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Pechino sta perdendo la “guerra fredda sottomarina” con Washington

Stanno venendo meno i due pilastri dell’infrastruttura digitale che determinano l’influenza degli Stati: le tensioni internazionali hanno visto diminuire i progetti di cavi che collegano la Cina al resto del mondo. Di conseguenza, anche le prospettive sui data center sono al ribasso

Alan Mauldin, direttore della ricerca di TeleGeography, parla di “guerra fredda sottomarina” tra Stati Uniti e Cina. Il progetto da 1 miliardo di dollari, lanciato da Stati Uniti e Giappone con un’iniziativa pubblico-privata, per la costruzione di due cavi sottomarini che collegheranno Giappone, Guam e Hawaii ne è la dimostrazione. Le crescenti tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti hanno causato una forte riduzione di nuovi cavi sottomarini che collegano la Cina al resto del mondo, iniziando così a influenzare il flusso di dati globali.

La situazione è cambiata intorno al 2020, quando gli Stati Uniti, guidati allora dal presidente Donald Trump, hanno adottato l’iniziativa Clean Network per escludere le imprese cinesi dai progetti di infrastrutture di telecomunicazione. Da allora Washington ha mantenuto questa posizione dura nei confronti di Pechino, adducendo la necessità di garantire la sicurezza dei dati. Nel 2020 il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha invitato Google e Meta a rivedere il loro progetto per la posa di un cavo sottomarino di 13.000 chilometri tra Los Angeles e Hong Kong, che era già in fase finale.

Un tempo annunciata come futuro hub per le reti sottomarine su cui viaggia il 99% dei dati, oggi la Cina sta vedendo il suo ruolo svanire proprio mentre cresce la richiesta di connessioni per via di servizi sempre più diffusi come streaming e cloud. Il completamento di tre cavi internazionali per collegare Hong Kong è previsto per il 2025, ma dopo non sono previsti progetti sottomarini per il Paese. A scriverlo è il giornale giapponese Nikkei.

La mancanza di progetti sottomarini dovrebbe anche pesare sulla costruzione di data center nel Paese. La società statunitense di servizi immobiliari Cushman & Wakefield ha previsto che la Cina rappresenterà il 7% del fatturato globale dei data center nel 2028, in calo rispetto al 9% del 2023. Nello stesso periodo, si prevede che gli Stati Uniti vedranno la loro quota scendere al 38% dal 49%, mentre il Sud-Est asiatico vedrà probabilmente aumentare la sua percentuale all’11% dal 9%

I cavi sottomarini e i data center sono due pilastri dell’infrastruttura digitale. “La loro presenza potrebbe determinare il potere e l’influenza dei Paesi ospitanti e delle imprese che vi operano”, conclude il giornale giapponese.


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