Come anticipato, la presidente georgiana ha posto il veto sulla legge approvata dal Parlamento la settimana scorsa. Ma il partito di maggioranza ha già annunciato di voler superare il veto. Intanto, si discute su un’altra norma repressiva
“Questa legge è, nella sua essenza e nel suo spirito, una legge russa, che contraddice la nostra Costituzione e tutti gli standard europei, ed è un ostacolo al percorso europeo”. Con queste parole la presidente georgiana Salome Zurabishvili ha annunciato nel pomeriggio di sabato 18 maggio la sua già anticipata decisione di porre il veto sulla Foreign agents law, la legge approvata in via definitiva la settimana scorsa dal Parlamento georgiano, accusata di essere fortemente ispirata all’omonima legge russa utilizzata come strumento di repressione del dissenso. “La legge non è soggetta a modifiche o miglioramenti – questa legge dovrebbe essere abolita”. La risposta alla presidente è arrivata nella mattinata di lunedì 20 maggio, quando il presidente del Parlamento Shalva Papuashvili ha dichiarato che “naturalmente il Parlamento annullerà questo veto”, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Tass.
Queste dichiarazioni contrapposte sono la fotografia di una profonda spaccatura interna al Paese. Da una parte c’è un’estesa componente (probabilmente maggioritaria) di popolazione europeista ed occidentalizzata, quella popolazione che è scesa in massa nelle strade durante l’intero processo legislativo della Foreign agents law. Dall’altra, una fazione più conservatrice e meno desiderosa di integrarsi nelle strutture euroatlantiche, essendo anzi strettamente legata a Mosca. “Sogno Georgiano”, il partito di maggioranza in parlamento (che è riuscito ad ottenere anche grazie ad una “apparente” posizione antirussa dietro cui però si nascondeva una realtà diversa, come ha ricordato a Formiche.net Nona Mikhelidze), è la piattaforma che riunisce coloro che si rispecchiano in questa visione. In una recente dichiarazione risalente al mese scorso Bidzina Ivanishvili, presidente di “Sogno georgiano” nonché ricco imprenditore che ha accumulato gran parte della sua vasta fortuna personale in Russia, ha affermato che esiste un “partito della guerra globale” responsabile di promuovere conflitti in tutto il mondo e di trascinare i Paesi in guerra contro Mosca, una forza globale “che ha prima forzato il confronto della Georgia con la Russia e poi ha messo l’Ucraina in un pericolo ancora peggiore”, accusando le Ong (che non a caso sono una delle realtà sottoposte agli effetti della Foreign agents law) e l’opposizione radicale di sostenere questo fantomatico partito.
Anche sul piano culturale, il contrasto tra queste due realtà è molto vivido, e segue dinamiche molto simili. Dopo la Foreign agents law, “Sogno georgiano” sta promuovendo una legge sulla “propaganda Lgbt” per vietare gli sforzi per modificare “relazioni, comportamenti, atteggiamenti e percezioni tradizionali”, secondo le parole di Papuashvili. Questo provvedimento limiterebbe i diritti delle coppie omosessuali, vieterebbe il cambio di sesso e vieterebbe i matrimoni che non sono “un’unione di un singolo maschio genetico e di una singola femmina genetica”; inoltre, impedirebbe gli incontri pubblici che dovrebbero divulgare informazioni riguardo “la famiglia dello stesso sesso o le relazioni intime”. Una legge quasi identica a quella approvata nel 2013 nella Federazione Russa, esattamente come nel caso della Foreign agents law. Ed esattamente come quest’ultima, una sua entrata in vigore rischierebbe di compromettere il processo di integrazione di Tbilisi nella comunità europea e in quella atlantica.
A questo proposito, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha dichiarato che il governo dovrebbe avere “un momento di ulteriore riflessione”, invitando tutti i politici e i leader georgiani “a fare buon uso di questa finestra di opportunità (fornita dal veto presidenziale, ndr) e ad assicurare che la Georgia rimanga sulla strada europea che la popolazione sostiene”.