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G7 Economia, ecco tutti i punti di connessione con la politica internazionale

La ministeriale del G7 di Stresa dimostra chiaramente quanto le questioni di economia e di esteri siano interconnesse in questa fase storica. I ministri del gruppo parlano di Russia, Cina, Gaza, di problemi alle catene di approvvigionamento e di policrisi che intaccano la stabilità e la crescita a livello globale

L’incontro ministeriale del G7 dedicato all’economia, ospitato dall’Italia a Stresa nella figura del ministro Giancarlo Giorgetti, è una chiara rappresentazione di come le dinamiche degli affari globali in questo periodo storico siano estremamente concatenate agli sviluppi economici, segnando situazioni di causa effetto in cui “esteri” ed “economia” si collegano nell’essere uno conseguenza dell’altro e viceversa. In questo contesto, i leader hanno discusso approcci proattivi per rafforzare la resilienza economica del gruppo di fronte a molteplici shock che gli equilibri internazionali hanno subito o stanno subendo (e con ogni probabilità subiranno).

Resilienza e inflazione

Il primo punto analizzato dal Communiqué diffuso alla fine della riunione sottolinea proprio come l’economia globale abbia dimostrato una resilienza maggiore del previsto contro quegli shock multipli, prodotti dalla pandemia (non va dimenticato che siamo ancora in fase di ripresa, nonostante sia passato un anno esatto dalla dichiarazione con cui l’Oms ha sancito la fine della crisi prodotta dal Covid), ma anche dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina (portatrice di un effetto pesante soprattutto sul mercato energetico) e dalle policrisi più regionalizzate come quella prodotta dalla guerra israeliana contro Hamas e altre circostanze di disequilibrio che stanno influenzando la politica internazionale.

Nonostante la moderazione dell’inflazione, spauracchio consequenziale a quella policrisi che ha caratterizzato almeno gli ultimi due anni, “la crescita economica globale è probabile che rimanga al di sotto della media storica” e soggetta a rischi, inclusa la persistenza dell’inflazione nel settore dei servizi, scrivono i ministri del gruppo.

Politiche fiscali e monetarie, cooperazione

Anche da questo dipendono le politiche fiscali e monetarie pensate per attenuare l’impatto macroeconomico della pandemia e della guerra, che secondo l’analisi del G7 si sono rivelate in generale “efficaci”. L’obiettivo è “ricostituire gradualmente i buffer fiscali” per rafforzare la sostenibilità e rispondere a nuovi shock, promuovendo al contempo transizioni verdi e digitali sostenibili e giuste, colmando i divide con altre parti del mondo (leggasi: Global South).

In tale ottica, si riafferma l’impegno congiunto dei Sette Grandi (occidentali) verso un sistema multilaterale libero, equo e basato sulle regole – concetti ripetuti costantemente davanti a chi propone un modello diverso di governance degli affari globali, basato su un pragmatismo meno idealizzato ma che spesso presenta trappole (come quella del debito cinese). Si punta a “rendere le nostre catene di approvvigionamento più resilienti, affidabili, diversificate e sostenibili” e a rispondere a pratiche dannose, proteggendo tecnologie critiche ed emergenti.

Per questo, il G7 evidenzia l’importanza del dialogo e della cooperazione – di cui il gruppo intende farsi portatore – per affrontare tendenze globali e risposte politiche, coinvolgendo partner esterni (alle sedente del summit, per esempio, erano invitati Brasile, organizzatore del G20 quest’anno, Mauritania, presidente dell’Unione africana, Corea del Sud e Arabia Saudita), così come organizzazioni internazionali (altri invitati provenivano infatti dal Fondo monetario internazionale, dal Wto, dall’Ocse e dalla World Bank).

Conflitto in Ucraina

Un fattore di particolare attenzione e importanza è stata la questione ucraina. Il G7 esplicitamente condanna la guerra di aggressione della Russia, che continua a causare perdite umane ed economiche immense. Il gruppo scrive di accogliere con favore la decisione dell’Ue di indirizzare i profitti straordinari derivanti dagli asset sovrani russi immobilizzati a beneficio dell’Ucraina. Si sta facendo progresso nelle discussioni su come portare avanti i profitti straordinari a beneficio dell’Ucraina, in linea con il diritto internazionale e i rispettivi sistemi legali, con l’obiettivo di presentare opzioni per fornire ulteriore supporto finanziario all’Ucraina prima del vertice di Puglia a giugno.

Gaza

La crisi militare, umanitaria ed economica prodotta dalla guerra nella Striscia di Gaza, scatenata dall’attacco macabro di Hamas del 7 ottobre, non poteva prendere uno spazio. Nel comunicato – che è importante quanto documento programmatico per l’annualità del gruppo – si esprime preoccupazione per la situazione dei civili, e si sottolinea la necessità di azioni urgenti per fornire assistenza alle migliaia di palestinesi bisognosi di generi di prima necessità.

“Sottolineando che è necessaria un’azione urgente, continueremo a cooperare nel fornire assistenza umanitaria vitale ai palestinesi bisognosi e nel fornire sostegno ai civili ed alle economie della regione che sono negativamente influenzati dal conflitto e dai suoi effetti di ricaduta”. Notando i rischi umanitari ed economici posti da un’escalation regionale, anche attraverso le interruzioni del trasporto internazionale, viene chiesto il “mantenimento della stabilità economica in Cisgiordania [che] è fondamentale anche per la sicurezza della regione”. Inoltre: “Chiediamo a Israele di adottare le misure necessarie per garantire che i servizi bancari corrispondenti tra le banche israeliane e palestinesi rimangano in vigore, in modo che le transazioni finanziarie vitali e gli scambi e i servizi critici continuino; per rilasciare le entrate di autorizzazione trattenute all’Autorità Palestinese, in considerazione delle sue urgenti esigenze fiscali; e per rimuovere o rilassare altre misure che hanno avuto un impatto negativo sul commercio per evitare un’ulteriore esacerbazione della situazione economica in Cisgiordania”.

Cina e amici speciali

Il documento del G7 menziona anche la Cina più volte, in relazione alle sue pratiche economiche e politiche. Si esprime preoccupazione per l’uso da parte della Cina di politiche e pratiche “non di mercato” che minano i lavoratori, le industrie e la resilienza economica dei paesi del G7. Si discute di monitorare gli impatti negativi della over-capacity e di considerare passi per assicurare condizioni di parità, in linea con i principi del Wto (a cui la Cina per altro aderisce.

Il G7 tuttavia sottolinea l’interesse in una collaborazione equilibrata e reciproca, supportando il lavoro per valutare l’impatto macroeconomico dei sussidi e altre misure di politica industriale e commerciale a livello globale, basandosi su informazioni comparabili; e si promuove un dialogo con i Paesi terzi su questioni relative alle politiche industriali, alla frammentazione economica, ai rischi di concentrazione di mercato e alla sovracapacità cinese.

Tuttavia, anche la ministeriale economica (come già precedentemente quella sugli Esteri, e in futuro probabilmente nell’ incontro tra leader) si condanna la crescente cooperazione cinese con la Russia, così come quella tra Pyongyang e Mosca. Si invita anche l’Iran a cessare l’assistenza all’esercito russo, con la preoccupazione per i trasferimenti alla Russia da parte di aziende di tutto il mondo, inclusi quelli dalla Cina, di materiali e componenti dual-use per armi e attrezzature per la produzione militare.


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