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Il governo sul lavoro si è limitato alle promesse. Cazzola spiega perché

Approvato dal governo il decreto Coesione allo scopo di ripetere quanto avvenuto nel 2023, quando al suo primo giro di boa l’esecutivo varò, all’improvviso, mentre i sindacati si agitavano nelle piazze, un pacchetto di misure per il lavoro che contenevano alcuni aspetti interessanti. Quest’anno Giorgia Meloni ha dovuto accontentarsi delle promesse…

Quest’anno il governo Meloni ha introdotto una significativa innovazione per celebrare la Festa del Lavoro. Agli italiani non viene offerto un mazzo di garofani (il fiore simbolo del 1° Maggio), bensì uno di papaveri, un fiore più delicato suscettibile alle folate di vento. Ci riferiamo al decreto Coesione, approvato dal governo allo scopo di ripetere quanto è avvenuto nel 2023, quando al suo primo giro di boa, l’esecutivo varò, all’improvviso, mentre i sindacati si agitavano nelle piazze, un pacchetto di misure per il lavoro che contenevano alcuni aspetti interessanti.

Quest’anno Giorgia Meloni ha dovuto accontentarsi delle promesse. È molto indicativa della situazione di difficoltà la vicenda dei 100 euro nelle tredicesime mensilità. Da settimane, la premier Giorgia Meloni aveva preannunciato il progetto di inserire nel decreto una misura per erogare “a gennaio 2025, un’indennità di 100 euro a favore dei lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non superiore a 28.000 euro con coniuge e almeno un figlio a carico, oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico”.
Terminata la riunione del governo, al vice ministro Maurizio Leo (è uno dei collaboratori che Meloni ha promosso nel discorso di Pescara?) è stato affidato, in conferenza stampa, il compito di spiegare i motivi dello spostamento all’anno prossimo dell’operazione che era stata pensata con la speranza di conseguire nel prossimo voto di giugno il successo attribuito agli 80 euro del governo Renzi. Agli aventi diritto il beneficio di 100 euro sarebbe stato erogato attraverso i sostituti d’imposta nel mese di gennaio. Il viceministro, poi, ha aggiunto che il governo aveva la necessità assoluta di trovare delle coperture che non erano disponibili per il 2024, perché nell’anno in corso erano già state utilizzate tutte le risorse possibili per attivare i primi dodici decreti, che diventavano 13 con l’ultima fatica. Tutte le risorse utilizzabili relative ai due fondi, quello per la riduzione della pressione fiscale e quello della delega, erano, tuttavia, stati usati per mettere a terra tutti i decreti legislativi.

C’era un differenziale in conseguenza del quale non erano reperibili risorse negli stanziamenti effettuati nel 2024. “Il bonus/una tantum”, ha concluso Leo, “va messo in relazione a tutto quello che il governo ha fatto in questo campo, come l’intervento sul cuneo fiscale, la riduzione aliquote da 4 a 3, premi di produttività e i fringe benefits”. Nel riferirsi a quest’ultimo aspetto Leo ha dimenticato di fare riferimento al fatto che la relativa aliquota fiscale ridotta in precedenza al 5% fosse ritornata al 10%. Poi nel decreto è previsto un superbonus a favore delle nuove assunzioni con l’evidente intento di mandare un messaggio agli elettori.

Forse sarebbe stato il caso di riflettere (e verificare i risultati dei casi precedenti) prima di adottare misure robuste di incentivazione delle assunzioni nel contesto di un mercato del lavoro che è in crisi sul versante dell’offerta. In questi casi si rischia sempre di premiare, a spese del fisco, assunzioni che sarebbero state effettuate comunque, se si fossero trovate le disponibilità. È poi prevista la bonifica dell’area di Bagnoli (vasto programma!) e l’istituzione, per ora nelle Regioni meridionali, dei c.d. mini contratti di sviluppo.

In generale – si chiamino voucher o bonus o sussidi – è sempre più difficile (l’attuale governo ha ereditato e proseguito una prassi in vigore da anni) liberarsi di una politica che sembra andare alla caccia di categorie e situazioni da assistere con misure specifiche. Il prof. Aldo Piperno dell’Università di Napoli ha condotto un’accurata ricerca relativa ai bonus e assegni vari in vigore ed operativi nell’anno di grazia 2024. È un aiuto importante a conoscere noi stessi e a renderci conto dello stillicidio di politiche che vengono attuate. Si veda la scheda sottostante e le relative indicazioni.

SCHEDA:

1. Carta Cultura Giovani 2024
2. Superbonus Redditi Bassi
3. Bonus Bollette
4. Esenzione Pagamento Ticket Sanitario
5. Carta Acquisti
6. Carta Risparmio Spesa
7. Bonus Benzina 77 Euro 2024
8. Bonus Asilo Nido
9. Assegno di Inclusione
10. Supporto Formazione e Lavoro
11. Bonus Libri Scuola
12. Bonus Psicologo
13. Bonus Conto Corrente
14. Bonus Università
15. Bonus Cicogna
16. Assegno Maternità Comuni
17. Assegno Sociale
18. Bonus Gita Scolastica
19. Bonus Fotovoltaico
20. Bonus Animali Domestici 2024

N.B. Questi sono solo alcuni dei bonus disponibili, i quali possono avere requisiti specifici, come un Isee entro certe soglie, e potrebbero essere soggetti a cambiamenti nel corso dell’anno.



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