Secondo il nuovo capo del comando Indo Pacifico, la Cina potrebbe andare oltre alle operazioni ambigue con cui dimostra le sue volontà di espansionismo. Previsione tetra di Pappy Paparo, perché significa che Pechino potrebbe essere disposto ad attività più manifeste
Il nuovo comandante dell’Indo Pacific Command del Pentagono, Samuel Paparo (detto “Pappy”) è appena entrato nel ruolo formalmente e ha già messo in chiaro un punto fermo della sua visione: le rivendicazioni intrusive ed espansioniste della Cina nell’Indo-Pacifico sono “illegali, coercitive, aggressive e ingannevoli”. D’altronde, non c’era da aspettarsi niente di diverso: il cambio di consegne – avvenuto alle Hawaii, nel quartier generale di Camp Smith – non era certo dovuto a un cambio di linea. Paparo succede a John Aquilino, che dall’agosto del 2021 era a capo del comando che copre l’area più vasta e complessa delle zone strategiche con cui gli Stati Uniti suddividono il mondo: quella su cui si affaccia direttamente la Cina.
La lettura più tetra che Paparo ha fatto nel discorso durante la cerimonia di cambio di comando ha riguardato le cosiddette “gray zone”. Quando si parla di zona grigia si parla di attività tattico-strategiche non esplicite, che non smuovono lo jus ad bellum come risposta, con cui, in questo caso, la Cina pratica le sue ambizioni di espansionismo. Per esempio, come si analizza nell’ultima edizione di Indo Pacific Salad, le esercitazioni attorno a Taiwan possono essere inserite nella gray zone, perché mirano a spostare l’asticella dello status quo a favore della Cina in modo costante, per esempio rendendo quasi accettabile (perché succede con costanza) il superamento delle demarcazioni territoriali taiwanesi da parte dei cacciabombardieri o navi da guerra cinesi.
Aquilino, in una delle intervista finali del suo mandato, in cui lasciava una sorta di eredità, spiegava la Cina stava procedendo seguendo una “boiling frog strategy”: ossia Pechino sta aumentando gradualmente la temperatura (delle tensioni) in modo che il pericolo finale sia sottovalutato fino a quando non è troppo tardi. Tradotto, e continuando con l’esempio, quegli aerei che violano lo spazio aereo di Taiwan prima o poi potrebbero farlo per attaccare, e quasi senza accorgersene. Paparo infatti dice che la Repubblica popolare potrebbe andare oltre la gray zone.
“Il mio amico generale Brawner della Repubblica delle Filippine […] ha rinominato la zona grigia, che altrimenti suona benigna e noiosa, in ICAD, che sta per ‘illegale, coercitivo, aggressivo e ingannevole’”, ha detto Paparo. Il generale Romeo Brawner è il capo di Stato maggiore delle forze armate filippine e sta vedendo come la Cina – che prima si muoveva nella gray zone del Mar Cinese colonizzando e militarizzando alcuni isolotti nell’ampia porzione che rivendica secondo la “linea dei nove tratti” – ora inizia a usare tecniche offensive, come per esempio attaccare con i cannoni ad acqua le unità di Manila.
L’area di competenza di Paparo si estende tecnicamente dalla Hawaii all’India – perché, per gli Stati Uniti, l’Indo Pacifico si ferma alle coste indiane, interpretazione differente dell’estensione che ne danno New Delhi e Tokyo, e forse Roma, fino all’Africa orientale. In tutto il bacino la presenza cinese è dominate, e anche per questo Washington lo considera come la prima linea per il contenimento di Pechino. “L’IndoPaCom, insieme ai nostri partner, è in grado di negare e difendere dai tentativi di rompere la pace accordata dall’ordine internazionale basato su regole”, dice Paparo.
”Ci impegneremo per la risoluzione pacifica di qualsiasi crisi o conflitto, ma non c’è dubbio […] che saremo pronti a combattere qualsiasi avversario che minacci la pace, la sicurezza, la stabilità e il benessere della nazione e dei nostri alleati e partner”. A proposito di questo: prima della cerimonia di cambio del comando, Camp Smith ha ospitato un incontro tra il capo del Pentagono, Lloyd Austin, e i suoi omologhi di Australia, Giappone e Filippine. È stato il secondo incontro di questo formato dopo le esercitazioni militari congiunte svoltesi nel corso del mese.
Paparo, come Aquilino prima di lui, si è laureato alla Navy Fighter Weapons School (istituto d’élite per studi strategici miliari conosciuta come “Top Gun”). Ha trascorso 37 anni in marina, ma ha anche esperienza di servizio in altri rami delle forze armate, tra questi è stato pilota di caccia F-15C in Arabia Saudita e in Islanda sotto l’Air Force. È stato anche in Afghanistan con un team di ricostruzione. Si tratta di impegni importanti, dalla formazione all’operazione, le cui insegne arricchiscono la divisa da ammiraglio, ma niente paragonabile all’enormità della sfida che la Cina pone all’ordine globale filo-statunitense.