Il recente Rapporto Eurispes, di fronte ai processi di trasformazione per impatto dei cambiamenti climatici, riorganizzazione del sistema di welfare, cambiamenti demografici, flussi migratori e inclusione sociale, evoca valori e responsabilità per una nuova umanità. Come poter intervenire?
Negli anni dell’orrore delle guerre e nell’incertezza del domani, il quadro degli italiani, come emerge anche dalle ultime rilevazioni, è piuttosto desolante.
Un Paese vecchio e povero e con un tasso di denatalità mai registrato prima. Secondo l’Istat, il recupero del livello di Pil pre-Covid, anche precedente alla crisi del 2008, in Italia non ha frenato la crescita della povertà, che nel 2023 ha raggiunto “livelli mai toccati negli ultimi dieci anni”. E, pur con aumento dell’occupazione, è a rischio di povertà il 10,1% della popolazione e in povertà assoluta l’8,3% mentre, negli ultimi 10 anni, il potere d’acquisto dei salari lordi dei lavoratori dipendenti è crollato del 4,5%, a causa dell’inflazione.
Secondo i dati Eurispes, nell’ultimo anno, circa un italiano su cinque ha assunto farmaci psicotropi (19,8%), ansiolitici e tranquillanti quelli maggiormente utilizzati (85,1%). Sbalzi d’umore sono, inoltre, registrati dal 60% degli italiani, insieme a insonnia (59%) e senso di depressione (58,9%).
E ancora, come rileva Eurostat, l’Italia è il terzultimo Paese dell’Unione europea con il 30,6 per cento di laureati, nel 2023, nella fascia d’età compresa tra 25 e 34 anni, in un contesto di cambiamenti economico-produttivi che richiedono, invece, maggiori e nuove competenze.
In un clima di smarrimento, nell’era dell’intelligenza artificiale e delle potenzialità tecnologiche, infine, secondo l’ultimo Rapporto “Magia, pseudoscienze, intelligenza artificiale ed altre dipendenze” dell’Osservatorio antiplagio, circa il 20% degli italiani si rivolge a cartomanti, veggenti, guaritori, di persona o online. Un giro di affari di circa 6 miliardi.
Richieste di aiuto per domande impossibili svelano solitudini e vuoti, mancanze e abbandoni. Il mondo dell’occulto si fa speranza di approdo verso luoghi inaccessibili, oltre il limite della incontrollabile sofferenza della condizione umana, senza distinzione di ceto sociale e cultura.
Come invertire la drammatica rotta di solitudine e sfiducia?
Il recente Rapporto Eurispes, di fronte ai processi di trasformazione per impatto dei cambiamenti climatici, riorganizzazione del sistema di welfare, cambiamenti demografici, flussi migratori e inclusione sociale, evoca valori e responsabilità per una nuova umanità.
Oltre ad una più equa distribuzione della ricchezza e a un nuovo sistema educativo, il Rapporto, tra le vie d’uscita, suggerisce, infatti, di “ritornare alla centralità dell’uomo. Oggi, si parla in filosofia di nuovo umanesimo di fronte alla potenza delle tecnologie e alle accresciute incertezze del futuro che ci attende. Di fronte alla complessità odierna, vogliamo dare, attraverso le parole del sociologo Edgar Morin, un’indicazione chiara, al pari di un imperativo categorico: per l’uomo è tempo di ritrovare se stesso. Si tratta dell’agire umano che si fa condiviso, riscopre l’etica, la solidarietà, la responsabilità, la corresponsabilità planetaria nella salvaguardia dell’ambiente, delle risorse disponibili, dei popoli”. “Una riflessione collettiva e condivisa, trasversale e multidisciplinare, per immaginare e stilare un nuovo ‘Patto per il futuro’ che veda protagonista della trasformazione la società nella sua interezza”.
“Ritornare ai disegni impossibili, alle mete ardue da raggiungere, ai progetti complessi e difficili da realizzare. Non a caso, anche se in termini mistici, Kierkegaard parlava di una necessaria tensione dell’“io reale” verso l’“io ideale” come termine ultimo di una evoluzione inarrestabile e ineludibile. Perché l’uomo per progredire da sempre ha bisogno, prima di ogni altro elemento, della convinzione di potercela fare, di avere un obiettivo da raggiungere”, assicura l’Istituto di ricerca. Con il “coraggio di avere coraggio”, come ha detto il presidente Gian Maria Fara, presentando il Rapporto 2024.
Utopia “l’idea di uomo come potenza generatrice positiva” per “costruire una nuova etica condivisa”? Un’utopia che, forse, può prendere forza dall’amore.
Nella Giornata mondiale dei bambini voluta da Papa Francesco per una Chiesa che accoglie, include, annulla distanze e si fa “bambina” per ritrovare la gioia nella capacità rigenerativa dell’amore, l’attore premio Oscar Roberto Benigni ha ricordato il discorso della Montagna di Gesù del Vangelo: “Siate profondamente buoni, la vita è amore, conoscenza e compassione infinita per il dolore dell’umanità, prendetevi voi cura del mondo, amate chiunque sia a vostra portata di mano”.
L’amore è anche passaporto per la felicità, ci aveva ricordato Benigni nel monologo sulla felicità. “Noi amiamo sempre troppo poco e troppo tardi. Affrettiamoci ad amare. Perché al tramonto della vita saremo giudicati sull’amore. Perché non esiste amore sprecato …. Tutte le cose, ma anche quelle inanimate, come le montagne, i mari, le strade, ma di più, di più, il cielo, il vento, di più, le stelle, di più, le città, i fiumi, le pietre, i palazzi, tutte queste cose che di per se sono vuote, indifferenti. Improvvisamente quando le guardiamo si caricano di significato umano e ci affascinano, ci commuovono”.
È una prospettiva che non può fare a meno dello sguardo delle donne. Per accettare fragilità e superare la disperazione in una visione di speranza per il futuro.
Le donne combattono l’indifferenza e il disamore, credono nella possibilità di ripartire sempre dai sentimenti e dal sogno. A volte vittime di discriminazioni e violenze e in un percorso di parità ancora incompiuto, il loro corpo è al centro di dibattiti su questioni che, al di là dei “diritti”, richiamano riflessioni più profonde su solitudini, scelte, interrogativi senza risposte per il futuro della società.
Le donne offrono la forza rivoluzionaria dell’amore per una crescita che unisce, senza differenza di genere, e dà senso alla vita. Un “lusso” alla portata di tutti, per sconfiggere la povertà interiore e amare il mondo, gli altri, la natura. Un impegno di cambiamento per rimettersi in gioco con dedizione, sacrificio, bontà, condivisione. Sarà possibile?