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L’intelligenza artigiana sarà il futuro delle Pmi. Parola di Confartigianato Giovani

Le imprese devono saper essere più attrattive per le giovani generazioni e i ragazzi devono saper ascoltare i “vecchi” imprenditori. Il lavoro da fare è rafforzare il legame tra mondo delle Pmi e formazione. Il governo ci sta provando anche con la sperimentazione del 4+2 (istituto professionale prima e due anni di Its). Il futuro della salvaguardia del made in Italy si gioca anche nel passaggio generazionale delle imprese. E l’intelligenza artigiana prevarrà sempre su quella artificiale. La convention dei giovani imprenditori di Confartigianato

È andata come doveva: i giovani hanno giocato da protagonisti. Era molto più di un titolo, ma idealmente una rotta tracciata, quella emersa dall’intervento del presidente dei giovani imprenditori di Confartigianato, Davide Peli in occasione della convention “Nuova identità imprenditoriale. Capire il presente, costruire il futuro” realizzata dall’associazione all’auditorium Antonianum l’altro giorno.

La prospettiva che introduce il presidente dei giovani è quella di un dialogo maggiore tra imprese e mondo della formazione. “Le competenze – scandisce Peli – sono fondamentali per far crescere le nostre aziende. E i ragazzi, sempre di più, si aspettano che il mondo produttivo sappia avere appeal nei loro confronti, che li sappia attrarre. Per farlo, bisogna però scardinare una serie di pregiudizi”.

Da un parte gli adulti devono “scrollarsi di dosso l’idea che le giovani generazioni non abbiano voglia di applicarsi al lavoro”, d’altra parte i ragazzi “devono ascoltare ciò che i più anziani hanno da insegnare loro”. Il passaggio è funzionale per introdurre uno dei temi che, in assoluto, sta più a cuore all’imprenditore bresciano e più in generale al mondo delle Pmi: il passaggio generazionale.

“Per la maggior parte – prosegue il presidente di Confartigianato Giovani – nelle nostre imprese convivono anche tre generazioni e questo rappresenta un valore aggiunto importantissimo. Ma la tutela del mondo imprenditoriale, dell’artigianato che è la punta di diamante del Made in Italy, è legato indissolubilmente al passaggio generazionale tra imprenditori”.

Quello del passaggio generazionale è un punto che intreccia diversi piani, a partire da quello demografico. Ed è il responsabile dell’ufficio studi di Confartigianato, Enrico Quintavalle, a tracciare una proiezione secondo cui l’Italia, fino al 2080, continuerà a perdere popolazione. Di qui, tra le altre, la grande difficoltà nel reperimento della manodopera da reclutare per le pmi. Nonostante questo, come osserva Licia Redolfi (osservatorio Mpi Confartigianato Lombardia), “ci sono delle Regioni il cui tasso di crescita ha valori a doppia cifra”.

È la sottosegretaria all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, a sottolineare la necessità di “un confronto sempre più stretto fra politica e mondo dell’istruzione. L’offerta formativa deve essere variegata e dare la possibilità ai ragazzi di trovare opportunità nell’ambito delle nostre Pmi, che possono diventare luoghi di formazione ideali”.

L’idea è quella di un’immersione dei giovani nel mondo del lavoro fin dai primi anni di istruzione superiore. Motivo per il quale “il governo ha promosso – ricorda Frassinetti – il modello 4+2: ossia i primi anni di istituto professionale e gli ultimi due di Its. In questo modo, proviamo in modo concreto a dare una risposta alle istanze che, quotidianamente, arrivano dal mondo produttivo”.

Se la dem Paola De Micheli insiste sulla necessità che l’impresa “venga sostenuta fortemente dall’erogazione di credito”, il leghista Giorgio Maria Bergesio rivendica i risultati ottenuti dal governo in ordine alla riduzione del cuneo fiscale e al sostegno delle Pmi.

L’ultimo panel della mattinata, a cui seguono gli interventi di diversi studenti, è forse quello che più di altri dà il senso dell’obiettivo che l’associazione si è posta. Immaginando un dialogo tra un soggetto creato con l’intelligenza artificiale e Adriano Olivetti, ecco arrivare la parola chiave: futuro.

Ed è su questo, che si concentra l’intervento del presidente nazionale di Confartigianato, Marco Granelli che restituisce il senso di rotta di cui parlavamo in premessa. “Per costruire il futuro – scandisce a chiare lettere il presidente – non possiamo sottrarci. I cambiamenti vanno governati e gestiti: tra questi, l’intelligenza artificiale assume un ruolo centrale in questa riflessione. Ma il futuro dell’impresa, che cammina sulle gambe dei giovani, non può che partire da un presupposto di consapevolezza: la supremazia dell’intelligenza artigiana rispetto a quella artificiale”. Perché “nessun robot potrà sostituirsi a un artigiano”.

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