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Teheran conferma: il presidente Raisi è morto. Iran in bilico

Trovati i resti dell’elicottero presidenziale. La Mezzaluna rossa conferma: tutti morti i passeggeri. Fra Ayatollah e Pasdaran per l’Iran si apre una fase di incertezza e di scontro al vertice. La cronaca e l’analisi di Gianfranco D’Anna

La tv di Stato iraniana ha dato la notizia ufficiale della morte del presidente Ebrahim Raisi e preannunciato che saranno resi noti il luogo e l’ora della cerimonia funebre.

La Mezzaluna rossa di Teheran conferma che non ci sono superstiti fra i passeggeri dell’elicottero presidenziale, a bordo del quale c’erano anche il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian, il governatore della provincia dell’Azerbaigian orientale Malek Rakhmati e l’imam di Tabriz Ali Ale-Hashem.

I resti del velivolo sono stati trovati lungo la strada per il villaggio iraniano di Khoilar-Kalam, a circa 100 chilometri da Tabriz. Le squadre di ricerca hanno trovato parti dell’ala e della pala del velivolo su una collina e si sono mosse verso il posto.
“Non c’è segno di vita nell’elicottero” del presidente Raisi “e la cabina è bruciata”, affermano i media iraniani, mostrando le immagini dei soccorritori della Mezzaluna rossa in azione mentre le condizioni meteorologiche su tutta la zona rimangono difficili, con pioggia e nebbia che riducono la visibilità.

In un messaggio alla nazione, la Guida suprema Ali Khamenei ha assicurato agli iraniani, ma soprattutto ai nemici interni ed esteri, a partire da Israele, che non ci saranno vuoti di potere. Le elezioni del nuovo presidente sarebbero infatti già state programmate entro due mesi.

Eletto al vertice della Repubblica islamica nel 2021, l’ultraconservatore 63enne Raisi aveva preso le redini di un Paese in preda ad una profonda crisi sociale e ad un’economia messa a dura prova dalle sanzioni americane e europee contro Teheran per il suo programma nucleare.

Delfino della Guida suprema e in pole position per la successione, Raisi si era dimostrato un intransigente nemico di Israele e degli Stati Uniti, arrivando al massimo livello di scontro con lo Stato ebraico, culminato con il primo attacco iraniano condotto in territorio israeliano, sullo sfondo della guerra a Gaza.

Con la sua scomparsa, nonostante le rassicurazioni di Khamenei sulla tenuta del sistema, si apre tuttavia una fase di turbolenza che potrà condizionare i già fragilissimi equilibri del Medio Oriente.

Sono le stesse caotiche modalità della scomparsa di Raisi, specchio dell’arretratezza tecnologica e organizzativa dell’Iran, a confermare i rischi e le incertezze di una lotta interna di potere e, nell’ambito del Medio Oriente, di una ulteriore accentuazione del coinvolgimento diretto dell’Iran nella strategia terroristica degli Hezbollah libanesi e degli Houthi yemeniti.

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