizzazioni internazionali e della società civile, università, istituti di ricerca e hub innovativi. La consapevolezza del valore delle nostre competenze e di queste partnership, la volontà di integrare chi lavora al nostro fianco, il senso di responsabilità per le comunità che ospitano le nostre attività nel mondo sono e saranno ancora elementi cruciali per il raggiungimento dei risultati che Eni si è posta”.



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