Skip to main content

L’Europa con il fiato sul collo delle Big Tech cerca una sponda dal dialogo tra Usa e Cina

L’ultimo a finire nella lista dei gatekeeper del Dma è stata Booking, mentre ulteriori indagini saranno rivolte a X. I nuovi strumenti tecnologici si moltiplicano, da Chat GPT-40 a Claude, che ha fatto la comparsa nel nostro mercato. Ma Bruxelles da sola non può arrivare ovunque e ha bisogno della collaborazione delle due superpotenze

Per le Big Tech è stato un inizio settimana scoppiettante, in tutti i sensi. Lunedì la Commissione europea ha deciso di inserire Booking tra i gatekeeper, seguendo i dettami del Digital Markets Act (Dma), per via del suo servizio di intermediazione online. Secondo il braccio esecutivo dell’Unione europea, si tratterebbe di una porta d’accesso tra imprese e consumatori, per cui Booking avrà sei mesi di tempo – come da norma – per presentare un rapporto e affermare nel dettaglio la conformità del suo operare in linea con questo richiesto dal Dma. Questo tuttavia prevede effetti immediati ancor prima che l’indiziato venga prosciolto, tra i quali l’obbligo di informare la Commissione di qualsiasi concentrazione prevista nel settore digitale. Naturalmente le autorità competenti vigileranno sull’attuazione di questi obblighi e, nel caso di violazioni, infliggeranno le sanzioni previste dalla legge.

Sempre ieri, la Commissione ha iniziato un’indagine di mercato per capire se X non possa essere considerato un ponte tra imprese e consumatori, al pari di Booking.com. Il 1 marzo scorso era stata presentata una relazione alla piattaforma social di Elon Musk, dove si confutava che l’azienda potesse rivestire questo ruolo. La risposta arriverà al massimo in cinque mesi, a differenza di quella su X Ads e TikTok Ads, che dopo un’attenta analisi non sono state considerate dei gateway nonostante soddisfino le soglie quantitative che servono al Dma per etichettarli.

L’Europa continua con la sua promessa di raddrizzare tutte le storture del mondo digitale, per cercare di sfruttare al meglio le nuove tecnologie. Uno scopo ben delineato nell’AI Act, che valuta gli strumenti di intelligenza artificiale in base al rischio che possono provocare. E chissà che dentro non possa finirci anche l’ultima versione di Chat-GPT, annunciata da OpenAI.

La società guidata da Sam Altman – che ieri ha twittato un semplice “her”, chiaro riferimento al film dove un assistente vocale faceva innamorare Joaquin Phoenix – ha reso disponibile il suo nuovo modello di IA, GPT-40, che sarà utilizzabile gratuitamente per tutti. Finora era limitata ai soli abbonati, che “avranno dei limiti di utilizzo cinque volte più elevati”, fanno sapere gli sviluppatori. L’ultimo aggiornamento sarà “molto più veloce” ma soprattutto perfezionerà “le capacità testuali, video e audio”. Nello specifico, Chat GPT-40 sarà in grado di interpretare le espressioni facciali tramite le fotocamere di uno smartphone, così da dare risposte ancor più precise alla velocità della luce (i tempi sono stimati in 320 millesecondi). Potrà inoltre dialogare in 50 lingue differenti, unendo sempre di più le persone sparse per il mondo.

Funzioni strabilianti, che lo rendono pressoché simile a un essere umano, ma che allo stesso tempo verranno osservate nel dettaglio per evitare qualche tipo di degenerazione. Il riconoscimento facciale, ad esempio, è uno dei temi più scivolosi in materia su cui bisogna prestare molta attenzione. “Sappiamo che questi modelli sono sempre più complessi, ma vogliamo che l’esperienza di interazione diventi effettivamente più naturale in modo che l’utente si concentri solo sulla collaborazione”, ha spiegato la chief technology officer di OpenAI, Mira Murati.

La concorrenza d’altronde è spietata. Proprio oggi è stato svelato all’Europa Claude, l’assistente di Anthropic basato sull’IA che aveva già fatto la sua apparizione negli Stati Uniti a inizio anno. Ora “è disponibile per le persone e le aziende di tutta Europa per migliorare la loro produttività e creatività”, hanno dichiarato dalla società con sede in California (a San Francisco) che ha però un tocco nostrano (i due co-fondatori, Daniela e Dario Amodei, sono infatti italo-americani). Come Chat-GPT, anche Claude comprende e parla francese, tedesco, spagnolo e italiano.

Insomma, di lavoro da fare per le autorità europee ce n’è in abbondanza. E potrebbero anche nascerne di nuovo quest’oggi, dalla conferenza annuale di Google in cui potrebbero essere annunciate importanti novità. Una va sicuramente nella direzione giusta, ovvero la partnership di Big G con Apple per aumentare la sicurezza degli utenti. Lo faranno con il sistema Detecting Unwanted Location Trackers, che permetterà di avvisare le persone quando si riscontrano attività anomale sui loro dispositivi, magari mosse da qualche malintenzionato.

Non meno importante sarà il primo faccia a faccia tra Stati Uniti e Cina. I rispettivi funzionari si incontreranno quest’oggi a Ginevra per parlare della gestione dell’IA, una responsabilità in capo tanto a Washington quanto a Pechino. Perché l’Europa da sola può molto, ma non tutto.



×

Iscriviti alla newsletter