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Arbitrio, censura, furto? Cosa è successo al profilo X di Pasquino

Gianfranco Pasquino, accademico dei Lincei e professore emerito di Scienza Politica, si interroga sulle ragioni che hanno portato alla sospensione del suo profilo su Twitter, con una lettera aperta rivolta proprio al suo proprietario Elon Musk

Illustre Ing. Musk,

so che lei è impegnatissimo, ma credo che debba essere messo a conoscenza di un fatto increscioso perpetrato da suoi troppo zelanti impiegati immagino italiani. Senza nessun preavviso hanno sospeso il mio account: @GP_ArieteRosso, accusandomi di avere violato le regole. Non mi hanno detto quali regole. Alla mia richiesta di essere precisi, ad esempio, di inviarmi qualche mio tweet offensivo, che inciti all’odio e alla violenza, che esprima sostegno ad attività terroristiche oppure anche solo che travisi più o meno la realtà, hanno opposto il silenzio. Sono stato privato non soltanto della possibilità di comunicare con i miei 18mila e 300 followers, ma persino di fare sapere loro che Twitter mi ha in effetti non sospeso, ma addirittura cancellato. Questa sì è una violazione grave. Mi avete tolto e mi state negando il sacrosanto diritto di parola. Freedom of speech, direste voi americani. Sembra che i suoi collaboratori italiani non la conoscano, ma, forse, vogliono decidere loro chi la può esercitare e chi no.

Farò, quindi, per uso e consumo di tutti, l’elenco di coloro che si sono lamentati dei miei tweet e mettendosi insieme, “cospirando”?, mi hanno screditato. Poiché ho ripetutamente sostenuto l’Ucraina contro l’aggressione russa, i putiniani d’Italia mi considerano giustamente un nemico e sono certamente contenti se vengo silenziato. Stanno con loro gli antisemiti e i sostenitori di Hamas che considero un’organizzazione terrorista da sconfiggere e distruggere insieme con i loro ben arredati tunnel le cui spese sono state pagate con fondi destinati ai palestinesi. Sostengo senza nessun tentennamento, e l’ho ripetutamente scritto, la libertà delle donne di decidere sul proprio corpo e la libertà di tutti di scegliere come terminare una vita che ci sia diventata impossibile sostenere. Papisti, fondamentalisti e bigotti stanno da un’altra parte e comprensibilmente sono lieti di tapparmi la bocca, pardon, di cancellarmi l’account. Con lo spirito dei tempi, lei potrebbe replicarmi: “molti nemici molto onore”. Non mi basta.

Ho spesso denunciato con sarcasmo gli errori dei giornalisti. Si figuri che ancora oggi c’è chi scrive saccentemente che è evidente che “la storia non è finita, come affermato da Fukuyama”. Immagino e spero che lei, Musk, sappia che Fukuyama ha sostenuto che nel 1989  è finita la storia della contrapposizione fra le liberaldemocrazie, vittoriose, e i comunismi realizzati, sprofondati. Da allora è cominciata tutta un’altra storia da lui brillantemente monitorata e spiegata. Nella nuova storia sta anche Donald Trump sgradito a Fukuyama e criticato nei miei tweet. Anche in questo caso è presumibile che i trumpiani dello stivale si siano molto lamentati.

Caro Musk, se non vorrà farmi rispondere con le motivazioni che giustifichino la non riattivazione del mio account sarò molto deluso, ma, almeno mi faccia  restituire i miei tweet. L’appropriazione mi pare del tutto scorretta, arbitrio e furto mi paiono una accoppiata micidiale, e poi sono l’unica prova del reato o dell’innocenza. Attendo.


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