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Le infrastrutture digitali sono un valore. L’indagine Inwit-Piepoli

Nel corso del suo primo Sustainability day la società delle torri fa il punto sulla percezione delle infrastrutture digitali, considerate da parte di famiglie e imprese sempre più strategiche e irrinunciabili per il benessere e la crescita. Mentre il dg Diego Galli rassicura sul rispetto della tabella di marcia del Pnrr

Internet è ormai ritenuto vitale in Italia, come l’acqua. La rete digitale è considerata addirittura più importante di quella idrica tanto è cresciuta la consapevolezza del suo ruolo per lo sviluppo. Questo il risultato emerso da un’indagine condotta per Inwit dall’Istituto Piepoli e presentato al primo Sustainability day dell’operatore delle torri, oggi partecipato al 3% da Tim, attraverso il veicolo Daphne. Ebbene, secondo lo studio, il 94% degli intervistati apprezza il valore delle infrastrutture digitali per il territorio e la collettività, con le resistenze ai lavori che sarebbero ormai minoritarie: l’84% del campione è favorevole alla costruzione di infrastrutture digitali, e un terzo di questo è estremante favorevole.

Non è tutto. Oltre la metà del campione ritiene che il potenziamento della rete dovrebbe avvenire in tempi rapidi, alla stessa velocità delle ferrovie, mentre l’85% degli italiani è convinto che il 5G rappresenti un’opportunità di crescita e non un rischio. “È importante vedere che crescano la consapevolezza e il supporto per la digitalizzazione e le infrastrutture digitali”, ha chiarito il direttore generale di Inwit, Diego Galli, ricordando che lo scorso anno la società ha realizzato più di 900 nuove torri ed è in linea con gli obiettivi del Pnrr, che entro il 2026 porterà alla copertura di 1400 aree che sono in digital divide.

Per il manager “è un piano di sviluppo comunque sfidante, perché per le autorizzazioni si impiega ancora tanto tempo: ci vogliono 10 mesi per costruire una nuova infrastruttura, spiega, dei quali solo 2 mesi per la struttura tecnica e 8 mesi per la localizzazione e l’ottenimento dei permessi. C’è stata un’ottima semplificazione a livello centrale ma è importante che venga sempre più recepita in modo integrato a livello locale”. Tornando allo studio, per il 45% degli italiani la crescita delle infrastrutture digitali contribuisce alla riduzione del digital divide, mentre per il 40% supporta la creazione di una società più innovativa e connessa.

”Ci stiamo muovendo sempre di più”, ha sottolineato ancora Galli, “verso una società iperconnessa, con un fabbisogno crescente di dati, che ha bisogno di infrastrutture digitali efficienti. Il nostro è un modello di business intrinsecamente sostenibile. Attraverso la condivisione delle infrastrutture digitali abilita, infatti, uno sviluppo più sostenibile lungo tutta la catena del valore e coniuga efficienza industriale, economica, sociale e ambientale. Questo è il vero valore delle nostre infrastrutture, che risulta apprezzato dalla collettività e che esprime anche la capacità di considerare le esigenze dei diversi stakeholder all’interno delle strategie di business”.

Ma attenzione alla questione della formazione e delle competenze. ”Alla domanda di infrastrutture digitali”, ha osservato Daria Perrotta, presidente Comitato di Indirizzo strategico Fondo per la Repubblica Digitale, “corrisponde sempre l’esigenza di una formazione al digitale. Il fondo Repubblica digitale persegue proprio questa missione strategica per il nostro futuro. In un anno e mezzo di operatività, con l’adozione di sei bandi, lo scopo è proprio quello di accrescere e aggiornare le competenze digitali sia in quanto occasione per consentire nuovi ingressi nel mondo del lavoro, sia per sostenere i lavoratori dei settori più interessati dalle trasformazioni digitali”.

Mentre secondo Laura Cavatorta, presidente Comitato Sostenibilità Inwit e Comitato Esg Snam “è essenziale utilizzare quanto più possibile il proprio core business in chiave sostenibile, innovando prodotti e processi in modo da massimizzare il proprio potenziale di impatto positivo su società e ambiente, contestualmente al sano e necessario perseguimento dell’utile. In Inwit siamo riusciti in brevissimo tempo ad individuare un percorso molto articolato e al tempo stesso pienamente focalizzato, puntando al raggiungimento di diversi obiettivi di sostenibilità in totale coerenza con il business della società”.

 

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