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Italia-India, l’accordo sulla difesa riguarda anche l’intelligence

Ieri il Cdm ha approvato il ddl di ratifica dell’intesa siglata a ottobre. Tra i settori di cooperazione c’è anche la condivisione di informazioni. A febbraio, Belloni (Dis) era volata a Nuova Delhi per parlare di Cina e de-risking

Ieri, il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell’accordo sulla cooperazione nel settore della difesa, siglato a ottobre tra i governi di Italia e India lo scorso 9 ottobre. Come spiega il comunicato stampa, tra i settori di cooperazione inclusi nell’accordo c’è la condivisione di informazioni. Gli altri sono: politica di sicurezza e difesa, ricerca e sviluppo, commercio, cooperazione industriale, attività formative militari e problematiche ambientali connesse ad attività militari.

Come raccontato su Formiche.net a ottobre, l’accordo era stato rinnovato dai ministri Guido Crosetto e Rajnath Singh dopo che era stato lasciato scadere nel 2019 sulla scia delle tensioni tra i due Paesi dopo il caso dei due marò. Negli ultimi anni, però, i rapporti bilaterali si sono rafforzati anche alla luce del mutato scenario internazionale dopo la pandemia, l’accresciuta assertività cinese e l’aggressione russa dell’Ucraina. A dimostrarlo è stata la visita, poco più di un anno fa, a Nuova Delhi, di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, in grande sintonia con l’omologo indiano Narendra Modi. Per l’Italia, la sempre più forte interconnessione tra l’Euro-Atlantico, in particolare il Mediterraneo, e l’Indo-Pacifico è strategica. Ci si sta lavorando da tempo, per rendere il Mediterraneo la porta d’ingresso all’Indo-Pacifica con un percorso che ricalchi quello di Blue Submarine Cable System, che collegherà l’Italia all’India passando per il Medio Oriente. Oppure quello del Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (Imec), presentato durante il G20 indiano dell’anno scorso.

A evidenziare il forte rapporto tra i due Paesi, e anche in materia di informazioni e (per la) sicurezza, è stata anche la visita, a febbraio, a Nuova Delhi, di Elisabetta Belloni, direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, intervenuta al Raisina Dialogue, importante forum internazionale. L’ambasciatrice, nominata alcune settimane fa anche sherpa G7 a Plachi Chi, aveva preso parte a un dibattito sul de-risking e sulla Cina. Con la decisione politica di non rinnovare il memorandum, l’Italia ha cercato di rimodellare le proprie relazioni con la Cina, aveva spiegato. “Non volevamo abbandonare il mercato cinese ma abbiamo pensato che fosse necessario introdurre misure di de-risking”, ovvero di “creare un’alternativa, un piano B” per diversificare le catene di approvvigionamento e le reti di comunicazione e commerciali, ma anche per rafforzare le relazioni con i Paesi amici. Un’alternativa che, aveva aggiunto, può “fungere da deterrente” per evitare che le dipendenze vengano weaponizzate. Decisioni che hanno dimostrato che al governo l’importanza delle politiche di de-risking, aveva evidenziato l’ambasciatrice.

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