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Così al G7 Energia le grandi economie assumono la guida della transizione

Un vertice particolarmente importante quello che si è concluso a Torino, non soltanto in vista del G7 dei Capi di Stato e di Governo di giugno, in Puglia, ma soprattutto come “operazione ponte” con la Conferenza sul clima Cop29 che si terrà il prossimo novembre a Baku e per i nuovi target di emissioni che dovranno essere decisi prima della successiva conferenza Cop30 in Brasile nel 2025. I commenti di La Camera (Irena) e D’Aprile (ministero Ambiente)

“Le grandi economie assumono la guida della transizione. Sono molto soddisfatto dei risultati del G7 e ringrazio le delegazioni per l’ottimo lavoro svolto”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin a conclusione del vertice dei Ministri su clima energia e ambiente che si è chiuso ieri nella suggestiva Reggia di Venaria, a Torino, sotto la presidenza italiana. “E’ stato possibile coniugare le differenti esigenze e sensibilità nel segno di un obiettivo condiviso, ambientale ed energetico, improntato alla solidarietà fra i Paesi del G7 e quelli in via di sviluppo”. “Vanno in questa direzione – ha concluso il Ministro – le decisioni assunte sull’uscita dal carbone, sulla moltiplicazione della capacità di accumulo di energia, sul sostegno all’adattamento nei Paesi del Sud del mondo, sull’energia da fusione. È importante che le grandi economie del pianeta assumano la responsabilità e l’onere anche finanziario di condurre la sfida per la transizione ecologica e per attuare un nuovo modello si sviluppo sostenibile”.

Un vertice particolarmente importante quello che si è appena concluso a Torino, non soltanto in vista del G7 dei Capi di Stato e di Governo di giugno, in Puglia,  ma soprattutto  come “operazione ponte” con  la Conferenza sul clima Cop29 che si terrà il prossimo novembre a Baku, in Azerbaigian, e per i nuovi target di emissioni che dovranno essere decisi prima della successiva conferenza Cop30 in Brasile nel 2025.

E allora vediamo più da vicino le decisioni prese in questo G7 così come formulate nel documento finale congiunto. Documento che, richiamando all’inizio  quanto stabilito dai leader G7 riuniti a Kiev nel secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, ribadisce il sostegno al governo e al popolo ucraino e si augura un futuro  democratico e libero da un’occupazione “che costituisce una palese violazione della Carta delle Nazioni Unite”. Così pure per il Medio Oriente, richiamando la risoluzione delle Nazioni Unite del 25 marzo “per un immediato cessate il fuoco e un immediato e incondizionato rilascio di tutti gli ostaggi”.

Per la riduzione delle emissioni i Paesi del G7 si impegnano a presentare nuovi piani nazionali tra i 9 e i 12 mesi prima della Cop30 di fine 2025 in Brasile, che dimostrino la progressione e la massima ambizione possibile, “con obiettivi di riduzione di emissioni in volumi assoluti” per quanto riguarda tutti i gas serra e tutti i settori dell’economia, con l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature entro 1,5°C, come previsto dall’Accordo di Parigi del 2015.

I Piani nazionali integrati energia e clima dovranno essere in linea con quanto stabilito alla Cop28 di Dubai, includere gli obiettivi al 2030 e dimostrate l’azzeramento netto delle emissioni al 2050. Concordano sull’eliminazione graduale della produzione di energia elettrica da carbone entro il 2035, aumentando, nel contempo, gli investimenti nelle reti di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica entro il 2030, riconoscendo che sono necessari 600 miliardi di dollari all’anno per raggiungere gli obiettivi climatici annunciati.

In materia di rinnovabili, per attuare quanto deciso a Dubai di triplicare la capacità di produzione al 2030, vi è un impegno a “sestuplicare la capacità degli accumuli si energia al 2030, portandola fino a 1.5 TW a livello globale. Per il nucleare i Paesi del G7 hanno deciso di istituire un Gruppo di Lavoro sull’Energia da Fusione “per condividere le migliori pratiche ed esplorare le aree di cooperazione per accelerare lo sviluppo e la dimostrazione di impianti da fusione, incoraggiando l’aumento degli investimenti privati e pubblici”. E’ stato, inoltre, preso il “rilevante impegno politico di mettere fine a ogni nostra significativa dipendenza dal gas russo, lavorando per abbandonare le importazioni prima possibile, al fine di ridurre le entrate della Russia, come misura di supporto all’Ucraina”.

“I risultati più importanti raggiunti – ha detto a Formiche.net Francesco La Camera, direttore generale di IRENA, l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili, che ha partecipato ai lavori – riguardano una data precisa per l’eliminazione del carbone, l’impegno di mettersi in linea con gli impegni presi ad Abu Dabi  alla COP28 dello scorso anno, l’attenzione al sistema di distribuzione e stoccaggio dell’energia. Permane qualche ambiguità sul nucleare anche rispetto ai tempi che possono essere colmati con l’utilizzo delle energie rinnovabili”. Soddisfazione è stata quindi espressa da La Camera per il riconoscimento dell’iniziativa  di IRENA sull’Africa, “Accelerated Partnership for Renewables in Africa” (APRA), un’alleanza internazionale di governi e parti interessate guidata da Paesi africani, “per accelerare la diffusione dei sistemi energetici basati sulle energie rinnovabili per migliorare l’accesso all’energia, consentire l’industrializzazione verde e migliorare la resilienza economica e sociale”.

E, a proposito di Africa, il Paesi del G7  hanno assunto l’impegno di collaborare in particolare con i Paesi africani sulla scorta dell’impostazione politico-culturale del “Piano Mattei”,  attraverso la creazione di un Hub del G7 dedicato alla promozione di un approccio comune “da adottare nelle iniziative progettuali di gestione sostenibile del suolo in Africa e nel bacino del Mediterraneo”. L’impegno riguarda anche il sostegno ai Paesi in via di sviluppo “più vulnerabili” a stabilire piani di investimento per l’adattamento ai cambiamenti climatici attraverso il “G7 Adaptation Accelerator Hub” per promuovere partenariati volti a favorire le azioni per  l’attuazione dei piani di adattamento nazionali.

Ulteriori impegni riguardano la riduzione del 75% entro il 2030 delle emissioni di gas metano dalle filiere dei carburanti fossili; la decarbonizzazione degli impianti industriali; la promozione della sicurezza di approvvigionamento della materie prime critiche; le diverse opzioni per la decarbonizzazione del settore stradale; l’intenzione di raddoppiare i finanziamenti per l’adattamento riconoscendo il ruolo cruciale della finanza pubblica; l’impostazione di standard ambiziosi di qualità dell’aria tenendo conto delle linee guida stabilite dall’Oms; l’impegno a fermare l’inquinamento da plastiche, con particolare riferimento al mare e agli oceani.

Un’attenzione speciale è stata rivolta alla tutela delle risorse naturali con la decisione di istituire una “Coalizione G7 sull’Acqua”, riconoscendo l’importanza dell’acqua “per lo sviluppo sostenibile, la prosperità e la pace e la necessità di mettere in atto azioni concrete”, con l’obiettivo di identificare “strategie comuni per catalizzare priorità condivise nell’affrontare la situazione globale di crisi idrica e sottolineare il ruolo degli approcci multisettoriali, innalzando a livello globale l’attenzione politica sull’acqua”. E ancora, “promuovere politiche efficaci, efficienti, inclusive e giuste per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile legati all’acqua”.

Per quanto riguarda l’economia circolare è stato deciso di incaricare l’Alleanza del G7 sull’Efficienza delle Risorse di lavorare, entro il 2024, allo sviluppo di una comune “Agenda volontaria sul Tessile e la Moda Circolari” tra governi, imprese e stakeholder “allo scopo di guidare il cambiamento all’interno dell’industria tessile e della moda promuovendo pratiche di economia circolare lungo l’intera catena del valore, contribuendo così a combattere il fenomeno del fast fashion e i relativi impatti ambientali”.

“I lavori si sono svolti in un clima di grande collaborazione tra le delegazioni – ha dichiarato a Formiche.net Laura D’Aprile, Capo Dipartimento per lo Sviluppo Sostenibile del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che, su incarico del ministro,  ha presieduto la negoziazione della parte ambiente del comunicato finale. “Hanno consentito di chiudere iniziative concrete in tema di economia circolare, protezione della biodiversità, del mare e degli oceani, acqua e suolo. Le tre iniziative flagship proposte dalla presidenza  (Agenda su tessile e moda sostenibile, Coalizione G7 sull’acqua e Hub volontario sul suolo) sono state tutte approvate e daranno luogo ad eventi specifici fino alla fine della Presidenza italiana lasciando poi il testimone a quella canadese”.

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