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Non solo militare. Ecco l’offensiva comunicativa di Mosca

Le recenti dichiarazioni “involontarie” del Cremlino sono finalizzate a impattare su eventi elettorali e diplomatici delle prossime settimane. Prima che l’andamento del conflitto possa cambiare

In queste ore, l’offensiva di Mosca assume una forma duplice: se da un lato essa si sostanzia con i rinnovati attacchi delle sue forze armate in diversi settori della linea del fronte, dall’altro esso ha luogo anche sul piano della comunicazione. Il fulcro di quest’ultimo sforzo è individuabile nello “scoop” della Reuters sulla frustrazione del presidente russo Vladimir Putin dovuta all’impossibilità di negoziare un cessate il fuoco per “congelare il conflitto”, per via della rigidità del leader ucraino Volodymyr Zelensky e delle pressioni dell’Occidente.

Non è certo la prima volta che il Cremlino rende pubblico il suo desiderio di avviare dei negoziati. Tuttavia, rispetto alle occasioni precedenti è la forma ad essere diversa: attraverso un leak di notizie, probabilmente organizzato a tavolino, verso una delle principali agenzie di stampa mondiali, il tono assunto dalla presa di posizione non è quello di una richiesta assertiva, bensì quello di una disponibilità che viene ignorata da un Occidente guerrafondaio e fautore del proseguimento del conflitto. Facendo leva sui driver psicologici ed emotivi dell’opinione pubblica, dentro la Russia ma soprattutto fuori da essa.

La tempistica di questa “fuga di notizie” è tutt’altro che casuale. Le prossime settimane saranno infatti dense di eventi e di sviluppi molto importanti per l’evoluzione della situazione in Ucraina. A partire dalle elezioni europee previste per il secondo fine settimana di giugno: le parole che le anonime fonti russe hanno messo in bocca al loro presidente sono de facto una sponda per quei partiti più vicini al Cremlino, che possono così far leva sul desiderio di pace e allo stesso tempo dipingere l’attuale leadership euroatlantica come la “vera” responsabile di questa guerra.

Inoltre, come nota Pavel Baev sul sito della Jamestown Foundation, queste fughe di notizie “mirano probabilmente a far deragliare gli ultimi preparativi per il vertice di pace sull’Ucraina, previsto per il 15 e 16 giugno a Bürgenstock, in Svizzera, che la macchina propagandistica russa critica senza sosta. Putin si è lamentato del fatto che la Russia non sia stata invitata, sostenendo che non è interessata a discutere la visione ucraina di una soluzione di pace, che si discosta molto dalla “realtà sul campo”. Mosca ha preso atto dei cambiamenti nell’agenda del vertice, che ora si concentra maggiormente su problemi globali come la sicurezza alimentare e i rischi nucleari. Inoltre, la diplomazia russa ha compiuto notevoli sforzi per minare la credibilità dell’evento. Mosca teme che la disponibilità dell’Ucraina a minimizzare la questione cruciale del ripristino dell’integrità territoriale possa convincere Cina, India e molti Stati dell’Africa, dell’America Latina e del Medio Oriente a inviare delegazioni in Svizzera”.

Infine, così come quella militare, l’offensiva comunicativa di Mosca avviene all’interno di una “finestra di opportunità favorevole”. Nonostante l’approvazione degli aiuti da parte del Congresso lo scorso aprile, questi aiuti non si sono ancora (totalmente) tradotti in armi e munizioni in mano alle forze ucraine, che al fronte continuano a soffrire sia la carenza di proiettili che quella di personale. Ma la situazione potrebbe cambiare con l’affluire di mezzi ma anche di uomini, grazie all’abbassamento dell’età di leva dai 27 ai 25 anni promossa dal governo ucraino. Nello stesso periodo, dopo mesi e mesi di addestramento, i primi velivoli F-16 potrebbero diventare operativi lungo il fronte, andando a impattare notevolmente sull’equilibrio di potere nei cieli ucraini. Finché il momento rimane favorevole, Putin vuole capitalizzare al massimo delle sue possibilità, nel (probabilmente vano) tentativo di ottenere un congelamento della situazione al fronte. Cosciente del fatto che dopo le cose potrebbero rivelarsi molto meno semplici.

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